Il Governo viola le norme e gli enti sono al collasso. Il ‘caso’ Mac di Siracusa

LE RIPETUTE VIOLAZIONI NORMATIVE E LA DISAPPLICAZIONE DEGLI ATTI AMMINISTRATIVI DA PARTE DELL’ESECUTIVO REGIONALE CAUSANO SMOTTAMENTI E SCONQUASSO NEL SETTORE. C’E CHI E A UN PASSO DALLA CHIUSURA DELLE ATTIVITA’

Si apre una nuova emergenza sociale nel settore formativo. Ritardi, inadempimenti e disapplicazione delle norme sarebbero alla base del collasso finanziario di alcuni enti formativi. A causarlo, il Governo regionale che, per mano delle “Tre Marie” – al secolo, Patrizia Monterosso, Anna Rosa Corsello e Nelli Scilabra (alla quale si aggiunge l’architetto ‘filosofa teroretica’, Ester Bonafede), starebbe spingendo diversi enti formativi al margine del mercato.
Quale lo scopo? Quello più volte annunciato dal presidente Rosario Crocetta: “cacciare” tutti gli enti formativi e precarizzare i lavoratori attraverso un contratto a tempo presso il Ciapi di Priolo. Clientelismo o cosa? Da soluzione straordinaria e tampone per contrastare l’emergenza sociale pare si stia rivelando, invece, la strategia dell’esecutivo.
Dunque ingrossare la struttura formativa siracusana, di proprietà della Regione siciliana, cancellando gli enti formativi. Un proposito che sempre più si sta affermando come nuovo modello di riferimento. E mentre a Priolo si ride a qualche chilometro di distanza c’è chi piange.

Gli effetti dell’inerzia e dei ritardi hanno costretto l’ente di formazione Movimento apostolico ciechi (Mac) di Siracusa a chiudere le attività formative. La notizia riportata dal quotidiano online siciliaonpress scuote il mondo della Formazione professionale poiché emblematica di un complessivo stato d’emergenza non solo sociale ma anche di tenuta complessiva del sistema formativo regionale.
Un settore alla deriva, soggiogato dall’approssimazione nell’impulso politico e amministrativo degli assessori Nelli Scilabra ed Ester Bonafede, rispettivamente alla delega della Formazione professionale e del Lavoro. Una larga parte degli enti formativi è in ginocchio per effetto di ritardi non più giustificabili da parte dell’Amministrazione regionale che appaiono sempre meno casuali e che potrebbero appesantire le responsabilità della dottoressa Corsello, dirigente generale dei dipartimenti Lavoro e Formazione professionale.
A spingere i vertici dell’ente formativo Mac di Siracusa a trasmettere agli assessorati competenti una lettera di “cessazione attività formativa” la gravissima crisi finanziaria determinata dagli enormi ritardi nell’erogazione dei finanziamenti decretati. Aspetto che comporterà con ogni probabilità l’ennesimo contenzioso nei confronti della Regione siciliana perché l’ente avvierà le necessarie azioni legali ai fini della tutela dei propri interessi ed in particolare per il riconoscimento di quanto dovutogli, oltre al risarcimento dei danni subiti e subendi a causa delle omissione dei ritardi ascrivibili esclusivamente all’amministrazione regionale.

Più volte abbiamo raccontato dalle pagine di questo giornale come il sistema di “lacci e laccioli” abbia imbavagliato i procedimenti amministrativi posti alla base del funzionamento del settore formativo. E la responsabilità non è solamente della burocrazia, ma con ogni probabilità dei livelli decisionali, politico e amministrativo.
In poche parole, l’indirizzo dell’assessore Scilabra e l’atteggiamento della dottoressa Corsello fanno sempre più pensare ad una volontà distruttiva, di smantellamento del settore. Per privilegiare chi? E questo lo si evince non solo con le giuste e legittime denunce su ruberie e illegalità che hanno portato al definanziamento di una decina di enti formativi, ma anche con i ritardi sulle erogazioni delle anticipazioni ai finanziamenti decretati e sul blocco delle procedure di rendicontazione della attività corsuali già concluse.
La decisione assunta da Mac di chiudere le attività ne è un esempio. Un ente pulito e correttamente gestito che si ritrova però in dissesto finanziario per una serie di cause richiamate nella citata nota. Non sono più sostenibili, per esempio, le conseguenze determinate dagli enormi ritardi accumulati dall’Amministrazione regionale, unica committente e finanziatrice, nell’erogazione dei finanziamenti decretati anche in relazione ad attività già da tempo completate, rendicontate e revisionate positivamente.
Altra criticità la mancata erogazione in favore di Mac del secondo acconto in relazione alla prima annualità dell’Avviso 20/2011 ad attività da tempo completate. Acconto che è stato erogato solamente il 30 dicembre, con un ritardo di 6 mesi e per giunta decurtato per via del recupero coatto della somma di circa 125 mila euro a valere sulle integrazioni degli anni 2006 e 2007. Un ente che invece di ricevere circa 300 mila euro, tale è stato il finanziamento della prima annualità dell’Avviso 20/2011, ne otterrà, con notevoli ritardo, la metà perché alle decurtazioni già applicate si aggiungerà anche un ulteriore recupero di 35 mila euro come integrazione per l’anno 2008.

Recuperi coatti sulle risorse comunitarie praticati dall’amministrazione regionale che appaiono sempre più illegittime, come più volte raccontato in precedenti articoli dalle pagine di questo giornale. In tale caso l’amministrazione regionale violerebbe l’articolo 14 del citato Avviso, oltre all’impegno assunto con le parti sociali in sede di sottoscrizione degli accordi nel giugno 2013.
Era stato proprio il dirigente generale dell’epoca, Ludovico Albert, a chiarire in una nota del 10 novembre 2011 che “gli organismi di formazione che presentano le proposte progettuali sono chiamati a rispettare la natura di lex specialis dell’Avviso che risulta vincolante in modo inderogabile per tutti i soggetti interessati compresa l’amministrazione appaltante”.
Il Governo Crocetta però avrebbe dimostrato in questi mesi di infischiarsene modificando più volte lo stesso contenuto del citato Avviso 20. Una sequela di violazioni e inadempienze commesse dal Governo della rivoluzione che continua a mietere vittime tra gli enti formativi e ad amplificare lo stato di povertà in cui versano i lavoratori. Un fallimento a tutto tondo che non ha impedito al Governo Crocetta di proseguire nella direzione dell’indebolimento degli enti formativi e della disperazione di dieci mila lavoratori.


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