Riprendiamo la recensione ittico-ottica di Nemo, che anticipa un commento sullultimo Camilleri. Già La vampa di Agosto aveva deluso molti fans, ma lamatissimo commissario sembra destinato a una fine davvero ingloriosa: un rifugio nella natura e nella misantropia
La miserrima fine del commissario Montalbano
Ho letto La Taliatura della Triglia, lultimo romanzo di Camilleri, in anteprima grazie al mio amico Tano Pappiri. Dopo quello erotragico de La vampa dAgosto, questo conclude e risolve, in più sensi, molti snodi e dubbi che fino ad adesso hanno incuriosito milioni di amateurs di Fela e Vigata. La lingua camilleriana, da sempre valore aggiunto, per alcuni, come per altri è invece sacrilegio, si affina fino a rasentare i silenzi di un siciliano scettico e senza speranza, arrivato ai consuntivi di una vita monca di felicità.
Questultimo Montalbano è un materialista rassegnato, che riversa i propri dolori in una cucina sempre più abbondante ma povera e in fugaci relazioni sessuali. Livia e Adelina lo hanno abbandonato: Erinni vendicatrici, non gli hanno perdonato le scappatelle sentimental-gastronomiche. La Triglia, che altri non è che Augello, col suo famoso sguardo lo accompagna in questo lungo addio, chandleriano.
Il finale, che vede un Montalbano in pensione – feroce la satira contro il nostro sistema pensionistico-, differisce da quelli di giallisti più datati e famosi: nessuna morte delleroe ma un rifugio nella natura e nella misantropia, fra il mago Cotrone e Moscarda ( daltronde Camilleri è ottimo conoscitore del suo conterraneo Pirandello). Augello lo sostituirà al comando, ma non nei cuori dei lettori, affetto, come il titolo riporta ( e qui facciamo notare che questo è lunico titolo in siciliano della serie, quando gli altri sono stati tutti in italiano: segno di una diversità, di una fine), da un sintomatico sguardo trigliesco.
Anche Catarella, in un gustosissimo finale degno di Hoffmann e Shelley, risolve i propri problemi con linformatica . Insomma, Camilleri si vendica in parte del Montalbano personaggio letterario, infliggendogli una fine misera, tanto più se la si paragona al trionfo di tutti gli altri protagonisti e deuteragonisti: Catarella si riscopre poeta finissimo, Gallo Fazio e Galluzzo diventano vigilantes strapagati, Augello diventa commissario e Beba sforna maschietti per la gioia del maschilista, da sempre, marito, Livia trova finalmente un marito genovese senza fisime e paturnie. La stessa Adelina diventa capo della cosca mafiosa dei figli( la descrizione della nuova Adelina ricorda tanto il Mariano Arena di Sciascia).
Insomma, avremo di che leggere e rimpiangere.