Alimenti pregiati ma anche prodotti surgelati rubati che finivano sul mercato nero smerciati a diversi supermercati di Catania e provincia con la complicità dei titolari, che però non sono stati individuati
Operazione Waterfront, 18 arresti Furti e ricettazione al porto di Catania
Un volume d’affari vicino al milione di euro. A tanto ammonterebbe il valore dei prodotto contenuti negli undici semirimorchi rubati al porto di Catania tra marzo e novembre 2013 da una banda composta da 20 uomini, tutti inseriti nel mondo dell’autotrasporto e con numerosi precedenti penali per furto e ricettazione. Alimenti pregiati ma anche prodotti surgelati che finivano sul mercato nero smerciati a diversi supermercati di Catania e provincia con la complicità dei titolari, che però non sono stati individuati.
Il sistema prevedeva l’utilizzo di tre motrici, regolarmente autorizzate per i lavori all’interno dell’area portuale e per l’utilizzo dei ponti radio, che si adoperavano agganciando i containers appena scaricati dalla navi approfittando della distrazione dei dipendenti, impegnati nello scarico di altri mezzi. Al vertice dell’organizzazione, su cui non graverebbe secondo quanto riferito dal Procuratore aggiunto Michelangelo Patanè nessun legame con la criminalità organizzata, ci sarebbero stati i pregiudicati Lorenzo Giuffrida e Pietro Nicotra. «Le menti del gruppo», quasi sempre presenti, come emerso durante le intercettazioni telefoniche, in tutte le fasi dell’indagine. Dopo aver eluso i controlli della dogana i semirimorchi, venivano scortati da alcune staffette di motorini fino ai depositi adibiti a base della successiva ricettazione. Le indagini, condotte dalla Squadra mobile di Catania con il coordinamento della procura, presero il via dopo le numerose denunce della compagnie danneggiate dai furti. «I controlli alla dogana – spiega il Sostituto Alessia Milicò – sono stati rafforzati dopo questa indagine. Prima, grazie ai controlli a campione, il gruppo riusciva ad uscire dall’area portuale senza destare sospetti».
Le persone finite in manette sono 18, tra queste 13 sono state condotte in carcere, per quattro sono invece stati disposti gli arresti domiciliari. L’ultimo ad essere raggiunto dalla misura cautelare è stato Mattia Luca, individuato dagli uomini della polizia nella tarda mattinata a Messina poco dopo aver attraversato lo Stretto di ritorno dall’Italia settentrionale. Al momento due tra gli indagati risultano irreperibili. Gli arrestati dovranno rispondere a vario titolo dei reati di furto, ricettazione, rapina con sequestro e simulazione di reato.
I nomi degli arrestati: Lorenzo Giuffrida (cl.1970) pregiudicato, Pietro Nicotra (cl.1978) pregiudicato, Arturo La Ferrera (cl.1942) pregiudicato, Mario Carmelo Rapisarda (cl.1973) pregiudicato, Alfio Pietro Andriano (cl.1977) pregiudicato, Francesco Castiglione (cl.1984) pregiudicato, Rocco Ferrara (cl.1978) pregiudicato già detenuto, Sebastiano Nacero (cl.1966) pregiudicato già detenuto, Antonino Castorina (cl.1966) pregiudicato, Antonino Gulisano (cl.1971) pregiudicato, Domenico Calogero (cl.1971) pregiudicato, Carlo Mauri (cl.1968), pregiudicato, Francesco Scalia (cl.1972) pregiudicato, Giuseppe Nunzio Pulvirenti (cl.1969) pregiudicato agli arresti domiciliari, Angelo Rau (cl.1962) pregiudicato agli arresti domiciliari, Consolato Salvatore Coppola (cl.1968) pregiudicato agli arresti domiciliari, Salvatore Santangelo (cl.1966) pregiudicato agli arresti domiciliari, Mattia Luca (cl.1975).