Aerolinee Siciliane compra Air Connect e si prepara a partire. Il patron Crispino: «A febbraio 2025 la vendita dei biglietti, ad aprile i primi voli»

Stavolta sembra fatta davvero. Alcuni giorni fa era trapelata la notizia, non confermata ufficialmente, che Aerolinee Siciliane stesse per acquistare da Aeroitalia – che a sua volta l’aveva rilevata alla fine del 2023 – la compagnia aerea rumena Air Connect e che quindi stesse preparando il suo ingresso nel mercato italiano. Aerolinee Siciliane è una società nata nel 2020 dall’idea di Luigi Crispino, originario di Caltagirone, in provincia di Catania, e imprenditore di lungo corso nel settore del trasporto aereo. Oltre a essere stato per alcuni mesi un importante azionista della defunta low cost Wind Jet – lanciata nel 2003 dall’ex presidente del Calcio Catania Antonino Pulvirenti e chiusa nel 2012 – Crispino è stato il creatore di Air Sicilia, quella che da molte parti viene considerata la prima compagnia aerea low cost italiana. Nata nel 1994 con l’intento di rompere il monopolio di Alitalia, Air Sicilia ha volato fino al 2002. Nel 2003 ha dichiarato fallimento e ne è seguita una vicenda giudiziaria: nel 2004 Crispino è stato arrestato per bancarotta fraudolenta – e scarcerato qualche giorno dopo – poi è stato rinviato a giudizio, nove anni dopo è stato assolto (con il rito abbreviato) perché il fatto non sussiste. Tornando nel presente, MeridioNews ha contattato Crispino per capire cosa ci sia di vero nelle voci che hanno iniziato a girare su quest’operazione.

«Sì, quello che è trapelato è vero – dice l’imprenditore in esclusiva al nostro giornale – L’ufficialità non l’abbiamo ancora data solo perché il processo di trasferimento delle azioni non è ancora completato. C’è un processo che sta andando avanti, c’è la volontà ferma, ci sono gli accordi che indicano che tutto andrà per quella che è la volontà sia della proprietà di Aerolinee Siciliane sia di quella di Aeroitalia». La mossa di comprare Air Connect è stata pensata per poter volare con il suo Coa (Certificato di operatore aereo), così da accelerare i tempi d’ingresso nel mercato, visto che Aerolinee Siciliane non ha ancora un Coa proprio. Crispino ci dice che «serviranno trenta o quaranta giorni e poi la cosa sarà ufficiale. Confido che si possa chiudere anche entro dicembre». In queste settimane, infatti, il management di Air Connect si occuperà di «riorganizzare l’azienda». Tradotto: deve risolvere incombenze pregresse, così da poter procedere al passaggio di mano – da Aeroitalia a Aerolinee Siciliane – con tutti gli elementi in ordine. Da quello che il nostro giornale ha potuto apprendere, l’epilogo positivo della compravendita arriva dopo molte settimane di trattative e qualche viaggio a Bucarest, la capitale della Romania, da parte di alcuni rappresentanti di Aerolinee Siciliane, in quello che è stato un percorso che ha incontrato qualche difficoltà, poi superata.

Con Crispino abbiamo parlato anche della potenziale futura flotta di Aerolinee Siciliane, visto che in questo accordo di compravendita «Aeroitalia ha trattenuto gli aerei che erano nella flotta di Air Connect», due Atr 72 che «tra qualche giorno inizieranno a volare per Aeroitalia». L’imprenditore calatino ci ha detto che «una volta concluso l’acquisto, la nuova proprietà di Air Connect», cioè Aerolinee Siciliane, «immetterà in lei del capitale e metterà in flotta degli aeroplani propri». Alla domanda su che tipo di aerei si tratta, in un primo momento Crispino ha risposto «no comment», visto che «questo fa parte della strategia commerciale», poi ci ha rivelato che si comincerà con due Atr, «ma chiaramente non è questo il nostro obiettivo»: l’intenzione sembra quella di puntare, in futuro, su aerei più grandi e più capienti. «Però – sottolinea Crispino – credo che la valutazione più interessante che noi siciliani dobbiamo fare è questa: la cessione di una società da un vettore italiano a un vettore siciliano (da Aeroitalia ad Aerolinee Siciliane, ndr) è un’operazione i cui motivi vanno oltre le apparenze. Significa – continua l’imprenditore – che c’è una volontà strategica, da parte di chi ha fatto quest’operazione, di avere una visione del futuro strategica, che vede due vettori probabilmente non solo non belligeranti, ma con una visione comune del mercato». Semplificando: l’intenzione di Aerolinee Siciliane sembra essere quella di collaborare con Aeroitalia per provare a rompere quello che in molte occasioni lo stesso presidente della Regione, Renato Schifani, ha definito un cartello, che sarebbe stato creato da Ita Airways e da Ryanair.

