Nella cittadina del Ragusano rimane lontano l'obiettivo previsto dal capitolato: arrivare al 25 per cento in due anni. A essere deficitario sarebbe proprio il documento su cui si è basato il bando di gara. Per il funzionario comunale competente «l'azienda privata segue logiche di guadagno: massimo rendimento con minima spesa»
Vittoria: differenziata flop, ferma al 5 per cento «Non è fallimento, in linea con media regionale»
Vittoria e i suoi 60mila abitanti sentono parlare di raccolta differenziata da tempo. A settimane alterne, il dibattito si riaccende. Nell’isola, le statistiche certificano percentuali tra le più basse in Italia e la commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti ha recentemente definito la situazione «un’emergenza non dichiarata». Nella cittadina del Ragusano, oggi, solo il 5 per cento dei rifiuti viene differenziato. Nonostante il bando di gara prevedeva di raggiungere entro un anno il 25 per cento.
La cifra è stata fornita dai consiglieri comunali di Fratelli d’Italia, Moscato e Nicosia, che denunciano «numeri disastrosi, terrificanti, che dimostrano inequivocabilmente l’ennesimo fallimento delle politiche ambientali». Il primo cittadino Giuseppe Nicosia non nega il dato: «La raccolta differenziata non mi soddisfa, perché fa registrare numeri troppo bassi. I risultati sono deludenti». La soluzione, secondo lo stesso, consisterebbe nel «predisporre una variante al capitolato d’appalto per raggiungere percentuali di differenziata superiori al venti per cento».
Nel 2013, quando l’azienda municipalizzata che si occupava di rifiuti (l’Amiu) venne liquidata – a causa dei debiti che superavano i 18 milioni di euro – il servizio fu esternalizzato ed affidato alla Sap s.r.l., società di Agrigento, la quale si è aggiudicata la gara d’appalto di oltre dieci milioni di euro. Nel bando di gara era stata indicata la percentuale minima che l’azienda doveva garantire: «non inferiore al 25 per cento medio di raccolta differenziata» alla fine del primo anno. E il portavoce dell’azienda aveva promesso di centrare in breve il risultato del 12 per cento. Due mesi fa alla Sap (vincitrice del bando) è subentrata un suo ramo aziendale, la Sea s.r.l., mantenendo inalterati gli obblighi previsti dal contratto.
Il sindaco Nicosia, due anni fa, plaudiva a «una nuova era, dove vengono totalmente scisse competenze e responsabilità tra il Comune, che dovrà vigilare e pretendere che i lavori siano fatti a regola d’arte ed i rifiuti siano smaltiti, e la ditta esterna che dovrà rendere conto dell’esito dell’appalto». Giunti tuttavia quasi alla scadenza dell’appalto, il direttore tecnico dei lavori, Gaetano Nicosia, che ha seguito per conto del Comune l’esecuzione del servizio, discute della variante al capitolato, già progettata e che aspetta di essere approvata dall’amministrazione, la quale è alla ricerca della copertura economica, per una cifra vicino ai 500mila euro. «Nei prossimi mesi la raccolta differenziata potrebbe migliorare – dichiara, difendendo il servizio – Non è un fallimento. Questo è stato un periodo di passaggio, con tutte le complessità conseguenti. La raccolta è in linea con la media regionale e le cause (del valore al di sotto della previsione ndr.) non dipendono dall’azienda privata, che segue, ovviamente, logiche di guadagno: massimo rendimento con minima spesa».
Le criticità, però, non vengono negate: «Numerose sanzioni sono state elevate all’azienda. Nel primo anno di servizio, la differenziata è stata praticamente inesistente. Dopo però è sorto un enorme problema culturale: l’immaturità dei cittadini che non ha certamente aiutato». Il capitolato d’appalto prevedeva anche la risoluzione del contratto «nel caso di inadempienze ripetute».
Ma, secondo gli stessi uffici comunali, la causa del flop risederebbe proprio nelle mancanze dell’attuale capitolato. Dove si parla genericamente di obbligo alla comunicazione, senza fornire paletti precisi. Per questo i vittoriesi avrebbero ricevuto insufficienti informazioni su come differenziare. Altro nodo sarebbe la quantità di personale e di mezzi prevista nel capitolato, giudicata insufficiente da alcuni addetti ai lavori.