Notificati gli avvisi di conclusione indagine per l’inchiesta sulla Società degli interporti di Sicilia, partecipata per quasi il 90 per cento dalla Regione Siciliana. A emetterli la procura di Catania nei confronti di sette indagati. Tra loro l’assessore regionale all’Economia, in qualità di ex assessore alle Infrastrutture, Marco Falcone, il suo ex assistente e coordinatore […]
Inchiesta Interporto, notificati avvisi di conclusione indagine. Sette indagati tra cui Armao e Falcone
Notificati gli avvisi di conclusione indagine per l’inchiesta sulla Società degli interporti di Sicilia, partecipata per quasi il 90 per cento dalla Regione Siciliana. A emetterli la procura di Catania nei confronti di sette indagati. Tra loro l’assessore regionale all’Economia, in qualità di ex assessore alle Infrastrutture, Marco Falcone, il suo ex assistente e coordinatore della segreteria Giuseppe Li Volti e l’ex vicepresidente del governo siciliano Gaetano Armao. Nell’ambito dell’inchiesta sono indagati e sottoposti in un primo momento alla misura cautelare degli arresti domiciliari l’ex deputato regionale Nino D’Asero, 70 anni, l’ex amministratore di Sis Rosario Torrisi Rigano, 69 anni, per la revoca del licenziamento, dietro pressioni dell’ex deputato, della dipendente Cristina Sangiorgi, anche lei indagata. Per tutti, nelle scorse settimane, sono stati revocati i domiciliari con l’adozione di misure alternative. Per D’Asero l’obbligo di firma, per Sangiorgi lo stop di sei mesi dall’esercizio della professione mentre per Torrisi Rigano il divieto di assumere ruoli direttivi per 12 mesi.
Dalle indagini dei carabinieri del comando provinciale di Catania, avviate nel settembre del 2019, sarebbe inoltre emerso «un accordo corruttivo intercorso tra Torrisi Rigano e l’imprenditore Luigi Cozza, figura simbolo della Lct Spa, grossa società del settore dei trasporti titolare dell’affidamento in concessione della gestione funzionale, operativa ed economica e della manutenzione ordinaria per nove anni del polo logistico dell’Interporto di Catania». Secondo l’accusa, «Cozza – che è rimasto ai domiciliari – avrebbe assunto la nuora di Torrisi Rigano e promesso vantaggi futuri all’amministratore» della Sis, che è indagato anche per essersi «appropriato di 2.850 euro dal conto della società», a cui aveva accesso. I reati ipotizzati a vario titolo dalla procura sono induzione indebita a dare o promettere utilità, peculato, corruzione per atto contrario ai propri doveri d’ufficio e contraffazione e uso di pubblici sigilli.