Casteltermini: ” Vessati da Girgenti Acque, non ci fermeremo”. Al rogo le bollette

Casteltermini è sul piede di guerra.  Nel comune in provincia di Agrigento, amministratori e cittadini si sono stretti in un fronte comune per dire no a quella dittatura dell’acqua che sta esasperando gli animi. Nel mirino c’è Girgenti Acque, la società che gestisce il servizio di distribuzione idrica e che recapita bollette da capogiro.

Stamattina, di buon’ora, una nutrita folla di persone capitanata dal Sindaco, Nuccio Sapia, si è radunata all’ingresso della città. Poi verso le 8.30, tutti in piazza. Lì i cittadini hanno dato fuoco alle bollette. Un messaggio forte e chiaro: “Siamo vittime di una vera e propria vessazione- dice a LinkSicilia il Primo Cittadino di Casteltermini- ci vengono recapitate bollette incredibili per un bene che è di tutti. Solo per farle un esempio, ad una coppia di anziani è arrivato un papello di 7mila euro. Una follia che si aggiunge a tutte gli altri balzelli introdotti dai Governi. Avevo chiesto  la sospensione delle bollette superiori alle 350 euro, in attesa di rivedere, in contraddittorio, le posizioni. E’ una rivolta vera e propria, la gente non ce la fa più”.

Con la manifestazione di stamattina (nella foto  una immagine del raduno)- aggiunge Sapia- abbiamo voluto ribadire che vogliamo riappropriarci della nostra città e dei nostri diritti. Come avevamo garantito al Questore, si è trattata di una protesta sicuramente molto partecipata, ma del tutto pacifica. Questo però non significa che ci fermeremo, andremo avanti e se sarà il caso arriveremo fino a Palermo e siamo sicuri che molti altri Comuni, anche di altre Province si uniranno a noi“.

Nel capoluogo siciliano, come sappiamo, dalle parti dei Palazzi del potere, sul tema dell’acqua pubblica si fanno orecchie da mercante: “Continuano ad ignorare i risultati del referendum del 2011 e le iniziative legislative dei Comitati pro-acqua pubblica, questo atteggiamento è vergognoso”.

Ricordiamo al Sindaco che anche la decisione, sancita nella Legge di stabilità approvata dall’Ars, di mantenere in vita Siciliacque (la società che gestisce le infrastrutture idriche) sembra un segnale che va nel senso opposto al ritorno dell’acqua pubblica: “Per quanto tempo pensano di potere ignorare la volontà dei cittadini? Noi, ripeto, non ci fermeremo”.

Possibile che anche questa storia sia l’ennesima farsa di un Governo che promette rivoluzioni e che si sta rivelando in realtà alquanto reazionario e tenero con i poteri forti (dai signori che gestiscono il business dell’acqua, dei rifiuti fino alle compagnie petrolifere ai quali l’esecutivo regionale ha fatto un super sconto sulle royalties) ? Possibile che anche il tema dell’acqua pubblica sia stato usato per pura propaganda elettorale?

Così pare. Ma la sensazione è che questa volta stiano  giocando col fuoco.

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