Ai Benedettini, conferenza di Azione Giovani: un richiamo a trovare una soluzione alle imperfezioni della riforma del 3+2 e alla situazione della ricerca
I problemi dell’Università siano una priorità del governo
La Riforma Moratti è un tema che in questi giorni rende calda, bollente, l’aria nella Facoltà di Lingue di Catania. La scorsa settimana abbiamo assistito alla mobilitazione, al blocco delle lezioni, alle assemblee aperte al pubblico…ma la polemica non si placa. Si lotta affinché questa Riforma non venga attuata così come è stata pensata, quindi si cerca di cambiarla o, quanto meno, di modificarla.
Su questo tema, lunedì scorso, Azione Giovani – Alleanza Universitaria, riunita coi circoli di Idee & azione, Destra universitaria e Trinacria, ha tenuto una conferenza stampa in aula 74, o 69, come la chiamano alcuni, ovvero, l’aula dei rappresentanti degli studenti, tra i quali figura Salvo Angemi, unico consigliere di Idee & azione – Alleanza universitaria nella Facoltà di Lingue, che, nell’occasione, ha fatto gli onori di casa.
A questa conferenza erano presenti decine di studenti, provenienti un po’ da tutte le maggiori facoltà dell’Ateneo catanese, tanto da occupare parte dello spiazzo antistante l’aula.
Negli interventi di Claudio Milazzo, presidente di AU, Anna Quattrone, vice presidente e dei senatori accademici e consiglieri d’amministrazione intervenuti si è espressa la volontà di trovare una soluzione alla Riforma che, ormai incombente, presenta evidenti lacune.
Mauro Nicosia, consigliere d’amministrazione per Idee & azione – AU: “la riforma dei cicli universitari che ha visto la nascita del “3+2″, ha palesato, ormai, tutte le sue imperfezioni. Il proliferare di nuovi corsi di laurea senza una reale spendibilità nel contesto lavorativo, la cronica mancanza di fondi atti a sostenere le loro attivazioni, la mancanza di personale e le carenze strutturali degli atenei italiani, concorrono, alla scarsa competitività del sistema d’istruzione della nuova Riforma Moratti”.
Si è discusso, inoltre, sul come non si possa risolvere il problema dei “baronati” all’interno del mondo della docenza precarizzando l’universo della ricerca, nel tentativo di esercitarne un controllo. L’istituzione di concorsi nazionali, permetterebbe, al contrario, di operare nel rispetto della legalità e nell’interesse di un miglioramento dell’offerta didattica.
Secondo quanto dichiarato, inoltre, da Giacomo Bellavia, senatore accademico per AU, la mancanza di fiducia degli studenti e dei docenti nei confronti dell’Università italiana, non è certo una buona base di partenza per adeguare la formazione alle richieste del mercato lavorativo. Quindi urge fortissimamente una ristrutturazione del sistema Università, che deve diventare di primaria importanza nelle camere governative.
“Riteniamo che, nell’interesse comune alla soluzione di tutte queste problematiche – ha detto Milazzo – sia necessaria la nascita di un dibattito interno a tutte le anime presenti all’interno del sistema universitario, mirato ad una forte presa di coscienza e all’individuazione di una soluzione valida”.