Quando a ottobre scorso Aerolinee Siciliane ha aumentato il capitale sociale a un milione e 100mila euro ha dichiarato anche che il primo volo si sarebbe effettuato a maggio 2025, ma alla luce di quest’acquisizione la società dice di essere intenzionata a partire prima. «Contiamo di cominciare entro i primi di aprile – dice Crispino – La società è già strutturata, quindi penso che non ci saranno problemi a rispettare questi tempi». Ma le cose dovrebbero muoversi già tra poche settimane, nel senso che «le prevendite cominceranno circa 60 giorni prima. Se cominceremo a volare i primi di aprile – spiega Crispino – ai primi di febbraio inizieremo il servizio di vendita dei biglietti». E poi c’è la questione relativa ai posti di lavoro che dovrebbero essere creati. «Per ogni aereo che si mette in linea lavoreranno almeno 50 persone in modo diretto, più quelle legate all’indotto, cioè altre 60», dice l’imprenditore al nostro giornale. Stando ai numeri di cui ha parlato Crispino – e ricordandoci che la compagnia inizierebbe a operare con due aerei – si parla di circa 220 posti di lavoro.

Ma in quale scalo farà base Aerolinee Siciliane? «Stiamo trattando con diversi aeroporti, che non sono in Sicilia», dice Crispino. Quello che sembra trasparire dalle parole dell’imprenditore è che in questi anni la compagnia abbia subìto più di qualche ostruzionismo. «Però alla fine negli aeroporti siciliani ci voleremo – continua – Dovremo anche essere aiutati dall’opinione pubblica, questo è chiaro». Dopo aver discusso di strategie e di questioni tecniche, Crispino ci tiene a far comprendere lo spirito di Aerolinee Siciliane. Nell’articolo 2 dello statuto della società si legge che «fermo restando lo scopo lucrativo insito nella propria iniziativa imprenditoriale» lo spirito dell’azienda è quello dell’«azionariato diffuso». L’imprenditore di Caltagirone è uno dei cinque consiglieri di sorveglianza della società; il Consiglio di sorveglianza è «l’organismo che sovrintende all’attuazione della strategia decisa dall’assemblea dei soci – ci spiega lui – e che sorveglia il management e il Consiglio di gestione», che sarebbe il corrispettivo del Consiglio di amministrazione (Cda), «ma da noi – dice Crispino – non c’è un Cda padre padrone, un amministratore delegato che decide di costruire, distruggere, cambiare, gestire e non dà conto neanche ai soci».

Crispino ci dice che Aerolinee Siciliane «ha ben 200 azionisti, che vanno da 400 a 2000 euro» e aggiunge che «un modello del genere forse non è adeguatamente considerato in Sicilia, dove sostanzialmente uno amministra e deve sentirsi anche padrone. Noi non siamo padroni – sottolinea – e diamo conto ai nostri padroni, ai nostri azionisti, perché diamo conto anche alla base. Questa è una cosa che in Sicilia, anche in politica, non è molto sentita, perché si dà conto sempre ai potenti». Considerati questi elementi, si spiega più facilmente la volontà di cambiare nome alla società Air Connect una volta acquistata: «Si chiamerà Antudo – rivela Crispino – termine che qualche siciliano conosce». Si tratta «dell’acronimo di una locuzione latina: ANimus TUus DOminus, cioè che il coraggio sia il tuo Signore, ed era la frase di riconoscimento dei rivoltosi durante i Vespri siciliani del 1282, così come durante la rivolta di Palermo del 1647 e durante la rivolta di Palermo del 1848», quella contro la dinastia spagnola dei Borbone. «Oggi è il saluto tipico degli autonomisti siciliani», dice Crispino, il quale si definisce «certamente sicilianista e autonomista, ma non indipendentista. Sono certamente per la Repubblica Italiana – chiarisce – e penso che lo Statuto della Regione siciliana debba essere applicato».

«Quindi a breve – continua Crispino – ci sarà la presenza di una compagnia aerea fatta da siciliani, che opera e lavora per i siciliani, e non solo per fare soldi, soldi e poi ancora soldi». L’imprenditore dice che nel programma operativo di Aerolinee Siciliane è stato previsto di dare «il 5 per cento dei posti gratis alla gente che ha bisogno. Inoltre – aggiunge – da noi non ci saranno supplementi: si paga il biglietto e il prezzo è quello; non devi scegliere il posto, non separeremo i figli dalle madri – soprattutto se bambini – non faremo pagare 50 euro di differenza per lo zainetto troppo grosso, non faremo pagare l’acqua, perché l’acqua potabile dev’essere data gratuitamente a bordo». Stando a quanto dice Crispino, «l’etica di Aerolinee Siciliane non è quella del profitto a tutti i costi». La compagnia «avrà una politica per i siciliani e per il mercato, chiara e trasparente – conclude l’imprenditore – Se i siciliani capiranno e vorranno venire con noi, saremo ben contenti di servirli».


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