In Italia circa 40 mila tra ingegneri e architetti sono al di sotto della soglia di povertà

IL TEMA E’ STATO AFFRONTATO IN OCCASIONE DELL’APPROVAZIONE DEL BILANCIO CONSUNTIVO 2013 DELLA CASSA PREVIDENZIALE DI QUESTI PROFESSIONISTI

“Circa 40 mila tra ingegneri e architetti, il 27% degli iscritti attivi, versano in condizioni economiche al di sotto della soglia di povertà. È anche, ma non solo, compito di Inarcassa contribuire a creare le condizioni perché questi colleghi recuperino accettabili livelli di dignità nel lavoro”.

La notizia la leggiamo sul sito edilportale-il motore di ricerca dell’edilizia. 

 

Un’affermazione senza fronzoli, quella della Presidente di Inarcassa, Paola Muratorio, pronunciata in occasione dell’approvazione, da parte del Comitato Nazionale dei Delegati, del Bilancio consuntivo 2013 della Cassa di previdenza degli ingegneri e architetti.

“Il 2013 – si legge in una nota di Inarcassa – è il primo esercizio nel quale hanno iniziato a operare le riforme decise negli anni passati, che consentono ad Inarcassa di interpretare in modo innovativo il proprio ruolo istituzionale. L’Associazione oggi dispone della flessibilità strategica tipica di un operatore di welfare di elevata qualità che ha saputo sviluppare importanti servizi mirati alla sicurezza sociale, alla tutela sanitaria e al sostegno della libera professione, in favore di una popolazione cresciuta di numero e tendenzialmente più povera (iscritti: 167.092 di cui 77.597 ingegneri e 89.495 architetti; pensionati: 23.080)”.

“Porre gli associati al centro di tutte le scelte: è questo il nostro impegno e la nostra strategia – spiega Muratorio -. Da qui l’introduzione di pensioni minime a favore degli iscritti anziani e le agevolazioni alle contribuzioni per quelli più giovani; il programma di finanziamenti volto a sostenere l’attività dei liberi professionisti in difficoltà; la possibilità di coniugare previdenza, assistenza con altre prestazioni e servizi tipici di un ‘produttore’ di welfare integrato”.

“Un pacchetto di iniziative – sottolinea Muratorio – in cui abbiamo investito 98 milioni di euro per il 2013 a fronte, nello stesso periodo, di 79 milioni di euro di nuove pensioni erogate. Non dobbiamo dimenticare infatti, che circa 40.000 ingegneri ed architetti (il 27% degli iscritti attivi) versano in condizioni economiche al di sotto della soglia di povertà. È anche, ma non solo, compito della Cassa – conclude il Presidente – contribuire a creare le condizioni perché questi colleghi recuperino accettabili livelli di dignità nel lavoro”.

L’articolazione e la completezza degli interventi compiuti – si legge ancora nella nota – hanno consentito risultati superiori alle attese: l’avanzo economico di 787 milioni di euro è dovuto ad una significativa crescita del saldo della gestione previdenziale (606 milioni contro i 518 dell’anno precedente) e testimonia la corretta e prudente conduzione del rapporto tra contributi e prestazioni.

“Al tempo stesso – prosegue la nota – il conto economico ha beneficiato del positivo andamento della gestione patrimoniale e della costante riduzione dei costi di struttura derivante dagli ulteriori interventi di efficienza operativa adottati nell’anno. L’incremento del patrimonio netto a 7,3 miliardi di euro ed il rendimento del patrimonio gestito per l’esercizio 2013 costituiscono, in continuità con le politiche gestionali e previdenziali, la migliore garanzia della capacità di erogare servizi adeguati nel lungo periodo.

“L’attuale contesto economico – si legge sempre nella nota – sembra tuttora non consentire ottimismi nei confronti del futuro delle professioni. Proprio per questo, così come è stato fatto con l’istituzione di ‘Arpinge’, società dedicata allo sviluppo di opere infrastrutturali, Inarcassa proseguirà nel suo impegno mettendo a disposizione competenze e risorse a favore delle proprie categorie professionali e di attività di mercato complementari alla sua missione, rafforzando il proprio coinvolgimento sul piano economico e finanziario nazionale. Solo così potrà contribuire a stimolare la domanda di investimenti e l’assunzione di rischi, variabili queste che consentono una crescita stabile dell’economia del Paese.

 


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