«Il branco di 15 persone che il 4 dicembre ha colpito in via Maqueda, angolo via Candelai, è stato identificato e assicurato alla giustizia: 13 sono minorenni, adusi purtroppo alla violenza come unica modalità espressiva». Lo ha detto il questore di Palermo Leopoldo Laricchia sull’operazione che ha permesso di scoprire nel capoluogo una baby gang. Cinque minori, accusati di […]
Baby gang a Palermo, identificati 13 minorenni: «La violenza è l’unico modo in cui si esprimono»
«Il branco di 15 persone che il 4 dicembre ha colpito in via Maqueda, angolo via Candelai, è stato identificato e assicurato alla giustizia: 13 sono minorenni, adusi purtroppo alla violenza come unica modalità espressiva». Lo ha detto il questore di Palermo Leopoldo Laricchia sull’operazione che ha permesso di scoprire nel capoluogo una baby gang. Cinque minori, accusati di lesioni aggravate in concorso, sono finiti in custodia cautelare in una comunità. La violenta aggressione è avvenuta in pieno centro storico a Palermo: 15 persone armate di tirapugni. Le vittime portate in ospedale con una prognosi di 40 giorni riportarono anche fratture alla mandibola e trauma cranico che comportarono un intervento chirurgico maxillo-facciale con l’applicazione di protesi.
Tramite le immagini dei sistemi di videosorveglianza sono stati identificati i componenti della baby gang, circa quindici, di cui due maggiorenni denunciati alla procura. Gli autori del violento pestaggio sono stati identificati anche grazie alle foto fatte dagli aggrediti, dall’analisi dei cellulari, dai tabulati telefonici e dai profili social dei componenti della banda. Sono state, inoltre, eseguite perquisizioni e sequestri di apparati radiomobili a carico di altri otto minorenni, indagati per il medesimo reato, ma non destinatari di un provvedimento restrittivo. «Una violenza feroce – ha osservato il questore – priva di freni, apparentemente immotivata. In realtà, la motivazione che nasconde è più preoccupante perché si alimenta dall’istinto di sopraffazione del prossimo, fino ad annullarlo. Le lesioni prodotte alle vittime sono gravissime. E tutto in nemmeno due minuti. Neanche il tempo di avvisare le forze di polizia – ha concluso Laricchia – figuriamoci di intervenire in flagranza».