Si potrebbe dire che l’Ars lavora poco, ma quando lavora non risparmia sorprese. E così arriva una giornata travagliata per il governo regionale, che pure incassa un importante sì, quello sulla proroga dei commissari delle province, ma anche una sconfitta a voto segreto e persino gli immancabili scricchiolii interni alla maggioranza. Andando per gradi: oggi […]
L’Ars torna produttiva e il governo va subito sotto su un emendamento sui commissari delle province
Si potrebbe dire che l’Ars lavora poco, ma quando lavora non risparmia sorprese. E così arriva una giornata travagliata per il governo regionale, che pure incassa un importante sì, quello sulla proroga dei commissari delle province, ma anche una sconfitta a voto segreto e persino gli immancabili scricchiolii interni alla maggioranza.
Andando per gradi: oggi doveva essere la giornata del via libera al disegno di legge sul dimensionamento scolastico presentato dalla Democratica Valentina Chinnici. Si tratta di una legge voto, che il parlamento regionale doveva approvare per finire poi direttamente sui banchi del governo nazionale, che a quel punto si troverà a decidere se dare ascolto alla Sicilia e fermare l’accorpamento di moltissime scuole in tutta Italia (cento delle quali nella sola Sicilia), oppure bocciare la norma. La votazione dell’Assemblea era attesa per la scorsa settimana, rinviata per il lutto dopo la scomparsa di Silvio Berlusconi. Una volta approdata a sala d’Ercole però il gradimento è stato trasversale e l’approvazione è arrivata all’unanimità.
Stesso discorso – approvazione all’unanimità – per la richiesta di proroga dei commissari delle province. Ma qui sono arrivate le sorprese. Una richiesta, quella della maggioranza, che ha presentato il ddl, che – è bene dirlo – nulla ha a che vedere con il cammino verso la riforma delle province, uno dei baluardi programmatici del governo Schifani, ma consente di non lasciare scoperti gli enti in attesa che da Roma arrivi l’ok per il ritorno definitivo dei presidenti eletti dai cittadini o ancora peggio evitare che si sia costretti a procedere a elezioni di secondo livello – quelle previste dalla riforma crocetta – per poi procedere a nuove elezioni, questa volta di primo livello, subito dopo.
La discussione, che andava avanti senza particolari sobbalzi, con l’opposizione critica a tutto tondo sulla riforma, si è però arenata prima sull’intervento di Luisa Lantieri, deputata di maggioranza, che ha chiesto al governo un ricambio tra i commissari in quanto non eletti dai cittadini, una frecciata alla quale neanche l’opposizione più ardita aveva osato pensare. E poi la caduta: il deputato del partito democratico Dario Safina propone un emendamento che prevede di attingere i commissari solo dal bacino dei dirigenti regionali in servizio. Si va al voto segreto. Fatale. Governo e commissione dicono di no, l’Assemblea dice di sì: 35 a 30 per l’emendamento del deputato trapanese, che finisce in un articolato che a fine giornata, come già detto, sarà approvato all’unanimità.