La docente di Gender Studies dell'Università di Catania scrive al primo cittadino a proposito dell’intitolazione di una strada alla scrittrice catanese nel quartiere San Nullo, anziché, come richiesto dalle associazioni, a San Berillo, dove è nata. «L’attuale amministrazione si è sempre dichiarata interessata alle questioni di genere, auspico che non si cada nella retorica del rosa istituzionale»
Via Goliarda Sapienza, lettera al sindaco Bianco «Non riconoscete le potenzialità del turismo culturale»
Egregio Sindaco,
è di questi giorni la notizia, riportata dalla stampa, dell’imminente intitolazione di una strada della nostra città alla scrittrice Goliarda Sapienza. La notizia, di per sé, sembrerebbe ottima. Invece, per chi conosca la vicenda, non lo è affatto.
Da quando, nel 2008, è esplosa la fama postuma di Goliarda Sapienza, con la (ri) pubblicazione del suo romanzo L’arte della gioia, nessun segnale di riconoscimento per la scrittrice catanese è provenuto da parte dell’amministrazione cittadina, né quella passata, né l’attuale. Nessuna targa ufficiale la ricorda nel quartiere di San Berillo, dove nacque nel 1924, e che figura in alcune sue opere.
Altri e altre, però, si sono adoperati per celebrare il legame di Sapienza con la sua città: per citare solo un esempio, nel 2012 l’associazione nazionale SIL (Società Italiana delle Letterate) appone una targa per ricordare il luogo natale della scrittrice, al civico 20 di Via Pistone, in occasione di un’iniziativa culturale in suo onore con partecipanti dall’Italia e dall’estero. Intanto, a Londra, le Università di Oxford, Warwick e St.Andrews organizzano un convegno internazionale a lei interamente dedicato, Goliarda Sapienza in Context.
Mi risulta che a novembre scorso il gruppo catanese Le Voltapagina, insieme alla già citata SIL, abbia presentato una richiesta al Comune (protocollata il 3/11/14) affinché il nome di Goliarda Sapienza venisse celebrato nella toponomastica cittadina: si indicava un luogo preciso da intitolarle, l’attuale Piazza delle Belle (senza sovrapporsi, dunque, ad alcun nome di persona) e si fornivano le ragioni storiche, culturali e civili per le quali la scrittrice va ricordata nel suo quartiere di San Berillo. La lettera, indirizzata al sindaco Bianco e all’assessora Scialfa, viene pubblicata anche sul quotidiano La Sicilia.
A fronte dell’assordante silenzio dell’amministrazione, che non fa pervenire alcuna risposta, nella giornata del 25 novembre (poiché ‘anche la cancellazione delle donne dalla memoria storica è violenza’) il gruppo Le Voltapagina organizza un’azione simbolica, apponendo una targa col nome di Goliarda Sapienza in Piazza delle Belle a San Berillo, targa oggi scomparsa.
Viste queste premesse, appare a dir poco sorprendente la notizia, di questi giorni, di una delibera della Commissione toponomastica, presieduta dal sindaco, che annuncia l’intitolazione di otto nuove strade a Catania, sette a uomini, una sola a una donna (eppure l’amministrazione si era impegnata a promuovere la visibilità delle donne catanesi). La donna è Goliarda Sapienza. Dove sarà il luogo a lei intitolato? Nel quartiere di San Nullo.
Urgono a questo punto alcune risposte: ci si chiede perché non sia pervenuto alcun riscontro, da parte dell’amministrazione, alla proposta dell’associazione cittadina avanzata quasi tre mesi addietro. Mi riesce difficile credere che la lettera del 3 novembre firmata da Le Voltapagina e dalla SIL, pubblicata anche sul quotidiano locale, non sia mai arrivata sul tavolo né del sindaco, né dell’assessora Scialfa – a meno che non si ipotizzi un disguido all’ufficio protocollo. Analogamente, sembra sfuggita la notizia, corredata da immagini, dell’intitolazione simbolica del 25 novembre a San Berillo, circolata sia sulla stampa cartacea che online.
Il modo in cui, finora, è stata gestita questa vicenda – carica di forte valore simbolico per la città – mi porta a pensare che l’amministrazione di Catania non sappia riconoscere il patrimonio culturale del quale dispone, in quanto città natale di una celebre scrittrice, e che non intraveda le potenzialità, neanche come mero interesse economico, del turismo culturale. Soprattutto, una buona amministrazione dovrebbe, a mio parere, tenere conto delle proposte della cittadinanza, quando queste, com’è indubbio in questo caso, sono legittime e sostenute da pregnanti ragioni storiche e culturali. Le Voltapagina si sono fatte portavoce di un’istanza che, a mio avviso, non è soltanto loro, ma di tutta la collettività.
L’attuale amministrazione si è sempre premurata di dichiararsi interessata alle cosiddette «questioni di genere»: io stessa ho ascoltato esponenti della sua giunta, tra cui l’assessora Scialfa, fare ferventi dichiarazioni a questo proposito nella giornata dell’8 marzo 2014. Come ho già avuto modo di sottolineare in occasione dell’intitolazione di un’aula del Dipartimento di Scienze Umanistiche alla nostra studentessa Stefania Erminia Noce, le «questioni di genere», sempre più presenti nel discorso pubblico, sono facilmente oggetto di strumentalizzazioni: attraverso ciò che chiamo retorica del rosa istituzionale, certuni e certune si dichiarano «a favore delle donne», quando poi, nei fatti, perpetuano lo status quo.
Voglio auspicare che questo non sia il caso dell’attuale amministrazione e perciò mi rivolgo a lei, egregio sindaco, perché dia prova concreta della sua sensibilità per gli aspetti culturali e simbolici che riguardano la città e si adoperi affinché la Commissione toponomastica, da lei presieduta, riveda la delibera e accolga la proposta – storicamente rigorosa, nonché strategica dal punto di vista del turismo culturale – di ricordare Goliarda Sapienza nel suo amato quartiere di San Berillo.
Stefania Arcara – docente di Gender Studies, Dipartimento di Scienze Umanistiche, Università degli Studi di Catania.