Un cittadino, addetto alle pulizie di un complesso residenziale a Palermo, multato per avere pulito il marciapiede e avere conferito il sacco con i rifiuti fuori dall’orario consentito. Quella che sembrerebbe una normale applicazione della legge ha però un sapore paradossale e amaro per un residente, che ha deciso di sottoporre la questione, con una […]
Palermo, multato per avere pulito il marciapiede. «Tutto davanti a una delle più grandi discariche abusive della città»
Un cittadino, addetto alle pulizie di un complesso residenziale a Palermo, multato per avere pulito il marciapiede e avere conferito il sacco con i rifiuti fuori dall’orario consentito. Quella che sembrerebbe una normale applicazione della legge ha però un sapore paradossale e amaro per un residente, che ha deciso di sottoporre la questione, con una lettera, al prefetto Massimo Mariani. Il nodo della questione è abbastanza semplice: il punto in cui l’addetto delle pulizie è stato multato, nei pressi del civico 5 di via Imera, da circa 15 anni è uno dei più sporchi del capoluogo siciliano. «I cassonetti di via Imera sono noti come punto di raccolta per le più disparate tipologie di rifiuto – si legge nella lettera – dalla normale indifferenziata conferita dai residenti ai rifiuti ingombranti lasciati da criminali di passaggio (elettrodomestici, mobili, materassi, rifiuti edili, materiale di sgombro), dai bancali di rifiuti prodotti da attività commerciali e supermercati ai perpetui materiali di scarto prodotti dai venditori abusivi che occupano prepotentemente il suolo pubblico e la carreggiata. Di tanto in tanto – fatto documentato e già trasmesso alle autorità competenti senza però sortire alcun effetto – è possibile trovare perfino qualche rifiuto speciale come amianto o barili colmi di liquidi chimici».
«Questa perenne e ben nota situazione, oltre a essere un danno al decoro della città e a fare svalutare economicamente tutti gli immobili dei proprietari che hanno la sfortuna di trovarsi nelle sue immediate vicinanze, è un serio rischio per la salute pubblica dei cittadini. Come più volte segnalato infatti, con l’arrivo delle alte temperature, l’enorme quantità di rifiuti conferiti nei cassonetti di via Imera inizia un veloce processo di decomposizione che rilascia miasmi che raggiungono perfino gli appartamenti posti ai piani più alti della zona. Questi miasmi rendono l’aria insalubre e irrespirabile, anche per chiunque si trovi a passare, volente o nolente, nelle vicinanze (tra cui il sempre crescente numero di turisti che trovano dimora nel quartiere)».

«Davanti a cassonetti colmi di ogni tipo di rifiuto, sotto gli occhi degli impuniti venditori ambulanti, il pover’uomo si è visto conferire una multa per aver pulito la strada. Ebbene, mi trovo quindi qui a chiederle che la stessa severità venga applicata con zelo a chi giornalmente, ad ogni ora, in quei cassonetti riversa quintali e quintali di rifiuti. Che la stessa severità venga applicata ai noti venditori abusivi che piantano tende e fanno attività in barba a chi paga un affitto e emette scontrini. Che la stessa severità venga applicata a tutti i pigri avventori dei negozi che si sentono in diritto di lasciare impuniti le macchine in doppia fila trasformando la carreggiata in uno stretto corridoio. Dia una mano alle forze dell’ordine – che interrogate su tutte queste problematiche si dicono sempre a corto di personale, impossibilitate a sgomberare gli abusivi per paura di ritorsioni, incapaci di cogliere in fallo gli incivili per mancanza di volanti disponibili – a dare un freno a questa ormai insostenibile situazione. Non voglio che l’unica soluzione percorribile – come suggeriva al telefono non troppo tempo fa un membro del Comando della Polizia Municipale in occasione dell’ennesima mia segnalazione – sia quella di abbandonare casa, di cambiare zona. Di fuggire da un problema risolvibile con l’applicazione della legge e con l’impiego del controllo. In ultimo, la invito a farsi un’idea in prima persona della gravità del problema . Sarei più che felice di mostrarle io stesso quanto questa città, a due passi dal Palazzo di Giustizia, di giustizia sembra non averne affatto».