Ebola, allo Spallanzani di Roma eventuali casi

Non c’è motivo di preoccuparsi. Il Ministero della Salute ha già dato indicazioni a tutte le regioni su come comportarsi nel caso in cui si sospetti un caso di Ebola e ha indicato nell’ospedale Spallanzani di Roma la struttura pià adeguata per fronteggiare eventuali casi”.

A parlare con LinkSicilia, è Pietro Clerici, Presidente dell’Amcli, l’Associazione Microbiologi Clinici Italiani, al quale chiediamo delucidazioni non solo in merito all’allerta lanciata dal Governo italiano (con la circolare del 4 aprile, come vi abbiamo raccontato qui) ma, in particolare, sul rischio che potrebbe esserci nei centri di prima accoglienza, di cui, come sappiamo la Sicilia è piena.

“Il rischio è remoto, ma è giusto che in casi come questi, con il nuovo focolare del virus scoppiato in Africa, l’attenzione venga estesa a tutti i punti di ingresso nel nostro Paese. Quindi anche i centri di accoglienza. La prudenza non è mai troppa, meglio averla in eccesso che in difetto. Comunque i medici, anche quelli che si occupano di immigrati, saprebbero riconoscere immediatamente i sintomi che sono molto violenti. E saprebbero cosa fare. Importante sottolineare, inoltre, che il contaggio avviene solo attraverso fluidi corporei non per via aerea”.

Clerici poi spiega a LinkSicilia che “è difficile che un malato di Ebola sopravviva ai cosiddetti viaggi della speranza se è vero che questi durano sempre mesi. Quindi sarebbe importante sapere sempre quanto tempo hanno impiegato gli immigrati per raggiungere le nostre coste”.

Ma ripeto- sottolinea Clerici- mi sento di potere tranquilizzare tutti. Il Ministero della Salute è stato tempestivo nell’allertare tutte le le regioni mentre medici dell’OMS sono stati inviati in Giunea per arginare l’infezione”.

Intanto dal Ministero della Salute arriva una strana comunicazione: “Nessun caso di Ebola in Sicilia”.  Ma chi ha mai detto che c’è stato un caso nella nostra regione? Così come si premura a precisare che neanche a Lampedusa ci sono stati casi, il direttore dell’Asp di Palermo, Antonio Candela. Il che è alquanto ovvio visto che a Lampedusa per ora non ci sono sbarchi.

La questione, infatti, non è stabilire se c’è stato o meno  un caso di ebola (tanto, probabilmente, per evitare allarmismi, non ce lo direbbero mai) ma,  capire cosa si sta facendo per fronteggiare una eventuale emergenza del genere. Va da sé che,  se l’Oms, il Ministero della Salute e pure l’Associzione dei microbiologi, lanciano un allerta,  e e viene indicato con precisione quale ospedale (lo Spallanzani di Roma nel caso dell’Italia)  debba occuparsi di eventuali casi, un motivo c’è. Non a caso negli aeroporti delle Capitali europee (da Londra a Bruxelles a Parigi) l’allerta è al massimo.

Sarebbe quindi interessante sapere se e come la Sicilia ha attivato le ‘misure d’attenzione’ nei porti e nei centri d’accoglienza che in questo momento sono in prima linea sul fronte immigrazione, oltre che negli aeroporti.

Abbiamo rivolto la domanda all’assessore regionale alla Sanità, Lucia Borsellino, da cui attendiamo una risposta nel pomeriggio.

L’Amcli sul virus Ebola: “Serve attenzione negli scali e nei centri di prima accoglienza”

Ebola, paura in Sicilia. I consigli di Medici senza frontiere

 


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