Questo è un coccodrillo politico per Enzo Bianco. Ovviamente non definitivo: la politica è fluida, anche se su Bianco pende la condanna della Corte dei Conti che gli vieta di candidarsi per dieci anni. Ma che la sua lista Con Bianco per Catania sia al momento (146 sezioni scrutinate su 336) ferma sotto il 3 […]
Coccodrillo politico per Enzo Bianco / L’asso di mazze
Questo è un coccodrillo politico per Enzo Bianco. Ovviamente non definitivo: la politica è fluida, anche se su Bianco pende la condanna della Corte dei Conti che gli vieta di candidarsi per dieci anni. Ma che la sua lista Con Bianco per Catania sia al momento (146 sezioni scrutinate su 336) ferma sotto il 3 per cento la dice lunga, anche dell’idea di candidarsi solo contro tutti, idea che ha aperto una feroce polemica tra Mario Crocitti e Anthony Barbagallo, polemica subito rientrata dopo l’esclusione di Bianco dalla corsa elettorale, che, a mio avviso, non è sembrata una cosa molto coerente.
Il non arrivare al 3 per cento della lista Con Bianco per Catania sancisce la fine (certo, forse momentanea, forse, ma forse) dell’Enzo Bianco che conoscevamo e che si è intestato una bella stagione catanese per poi sprofondare in quel discutibile stagione licandresca fatta di mostre di tazzine di Picasso e di «mostre più importanti del secolo secondo il New York Times» a totale insaputa del NYT, ma anche di inaugurazioni di semafori e strisce pedonali e comunicati stampa sull’installazione di posacenere e asfalto sulla facciata del Duomo.
Ammetto che con Enzo sono stato amico, è una persona davvero liberale e la sua amicizia non è mai venuta meno neanche quando satireggiavo quotidianamente sulla sua ultima sindacatura, fontana-bidet compresa al Tondo Gioieni (e comunque sono un fan del bidet). Ma ricordo davvero un’epoca in cui erano tutti amici di Bianco, la nobiltà, l’alta e la bassa borghesia, ‘a jintuzza, il mondo universitario, insomma tutti. Cosa è successo poi non sta a me dirlo, ma qualcosa deve essere successo.
Possiamo prevedere che il 2 virgola qualcosa per cento della sua lista sarà imputata alla gestione Barbagallo, il cui Pd è fermo sotto il 9 per cento, ben sotto la media nazionale, numeri con i quali dovrà fare sicuramente i conti. Anche il crollo dei Cinquestelle, al momento sotto al 6 per cento è un disastro, probabilmente perché questa alleanza col Pd fa male a entrambi.
Vedremo le analisi, le spiegazioni, le giustificazioni. Anche se secondo me finisce a strappate di capelle.