«Non serve un cambio di passo sulla sicurezza». Era il 9 giugno scorso quando il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi dettava la road map per la città di Catania: i finanziamenti per le telecamere, ma come per le altre aree metropolitane, dei servizi mirati nei quartieri più a rischio e una decina di agenti in più […]
Catania a mano armata, quanto si è sparato in città nelle ultime settimane. L’infografica
«Non serve un cambio di passo sulla sicurezza». Era il 9 giugno scorso quando il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi dettava la road map per la città di Catania: i finanziamenti per le telecamere, ma come per le altre aree metropolitane, dei servizi mirati nei quartieri più a rischio e una decina di agenti in più entro il 2023. Un tema, quello della sicurezza diventato nodo centrale della recente campagna elettorale, che sembrava essere quasi ridimensionato. Da quel pomeriggio in prefettura è passato un mese e le pistole e i mitragliatori in città non hanno mai smesso di sparare. Agguati, atti dimostrativi, persone ferite e anche un omicidio. Una serie di eventi che MeridioNews mette insieme in questa linea del tempo così da poterli leggere e analizzare fuori dal vortice della cronaca quotidiana. Senza possibilità di smentita, bisogna evidenziare come a Catania si sia sparato con una regolarità impressionante con i quartieri popolari sempre più trasformati in zone franche in cui, con difficoltà, le forze dell’ordine cercano di fare sentire la propria presenza. L’arrivo del ministro è stato preceduto da una sparatoria in un noleggio di auto. Una persona ferita, decine di bossoli a terra e l’idea che dietro i fatti possa esserci una forte tensione tra gruppi mafiosi contrapposti.
Lo stesso giorno in cui Piantedosi ridimensionava la questione sicurezza si tornava a sparare lungo viale Bummacaro con un 20enne vittima di un agguato. Appena tre giorni di pausa e poi, in pieno giorno, vengono esplosi alcuni colpi di pistola in una traversa del viale Mario Rapisardi. Una rapina che poteva finire in tragedia con il malvivente bloccato da un passante. Dal 14 al 17 giugno vengono registrati addirittura tre eventi. Si comincia al Villaggio Sant’Agata con gli spari all’indirizzo di un pregiudicato che riesce a però a fuggire trovando riparo a casa di un giovane emergente del panorama mafioso e del mondo degli stupefacenti. Lo stesso giorno, qualcuno imbraccia un mitragliatore da guerra AK47 e spara lungo viale Bummacaro. Una sorta di dimostrazione, così come quella avvenuta il 17 giugno in via Capo Passero, nel quartiere Trappeto Nord. Ignoti prendono di mira la macchina di una donna, sposata con un noto pregiudicato della zona. Non distante alcuni passanti notano e segnalano alle forze dell’ordine delle persone armate a bordo di alcuni mezzi a due ruote.
L’evento più grave è quello del 30 giugno. In un appartamento in via Santo Cantone, nel quartiere Nesima, si danno appuntamento cinque persone. Due di loro vengono raggiunte da alcuni colpi di pistola. Si tratta di un giovane albanese di 27 anni, che morirà alcune ore dopo i fatti, e di un pregiudicato catanese che incredibilmente si salva. Insieme alle vittime ci sarebbero state altre tre persone. Due si consegnano in questura, mentre l’altra viene fermata. Si tratta di Giovanni Pasqualino Di Benedetto, che adesso dovrà rispondere di tentato omicidio e omicidio, e dei suoi due presunti complici: Pasqualino Ranno e Antonino Castelli, entrambi pregiudicati. Il mese di luglio finisce com’era finito giugno. Un pregiudicato di 47 anni, che secondo quanto risulta a MeridioNews è Tommaso Carmelo Privitera, viene gambizzato mentre si trova in sella al proprio dello scooter. L’uomo si salva e raggiunge l’ospedale per farsi curare.