«Una preghiera laica all’amore». Storia, leggenda, natura, cultura e arte. C’è tutto alla Pillirina. L’area di Punta della Mola che si trova sul litorale nord-orientale della penisola del Plemmirio a Siracusa e che prende il nome da un mito che adesso è diventato un cortometraggio in cui a vestire i panni della pillirina (la pellegrina) è […]
La leggenda della Pillirina in un corto. Maria Grazia Cucinotta: «È un posto dove il tempo si è fermato»
«Una preghiera laica all’amore». Storia, leggenda, natura, cultura e arte. C’è tutto alla Pillirina. L’area di Punta della Mola che si trova sul litorale nord-orientale della penisola del Plemmirio a Siracusa e che prende il nome da un mito che adesso è diventato un cortometraggio in cui a vestire i panni della pillirina (la pellegrina) è Maria Grazia Cucinotta. «Sono andata via a 18 anni dalla Sicilia cercando qualcosa di meglio della mia terra ma non l’ho mai trovato», racconta a MeridioNews l’attrice originaria di Messina che adesso è la protagonista del corto che è l’opera prima di Toni Pellegrino. Imprenditore e hairstylist – partner L’Oréal che ha cinque saloni nell’isola a Catania, Misterbianco, Siracusa, Noto e Modica – Pellegrino ha deciso di dare forma alla sua arte anche come produttore e direttore artistico. Un corto che, ieri sera, è stato presentato in prima assoluta all’Ortigia Film Festival di Siracusa. «Ho voluto raccontare una leggenda siciliana che merita di essere conosciuta anche oltre i confini dell’isola». Quella della Pillirina è la storia di una ragazza di una famiglia ricca che, a un certo punto della sua vita, si innamora di un pescatore. Una relazione ostacolata dalla famiglia che avrebbe voluto per lei un marito di pari grado sociale. Un amore vissuto nelle notti di luna piena sulla spiaggia di Punta della Mola fino a quando lui una sera non si presenta più: il mare in tempesta non gli ha lasciato scampo e, in quello stesso mare, decide di morire anche lei. «È un posto dove il tempo sembra essersi fermato», commenta Cucinotta.
Una meraviglia ambientale e culturale, una delle più importanti necropoli storiche della Sicilia che, negli ultimi anni, è diventata il terreno del contendere con gli ambientalisti locali da una parte e dall’altra il marchese torinese Emanuele Di Gresy. Proprietario di una parte dell’area che, dopo essersi visto bocciare il progetto di costruire un resort di lusso, conta di realizzarci un residence. Per tornare alla leggenda, pare che lì sulla scogliera i pescatori dal mare riescano ancora a scorgere la sagoma della pillirina e a sentire il suo pianto straziante. «È una grandissima storia d’amore che abbatte ogni barriera e ogni muro, da quelli familiari a quelli sociali», spiega Pelligrino che prima dell’incontro con il regista Fausto Cavaleri non la conosceva ma di cui si è subito appassionato. «Ho pensato subito che a interpretare la pillirina avrebbe potuto essere solo lei: Maria Grazia Cucinotta». Una proposta su cui l’attrice ha ammesso di non avere nemmeno dovuto riflettere. «Quando si arriva in quella baia della Pillirina – racconta a MeridioNews – si viene accolti da un abbraccio che è quello dell’amore dei protagonisti della leggenda».
Un luogo che, per certi sensi, sarebbe anche quasi magico. «Quando mi sono immersa in acqua per girare una scena, ho perso un anello che aveva la maglia come una rete di un pescatore. Ho pensato subito che quella rete fosse tornata a chi apparteneva». Una perdita che, però, sarebbe stata più che ricompensata. «Ho trovato cuori dappertutto: molti sassi e conchiglie con quella forma li ho raccolti e li ho portati a casa con me. Dalle foto, ho notato che c’erano cuori anche sulla scogliera», aggiunge Cucinotta che esclude categoricamente possa essersi trattato solo di suggestione. «È stato emozionante – ammette l’attrice – interpretare una donna che si innamora di un amore che non finisce ma che supera perfino le barriere della vita e della morte e che diventa eterno in un luogo che ancora lo racconta». Un cortometraggio che ripesca le figure della mitologia greca di Eros e Thanatos e le ricontestualizza anche tramite la voce narrante di Antonio Catania che, in certi momenti, utilizza anche il dialetto siciliano. «La Pillirina ci insegna che dobbiamo ascoltare noi stessi per non rischiare di essere infelici tutta la vita», conclude Toni Pellegrino svelando il senso che ha avuto per lui mettere in scena questa leggenda. «L’amore è una rete in cui tutti restiamo intrappolati – chiosa Cucinotta – Quello di questa storia è un amore vero ed eterno da cui dovremmo prendere esempio per non restare invischiati in reti che non sono belle. La Pillirina ci insegna che l’amore è talmente infinito che dobbiamo andare avanti finché non troviamo quello che resta in eterno».