Italia, è arrivato il momento di pensare al lavoro che non c’è e ai tanti poveri

MAGARI ANCHE L’UNIONE EUROPEA SI CONVINCE CHE LE POLITICHE KEYNESIANE, CHECCHE’ NE DICANO GLI ‘SCIENZIATI’ DELLA BCE, SONO DIVERNTATE UNA PRIORITA’

di Paolo Luparello

Sono passate poco più di 72 ore dalla chiusura dei seggi elettorali delle Europee 2014 e lo psicodramma in cui era caduta una parte dell’Italia sembra passato.

Gli italiani ci consegnano un quadro politico che dimostra, al di là di cosa ne possa pensare un premio Nobel italiano vivente, come ancora ci sia voglia di avere speranza nel futuro.

Riconoscendo a un partito di governo il consenso superiore al 40 % è come se gli italiani avessero detto al leader di quel partito di fare quel che c’è da fare… a partire dal mettere al centro dell’attenzione dell’agenda di Governo i giovani, i disoccupati, chi il lavoro lo sta per perdere o dal quale non riesce a trarre un reddito sufficiente per poter vivere dignitosamente e naturalmente i pensionati con pensioni da fame.

Il leader del partito di Governo è un uomo fortunato e una serie di fortunate coincidenze che si stanno verificando potrebbero aiutarlo nell’impresa di riportare il sereno nella nostra comunità.

La possibilità che la Banca centrale europea (Bce) la smetta di aiutare soltanto le banche, l’allargarsi del fronte degli “euroscettici” che potrebbe portare a più miti consigli i leader dei Paesi contrari all’adozione di politiche keynesiane, l’aumento della disoccupazione in Paesi dall’economia forte che dovrebbe farli riflettere sui rischi di un mercato asfittico per manifesta povertà, la stabilità che potrebbe caratterizzare il Governo italiano a seguito del risultato elettorale delle europee, l’approssimarsi per l’Italia del turno di presidenza dell’Unione europea, sono alcuni dei segnali che lasciano ben sperare affinché, già entro la fine dell’anno, qualcosa di buono possa succedere… Specialmente se una volta tanto tutti decideranno di fare il bene comune e non l’interesse della propria parte.

Ma, come dicevo, superato lo psicodramma, si torna al solito teatrino e chi pensava di avere perso adesso si convince che in fondo ha avuto un buon risultato (come si è potuto pensare che avere avuto, rispettivamente, il 21% e il 16 % dei voti possano essere considerate delle sconfitte nonostante, nel primo caso, una campagna elettorale suicida e, nel secondo caso, un leader affidato ai servizi sociali a causa di una condanna penale passata in giudicato) e chi contestava il leader del proprio partito, ed essere stato zittito dal 40% dei consensi, adesso torna ad avanzare qualche consiglio dal sapore di critica.

Milioni di disoccupati, oltre un milione di bambini italiani nella fascia della povertà, centinaia di migliaia di lavoratori in Cassa integrazione, milioni di pensionati con la pensione al minimo e certi politici si permettono di porre in cima alle priorità le riforme costituzionali o la legge elettorale?

Nei prossimi mesi si deve parlare soltanto di lavoro e di aiuti a chi non ce la fa. Tutto il resto è fuffa … sia che venga da sinistra, da destra, dal centro, dalle stelle o dalla Grecia.


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