Il giornale on line britannico aveva messo in rete un video dove si diceva che l'ex presidente della regione aveva attaccato giovanni falcone. Notizia errata. Cosi, in perfetto stile british ha ammesso l'errore
Il Daily Telegraph riconosce di aver sbagliato: risarcito Totò Cuffaro
IL GIORNALE ON LINE BRITANNICO AVEVA MESSO IN RETE UN VIDEO DOVE SI DICEVA CHE L’EX PRESIDENTE DELLA REGIONE AVEVA ATTACCATO GIOVANNI FALCONE. NOTIZIA ERRATA. COSI, IN PERFETTO STILE BRITISH HA AMMESSO L’ERRORE
Alla fine si sono stretti la mano. Salvatore Cuffaro e la società “Telegraph Media Group Limited”, editrice del “Daily Telegraph”, hanno raggiunto un accordo di conciliazione in materia di diffamazione a mezzo stampa.
Come noto, la procedura di conciliazione costituisce dal settembre 2013 la condizione di procedibilità per potersi successivamente rivolgere ad un Tribunale. Di solito accade che questa procedura si risolva in un nulla di fatto – perché le parti non vogliono sentirne di accordarsi – e la lite finisce nella aule di giustizia. Stavolta invece non è andata così.
L’intesa siglata dai legali dell’ex presidente della Regione siciliana, Salvatore Cuffaro, Salvatore Ferrara e Giovanni Gruttad’Auria, e dal legale della società londinese, l’Avvocato Gianluca Massimei, della Law Firm internazionale “Nctm”, è stata raggiunta presso l’Organismo di media-conciliazione “MedialawItalia s.a.s.” di Palermo.
Ma quale era il nodo del contendere? Nell’edizione on line del Daily Telegraph, primo quotidiano britannico per tiratura e diffusione, era apparso un video tratto da Youtube ed intitolato: “Costanzo Show: Totò Cuffaro aggredisce Falcone”. La falsa notizia di questa inesistente aggressione era giunta Oltre-Manica dopo che dalla Procura di Palermo era trapelata la notizia di un’indagine a carico degli autori del video e di alcuni commenti postati on line, a seguito di una querela presentata da Salvatore Cuffaro.
L’autore del pezzo, Mattew Moore, a corredo del video, aveva condito la notizia sostenendo a sua volta che un allora giovane Salvatore Cuffaro avesse attaccato giornalisti e magistratura e che “One of the targets of his ire was Giovanni Falcone”. La notizia però era falsa.
Cosa accadde in realtà in quel 26 settembre del 1991 quando il mondo intero conobbe Totò Cuffaro? Quel giorno si tenne la storica staffetta televisiva tra il “Maurizio Costanzo Show” e “Samarcanda” in memoria di Libero Grassi, coraggioso imprenditore ucciso dalla criminalità organizzata per essersi opposto alle richieste di pizzo.
Nel corso della trasmissione i giornalisti diedero la parola anche al “pentito” Rosario Spatola che, tra le altre cose, affermò senza mezzi termini che Calogero Mannino, in quel momento uomo politico di riferimento del giovane Cuffaro, fosse un uo o d’onore.
L’allora giovane Totò, presente al Teatro Biondo, perse la pazienza. Nell’intervento, che riuscì a strappare a Michele Santoro, Cuffaro attaccò i giornalisti e il Giudice Istruttore che conduceva l’inchiesta avviata dalle dichiarazioni di Spatola, il dott. Francesco Taurisano. Ma nulla disse, ovviamente, contro Giovanni Falcone, che anzi fu l’unico in trasmissione a ricordare che i processi si dovrebbero celebrare con le prove e non per le pressioni di chi vorrebbe far politica usando l’arma della giustizia. Storico, a tal proposito, il suo durissimo scontro con Leoluca Orlando.
Nell’ottobre del 1991 si scoprì che Spatola aveva mentito nei confronti di Mannino, e lo stesso Spatola, due anni dopo, ammise di aver mentito nel corso di un suo nuovo pentimento. Ciò nonostante, Salvatore Cuffaro volle scusarsi e risarcire Taurisano per le espressioni durissime che aveva usato nei suoi confronti, pur avendo ragione sull’infondatezza di quell’inchiesta che questi stava conducendo contro il suo deputato di riferimento. Come noto, poi fu avviata un’altra indagine nei confronti dell’ex ministro Mannino, questa volta per concorso esterno in associazione mafiosa, conclusasi dopo quasi 15 anni di alterne vicende con una assoluzione in Cassazione.
Ecco dunque l’antefatto alla conciliazione odierna. Gli inglesi, probabilmente avvezzi alle ADR (Alternative Dispute Resolution), una volta resisi conto della verità storica dei fatti, non hanno atteso il giudizio di condanna di un giudice, ma si sono assunti le proprie responsabilità. Hanno risarcito Cuffaro ed hanno rimosso l’articolo.
Una vera lezione di eleganza e correttezza in perfetto stile british, apprezzata pubblicamente dai legali di Cuffaro.