Formazione professionale/ ‘Guerra’ a colpi di numeri con la Cisl Scuola: cosa nasconde il Governo?

L’ESECUTIVO REGIONALE CAMBIA LE CARTE IN TAVOLA, FORNENDO UN DATO PARZIALE SUGLI ESUBERI. FORSE NON DICE LA VERITA’ PERCHE’ SA DI NON POTERE RICOLLOCARE 2525 LAVORATORI. NON RESTA CHE IL CIAPI, O NO?

E’ guerra sui numeri degli esuberi nel settore della Formazione professionale in Sicilia. Secondo l’assessore regionale per l’Istruzione e la Formazione professionale, Nelli Scilbra, gli esuberi sarebbero solamente 384 e non due mila e 525 come asserito dalla Cisl Scuola. Lo scontro sui numeri la dice lunga sul clima che si respira nel settore, tra chi ha interessi politici e chi persegue la tutela delle fasce occupazionali. Qualcuno bara sapendo di barare. (sotto, a destra, l’assessore nelli Scilabra: foto tratta da ersupalermo.it)

I dati posso essere analizzati, commentati, criticati, ma quelli sono e non è possibile mascherarli o sbagliarli in maniera così macroscopica come ha fatto il Governo regionale. L’assessore Scilabra fa confusione oppure è interessata solamente agli esuberi provocati dall’esecutivo del presidente Rosario Crocetta che ha scelto di tagliare il finanziamento al settore nel passaggio dalla prima alla seconda annualità dell’Avviso 20?

Il numero di 284 lavoratori in esubero è la risultante del taglio pari al 10 per cento di Forgio, l’ambito formativo indirizzato ai giovani disoccupati, del medesimo taglio all’ambito Fas, dedicato a fasce deboli della popolazione compresi i diversamente abili e del taglio pari al 50 per cento delle iniziative indirizzate alla Formazione continua e permanente legata alla formazione della forza lavoro.

Perché l’assessore Scilabra si ostina a non assumersi la responsabilità dei veri esuberi, come dimostrano i dati elaborati dal centro studi di Cisl Scuola Sicilia? Se ne faccia una ragione, l’assessore alla Formazione professionale, perché sono due mila e 525 i lavoratori senza lavoro ad oggi, come dimostrano i numeri diramati dalla Cisl siciliana e pubblicati nel nostro articolo del 30 ottobre scorso. Numeri che emergono dal reale quadro dello stato di salute di tutti gli enti gestori operanti con finanziamenti pubblici nella filiera degli Interventi formativi.

Nonostante qualcuno, probabilmente poco informato o indotto in errore dallo stesso Governo regionale, informi in maniera parziale e imprecisa, i lavoratori sanno come stanno le cose. E fa specie che l’assessore Scilabra possa decidere di trattare in maniera diversa lavoratori che si trovano nello stesso status di precari. E poi vien da chiedersi: la confusione sui numeri è voluta oppure è il frutto di cattiva informazione?

Non è sostenibile che l’esubero di due mila e 525 lavoratori, diffuso dalla Cisl Scuola, come dicevamo, si riduca, secondo il maldestro pensiero del Governo regionale, a 384 come effetto della sottrazione dal dato fornito dal sindacato dei mille e 800 lavoratori degli Sportelli multifunzionali. L’assessore Scilabra dovrebbe forse parlare di più con la collega Ester Bonafede, assessore al Lavoro con delega sugli Sportelli, per evitare di “sbafarare”.

Ad oggi dovrebbero – il condizionale è d’obbligo – passare al Ciapi di Priolo poco meno di mille e 300 operatori provenienti dagli Sportelli multifunzionali e non mille e ottocento come asserisce la giovane assessore alla Formazione professionale. I conti non tornano. E non solo per la citata errata sottrazione.

Vi sono altri aspetti che vanno rappresentati per meglio comprendere che la guerra appare sui numeri, ma il campo di battaglia dovrebbe essere spiccatamente politico. Il sistema formativo regionale è strutturato in tre filiere. Interventi formativi (corsi di formazione) con 2525 esuberi, i Servizi formativi (Sportelli multifunzionali) con originariamente 1800 esuberi poi scesi a circa 1300 in attesa di collocazione al Ciapi e l’IeFP (Oif formazione per i minori in Obbligo scolastico) con circa 1800 lavoratori a rischio.

Quest’ultima filiera, infatti si presenta a pezzi e con lo stato di crisi, ampiamente dichiarato dai sindacati firmatari di contratto (Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal), dovuto all’incertezza sul futuro dell’ambito formativo alternativo all’istruzione per i minori in obbligo. Incertezza governativa che attanaglia i lavoratori 1.800 operatori coinvolti, i quali non percepiscono la retribuzione da circa 20 mesi e non hanno, ancora ad oggi, certezze sull’avvio delle attività sia dei primi anni, sia dei secondi e terzi anni.

