Paolo e Gabriele stavano facendo colazione nel noto locale Etoile d'or, nei pressi della Pescheria. Quattro uomini, senza alcun motivo, li aggrediscono sia verbalmente che fisicamente. «Chi era al bancone ha fatto finta di niente», raccontano
Violenza e insulti in un bar a una coppia omosessuale «T’ha stari mutu», «puppu», un calcio e due schiaffi
Fare colazione all’alba dopo una serata passata a ballare o al lavoro. Un rituale rispettato da migliaia di catanesi, ma che per una coppia di fidanzati si è trasformato in un episodio da dimenticare, con aggressioni verbali e fisiche. È accaduto il primo novembre, alle 5 del mattino, a Paolo e Gabriele (i nomi sono di fantasia). Dopo la serata di Halloween si fermano all’Etoile d’or, noto bar della Pescheria aperto l’intera notte. «Ci andiamo sempre, lo consideriamo un luogo tranquillo», afferma Paolo. «Eravamo in fila per prendere l’ordinazione, quando si avvicinano quattro persone che attaccano bottone. “Se ci date lo scontrino, ve li prendiamo noi i pezzi”, qualcosa del genere – ricorda il giovane – Ma non gli abbiamo dato retta». Paolo si allontana, ma Gabriele rimane separato da lui. Quando si avvicina «mi ha detto che gli avevano dato un calcio e detto puppo».
«Sono andato da loro a chiedere il motivo degli insulti – racconta – Mi hanno risposto: “Tranquillo m’bare, non ce l’ho con te. T’ha stari mutu». Ma pochi istanti dopo uno dei quattro dà due schiaffi a Paolo. «Non me lo aspettavo e mi sono anche spaventato – confessa il giovane – Io sono mingherlino, loro avevano una certa stazza». Dopo gli attimi di smarrimento, grazie anche all’intervento di due ragazze presenti nel locale, non prende il via una rissa. «Abbiamo avuto paura perché erano in tanti». All’interno del bar, intanto, nessuno sembra notare nulla. «Non so se chi era alla cassa si è accorto di qualcosa – riflette – Ma chi era al bancone ha fatto finta di niente».
L’episodio, ovviamente, scuote la coppia. «Mi sentivo a casa in quel locale, non pensavo di poter vivere una cosa del genere». E se da un lato non si dice convinto delle campagne di boicottaggio, dal canto suo Paolo e Gabriele non torneranno nel bar. «Non crediamo che il boicottaggio sia l’arma migliore – sottolineano anche i membri di Arcigay Catania in un comunicato – perché il risultato sarebbe la vittoria di quei balordi che hanno agito violenza sul nostro amico e compagno. Ma sarebbe altrettanto ingiusto continuare a dare soldi a chi assiste indifferente alla violenza perpetrata contro di noi». Che, aggiungono, è «la violenza contro chiunque; contro lo straniero, contro la femmina, contro l’alterità».
Quello accaduto ai due giovani è il secondo episodio accaduto nella stessa sera a Catania. Qualche ora prima, in una discoteca della zona di viale Africa, a tre ragazzi (una coppia omosessuale e una giovane transessuale) è stato impedito l’accesso sulla base di non meglio specificati motivi. «Se stiamo zitti vuol dire che altre persone potrebbero subire le stesse cose», afferma uno di loro, David. «Sono scene che riaccadranno. Stare in silenzio non è giusto».