I familiari del pilota Fabio Antonio Altruda hanno presentato un esposto alla procura di Trapani sull’incidente aereo avvenuto il 13 dicembre nelle campagne di Misiliscemi, nel Trapanese, che è costato la vita al capitano dell’aeronautica militare. Il padre Fernando e la madre Marilena hanno presentato l’esposto l’ultimo giorno dell’anno, tramite l’avvocato Fabio Sammartano. Entrambi ritengono che […]
Aereo militare precipitato nel Trapanese, esposto dei familiari del pilota morto
I familiari del pilota Fabio Antonio Altruda hanno presentato un esposto alla procura di Trapani sull’incidente aereo avvenuto il 13 dicembre nelle campagne di Misiliscemi, nel Trapanese, che è costato la vita al capitano dell’aeronautica militare. Il padre Fernando e la madre Marilena hanno presentato l’esposto l’ultimo giorno dell’anno, tramite l’avvocato Fabio Sammartano. Entrambi ritengono che «la causa dell’incidente sia da imputare a una importante avaria del velivolo dovuta a omessa o cattiva manutenzione».
Il capitano era partito dall’aeroporto militare di Birgi alle 9 in coppia con altro aereo per raggiungere l’aeroporto militare di Istrana (Treviso) per una missione operativa finalizzata a scortare un aereo americano. Nell’esposto, infatti, si legge che l’aereo era «equipaggiato con armamenti». La procura indaga per omicidio e disastro colposo. I familiari chiedono che «le informazioni contenute nelle scatole nere non siano raccolte ed elaborate dall’amministrazione militare».
Nell’esposto si ricostruisce l’attività del capitano Altruda il 13 dicembre, cioè il giorno dell’incidente. Il pilota tornava dall’aeroporto militare di Istrana (Treviso) insieme a un altro Eurofiughet che lo precedeva. Altruda era partito dall’aeroporto militare di Birgi alle 9, sempre volando in coppia, «per dirigersi verso l’aeroporto militare di Istrana nell’ambito di una missione operativa (non esercitazione) finalizzata a scortare un velivolo militare statunitense. I due militari – ricostrsuisce l’esposto – all’esito di quella missione avevano pranzato e anche riposato nei locali dell’aeroporto di Istrana, riprendendo il volo di ritorno alle ore 16.50 circa della medesima giornata per rientrare all’aeroporto di Trapani – comunicando in costante contatto radio tra loro – e così regolarmente fino al momento della sciagura».
Il compagno di volo di Altruda, il maggiore pilota Andrea Maida che pilotava l’altro Eurofighter, ha riferito che «il disastro è avvenuto subito dopo aver lui stesso constatato visivamente che il capitano pilota Altruda – ormai giunto in prossimità all’aeroporto di Trapani – aveva regolarmente aperto i carrelli del velivolo in preparazione dell’atterraggio quando però improvvisamente precipitava al suolo». «L’esposto – scrivono i genitori e il fratello del capitano Altruda – dovrà essere ben considerato anche in relazione al potenziale (ma non astratto) conflitto d’interesse che si palesa sussistere tra le esigenze dell’amministrazione militare e le esigenze investigative di codesta autorità giudiziaria – quest’ultime sempre volte all’accertamento della verità di quanto accaduto ma nel rispetto dei diritti delle persone danneggiate dal reato».