Le minacce per fare passare la via crucis sotto casa del boss, indagato sindaco componente dell’Antimafia

Minacce al comandante dei vigili urbani da parte del sindaco per modificare il percorso della processione del venerdì santo, nonostante le prescrizioni del questore, in modo che passasse sotto casa del boss. Per questo è indagato il primo cittadino di Cerda, cittadina di poco meno di 5000 abitanti in provincia di Palermo, Salvatore Geraci che è anche deputato all’Ars e componente della Commissione regionale antimafia. Eletto tra le fila di Sud chiama Nord e da poco transitato nella Lega, è stato lui stesso a comunicare di essere indagato dalla procura di Termini Imerese «per abuso d’ufficio e minaccia aggravata». Secondo la ricostruzione dell’accusa, avrebbe convocato il capo della polizia municipale Giuseppe Biondolillo nel suo ufficio in municipio e gli avrebbe intimato di scrivere al questore di Palermo Leopoldo Laricchia per chiedere che la processione pasquale del 2022 potesse tornare al percorso originario. Tragitto che era stato deviato per evitare che transitasse sotto casa del capomafia Vincenzo Civiletto, arrestato nell’operazione Black cat, già condannato in Appello per mafia e detenuto agli arresti domiciliari nella sua casa di via Roma a Cerda.

«C’è stato un tentativo di mascariamento da parte di chi mi ha denunciato – risponde il sindaco Geraci – ma non vi sono capi d’accusa relativi a un qualche coinvolgimento con la mafia, voto di scambio e mazzette. Sono sereno e fiducioso – aggiunge il primo cittadino – perché ho sempre agito nel bene». Per l’accusa, Geraci avrebbe minacciato il comandante dei vigili urbani di destituirlo e sottoporlo a un provvedimento disciplinare se non avesse scritto al questore per chiedere la modifica del percorso della processione religiosa e una fermata della via crucis all’incrocio proprio all’altezza dell’abitazione di Civiletti. «Al fine – si legge nell’avviso di conclusione delle indagini – di fare verificare il rincontro e ottenere consenso elettorale e il favore del comitato della Madonna addolorata di Cerda». Per la difesa, invece, la questione ruoterebbe attorno a una disputa con la Curia e alla richiesta che, come di consueto, due processioni in paese si incontrassero. In effetti, agli atti risulta che poi la processione ha modificato il percorso tanto che è stato necessario l’intervento dei carabinieri per evitare che passasse da via Roma, sotto casa del boss.

Secondo quanto emerso finora, dopo Pasqua, il comandante della polizia locale sarebbe poi stato sottoposto a un provvedimento disciplinare. Per la procura si tratta di un abuso d’ufficio da parte del sindaco, di una ritorsione. Tra i capi di imputazione per Geraci ci sarebbe anche il peculato. Questo per un episodio legato alla sagra del carciofo che si è tenuta a Cerda nel mese di maggio del 2022. Occasione in cui il primo cittadino, insieme ad altre sette persone (tra cui un ex assessore, un ex consigliere comunale, due funzionari e due imprenditori) finite nello stesso fascicolo, avrebbe deciso di non fare pagare la Tosap (la tassa sul suolo pubblico) ad alcuni stand. Intanto il caso è arrivato all’Ars e c’è chi ha chiesto già le dimissioni di Geraci dalla commissione antimafia. «Non possiamo permetterci che su un componente penda un sospetto così grave – afferma il vicepresidente della commissione e suo ex compagno di partito Ismaele La Vardera – che coinvolgerebbe addirittura un soggetto che sta scontando una pena per mafia».


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