Elezioni Fondo pensioni ex Sicilcassa: parla Giuseppe Santostefano

STA DIVENTANDO UN ‘GIALLO’ L’ESCLUSIONE DI UNA CANDIDATA VICINA ALLA FABI, IL SINDACATO PIU’ RAPPRESENTATIVO DEL MONDO BANCARIO DELLA SICILIA

C’è un po’di ‘maretta’ al Fondo pensioni dell’ex Sicilcassa. Ieri abbiamo parlato dell’esclusione di una candidata – la signora Celina D’Asta – dalle elezioni per io rinnovo del consiglio di amministrazione di questo organismo. Un’esclusione che è sembrata, a molti osservatori, un modo per colpire la FABI, alla quale la candidata esclusa è vicina.

Oggi, per saperne di più, abbiamo intervistato Giuseppe Santostefano, rappresentante della lista “Obiettivo vendita”. Il tema è sempre quello dell’esclusione della signora D’Asta dai candidati per il rinnovo del consiglio di amministrazione del Fondo pensioni dell’ex Sicilicassa.

Cosa è successo?

“E’ successa una cosa da non credere. Secondo me, la Commissione elettorale è andata in tilt: ha verbalizzato il contenuto del documento aziendale Unicredit che attestava il requisito richiesto, dicendo che il periodo di tre anni con incarichi direttivi era in difformità con le date d’inizio e di fine dichiarate dalla stessa candidata. Poi, dopo una mia osservazione, ha verbalizzato che lo stesso documento Unicredit non poteva essere accettato perché presentato oltre i termini temporali previsti”.

Come rappresentante della lista “Obiettivo vendita”, nella quale sono presenti parecchi rappresentanti FABI, quali sono state le osservazioni fatte alla Commissione elettorale?

“Premetto che il certificato è stato presentato nell’ultima riunione della Commissione elettorale del 30 ottobre, poiché nell’esame della documentazione presentata dalla collega D’Asta Maria Celina, nella precedente riunione della stessa Commissione elettorale, si riscontrava una correzione della data per un mero errore. Quindi sulla decisione della Commissione elettorale di non accettare la candidatura ho verbalizzato che mi riservavo di ricorrere per dimostrare che la collega aveva i requisiti richiesti (almeno tre anni di funzioni direttive). Quindi ho presentato il certificato Unicredit che attesta in maniera chiara che i suddetti requisiti temporali sono ampiamente rispettati”.

Ma allora perché non è stata accettata la candidatura?

“E’ quello che mi domando pure io. Come ho già detto, la Commissione è andata in palese contraddizione, perché in un primo momento verbalizza che dalla certificazione prodotta dalla candidata si evinceva “…l’obiettiva indeterminabilità del periodo… a causa di una correzione…” e che “…manca la corrispondenza tra le date dichiarate dalla candidata e quelle certificate da Unicredit…”. In ogni caso, la durata dei tre anni è ampiamente rispettata nell’uno e nell’altro caso”.

E dopo cosa ha verbalizzato la Commissione elettorale?

“Dopo una mia replica verbalizzata, dove sostenevo che le dichiarazioni della Commissione elettorale entravano nel merito del certificato Unicredit e che quindi, di fatto, veniva sanata la posizione della collega D’Asta, in quanto la certificazione aziendale era l’unica che poteva attestare il possesso dei requisiti richiesti, la stessa Commisisone, in maniera sconcertante, verbalizzava che la certificazione aziendale …non veniva accettata perché presentata dopo la scadenza dei termini…”.

Secondo Lei perché questo comportamento della Commissione elettorale, che accetta le autocertificazioni di tutti i candidati che dichiarano di avere i requisiti di professionalità, e non accettano la certificazione aziendale che evidentemente è l’unica fonte certa?

“Questo non lo so di certo, ma posso avere una mia idea”.

E qual è questa idea?

“La potrei dire solo in presenza del mio avvocato”.

 


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