Boschi siciliani in fiamme e ‘buco’ da 30 milioni di euro nella gestione degli operai della Forestale

IL VENTO DI SCIROCCO E LE ALTE TEMPERATURE DI IERI HANNO ALIMENTATO GLI INCENDI A MONREALE, GIACALONE, PARTINICO, BUONFORNELLO, CAMPOFELICE DI ROCCELLA, GIBILROSSA E IN ALCUNE AREE DELLE MADONIE, PIANA DEGLI ALBANESI. E ANCORA NELL’AGRIGENTINO, TRA SAN GIOVANNI GEMINI E BIVONA, NEL SIRACUSANO E SUI NEBRODI. TANTI GLI INTERVENTI DEI CANADAIR

Sembra un bollettino di guerra, invece è il racconto di ore drammatiche che, ieri, hanno riavvolto la Sicilia nelle fiamme. Vento di scirocco e gran caldo hanno facilitato una nuova ondata di incendi nella nostra Isola.

Tra le zone più colpite, la provincia di Palermo. A causa delle fiamme sviluppatesi nell’area di Buonfornello, è stato provvisoriamente chiuso l’allacciamento tra le autostrade ‘A19 Palermo-Catania’ e ‘A20 Messina-Palermo’ con conseguente traffico in entrambe le direzioni deviato dagli operai dell’Anas sulla strada statale 113 Settentrionale Sicula, tra gli svincoli di Buonfornello e di Cefalù. È stato necessario l’intervento sul posto di vigili de fuoco e personale dell’Anas per la gestione della viabilità.

La protezione civile di Campofelice di Roccella, è stata impegnata, inoltre, per diverse ore per domare le fiamme che hanno devastato parecchi ettari di macchia mediterranea in prossimità della vicina Collesano.

Un grosso incendio ha interessando una vasta area nella zona di Gibilrossa, sopra Cefalù, al cui spegnimento hanno partecipato i vigili del fuoco, il personale della Protezione civile supportati da due Canadair dei Vigili del fuoco, intervenuti sul posto.

Anche il territorio del monrealese è stato interessato dagli incendi di ieri che hanno colpito la zona di Busino a Giacalone. Sul posto è intervenuta la Protezione civile comunale, con il supporto di una squadra di Altofonte, gli uomini della Forestale (quelli che ancora il Governo di Rosario Crocetta deve pagare) ed i vigili del fuoco.

Il vento di scirocco ha alimentato altri vasti incendi alimentati, il più importante a Piana degli Albanesi, dove sono intervenuti i vigili del fuoco e gli addetti allo spegnimento della Forestale. Interventi anche nella zona tra Termini Imerese, Caccamo e Partinico, in contrada Turrisi.

Un vasto incendio, divampato intorno alle 13,00 di ieri, ha distrutto decine di ettari di pascoli, giardini e macchia mediterranea tra Castelbuono, Pollina e San Mauro Castelverde, sulle Madonie. Il fronte del fuoco, di sei chilometri, alimentato dall’impetuoso vento di scirocco. Oltre ai carabinieri, nella zona sono intervenute diverse squadre della Forestale, dei vigili del fuoco e della protezione civile. In azione anche un elicottero e un Canadair.

In azione anche gli elicotteri del Corpo forestale dello Stato intervenuti con propri mezzi in diverse zone dell’Isola.

Nel comune di Chiusa Sclafani (provincia di Palermo), in località Cardillo, un elicottero AB412 proveniente da Boccadifalco, è intervenuto per spegnere un vasto rogo.

Il Corpo forestale è intervenuto anche in provincia di Agrigento, dove un elicottero AB412 partito dalla base di BoccadiFalco (PA), per due distinti incendi domati in località Alpino Gasena nel Comune di San Giovanni Gemini e Diga Castello nel Comune di Bivona.

Pomeriggio di fuoco ieri anche nel siracusano. Un primo vasto incendio è divampato nel pomeriggio in contrada San Focà, nel territorio di Priolo. Le fiamme avrebbero lambito alcune abitazioni e sono state domate dai vigili del fuoco. Canadair in azione, invece, per lo spegnimento di un vasto rogo all’interno della riserva naturale fiume Ciane e Saline di Siracusa.

Anche il messinese ieri pomeriggio è stato interessato dal forte vento di scirocco che ha alimentato gli incendi nei Nebrodi. Nel pomeriggio le fiamme sono divampate sulla strada a scorrimento veloce che dal bivio di Gliaca di Piraino conduce a Sant’Angelo di Brolo.

E mentre è stato sufficiente l’arrivo dello scirocco per qualche ora a mettere in ginocchio la Sicilia, alimentando le fiamme che sono tornate a distruggere il territorio, prosegue lo stillicidio del Governo regionale ai danni degli operai forestali che rischiano di non completare le giornate di garanzia occupazionale previste per legge.

Come abbiamo già raccontato in altra parte del giornale, mancano 30 milioni di euro per il comparto e tra i 24 mila forestali siciliani cominciano i mugugni e le proteste.

Anche il mondo sindacale lancia l’allarme. Quei leader sindacali che hanno tenuto la candela al capezzale del Governo regionale celando i gravi problemi di bilancio, con una sfacciataggine che è pari solo alla loro disonestà intellettuale, adesso tentano di alzare la voce per giustificarsi con i lavoratori. Che facce di bronzo!

Il fallimento nella gestione nel 2014 del comparto forestale è dell’esecutivo come dei sindacati. Insieme, Governo Crocetta e sindacati hanno creato i presupposti per fare distruggere i boschi siciliani dal fuoco e per massacrare i lavoratori.

Una voce fuori da coro è sempre stata l’Ugl nel comparto forestale che ha condotto una battaglia contro il Governo del presidente Rosario Crocetta sin dal suo insediamento.

“Oggi, di fronte all’ammanco di 30 milioni di euro gridiamo allo scandalo – commenta Franco Arena, segretario regionale di Ugl Agricoli, Forestali e Pesca -. Il Governo regionale ha fallito la sua missione nel settore e non può presentarsi a fine settembre in queste condizioni finanziarie”.

“A luglio avevamo lanciato l’allarme sui conti che non ci convincevano ed avevamo ragione – afferma il sindacalista di Ugl – e proclamiamo lo stato di agitazione del comparto forestale, in sofferenza finanziaria e con a rischio i livelli occupazionali”.

“Il caos nei conti della Regione siciliana emerso nel corso dell’audizione dello scorso 18 settembre in Commissione Bilancio e Finanza all’Ars – aggiunge il segretario regionale di comparto dell’Ugl – rischia di ripercuotersi drammaticamente sui lavoratori e sulle giornate lavorative previste per legge che potrebbero non essere effettuate”.

“Gli addetti del servizio antincendio boschivo potrebbero non raggiungere le giornate minime pari a 151 entro il 15 ottobre – chiarisce Arena – così come i settantottisti, che hanno effettuato tra le 10 e venti giornate di lavoro a seconda del distretto di appartenenza, rischiano seriamente di non effettuare le 78 giornate di lavoro”.

Nota a margine

Una domanda al Governo Renzi che ha scippato un sacco di soldi alla Regione siciliana e la stessa domanda al presidente della Regione, Crocetta, che si è fatto scippare i nostri soldi senza ‘pipitiare’: quanto stanno costando i Canadair quest’anno? E chi li sta pagando? I siciliani con le tasse aggiuntive?

Due Governi inutili e dannosi, capaci solo di combinare grandi ‘casini’ amministrativi, politici, economici e sociali.
g.a.   

 

 


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