Come può un assessore regionale prendere un abbaglio così eclatante? Lo staff dell’assessore Nelli Scilabra vive sulla Terra oppure è incartato sulla via Lattea, ubriaco di potere? L’assessore alla Formazione professionale quando afferma che sono solamente 384 gli esuberi recita una parte assegnata dal ‘puparo’ oppure è informata male?

In un settore dove il dramma sociale si respira ad occhi nudi è inaccettabile, secondo tantissimi osservatori del settore, dover leggere certe affermazioni fuorvianti. E’ inverosimile che si siano aperti i tavoli di confronto con le parti sociale da mesi ed ancora l’assessore Scilabra fa confusione e commette errori elementari sui macro numeri che afferiscono al sistema formativo regionale.

Affermare che nessuno dovrebbe restare senza posto di lavoro, come ha già dichiarato il presidente Crocetta e la stessa assessore Scilabra diventa credibile se il Governo dovesse decidere di ricollocare solamente gli esuberi provocati dalla scelta del taglio del 10 per cento, e cioè 384. E chi dovrebbe allora occuparsi degli esuberi strutturali, cioè dei lavoratori cioè coinvolti, a vario titolo, dalla crisi generatasi dal passaggio del settore dai fondi regionali al Fondo sociale europeo?

Forse il Governo regionale non è interessato a ricollocare i lavoratori licenziati per gli esuberi strutturali di Anfe, Aram, Ancol e Cefop, pari a 634 unità? Forse il Governo Crocetta, Scilabra e Bonafede, non sono interessati a ricollocare a quelli licenziati dagli enti esclusi dall’Avviso 20/2011 o che sono stati (e risultano ancora) sospesi dal lavoro per analoga causa come il caso degli operatori dell’IPF, della Fondazione CAS e quelli degli enti di Caltanissetta?

E che dire dei lavoratori sospesi per effetto della revoca dell’accreditamento ai propri datori di lavoro? Forse il Governo regionale non è interessato ai circa mille e 800 lavoratori della filiera IeFP a rischio esubero per l’immobilismo della Scilabra che non ha indicato il percorso politico per la riforma del segmento formativo?

Non sono 384 gli esuberi in Sicilia nel settore della Formazione professionale. L’assessore Scilabra cerca di nascondere la verità: perché?

Nei giorni scorsi la Cisl Scuola ha parlato di “carneficina sociale”, affermazione che è apparsa forte e pittoresca, ma che fornisce, in verità, un quadro devastante sotto il profilo occupazionale per i risvolti sui livelli occupazionali.

Il Governo Crocetta, nascondendosi dietro ai numeri, sta provocando la nascita di nuove sacche di povertà che vanno ad ingrossare la percentuale dei poveri in Sicilia. Un indice che pone la nostra Isola ai vertici nazionali. Un primato di cui i siciliani avrebbero volentieri fatto a meno.

Le organizzazioni sindacali , che hanno il polso della crisi occupazionale del settore, non a caso all’unisono, hanno chiesto con forza di accelerare i tempi per il superamento, in pochi giorni, di tutte le emergenze da quella retributiva a quella relativa alla riallocazione degli esuberi e di tutto il personale licenziato, nonché di porre in essere gli strumenti per l’esodo.

Il Governo Crocetta, ahinoi, sembra partire male. Chi fa orecchie da mercante difficilmente si mostrerà interessato a discutere seriamente di riforma dell’IeFP, dei servizi per il lavoro e l’impiego e della Formazione professionale.

I sindacati tutti chiedono una riforma del sistema formativo che separi, una volta per tutte, il destino dei lavoratori da quello degli enti. Il contenitore Ciapi non è la soluzione perché struttura pubblica rigidamente sottoposta al vincolo del ‘Patto di stabilità’ ed ai vincoli comunitari, come il principio di concorrenza.

Il Governo che ha mostrato i muscoli in occasione della mozione di sfiducia presentata lo scorso 29 ottobre dal M5S, superata con una maggioranza di 46 parlamentari su 77 presenti a Sala D’Ercole (sede del parlamento siciliano), presenti un disegno di legge per l’istituzione dell’Agenzia regionale della Formazione professionale che salvaguardi i lavoratori e tracci un solco definitivo tra gestione pubblica e privata del settore.

Le riforme non si fanno a colpi di delibere di Giunta, ma con le leggi approvate dall’Assemblea regionale siciliana. Il presidente Crocetta seguirà le orme del suo predecessore, limitandosi ad annunciare per poi “non fare”, oppure interromperà il circolo vizioso della ripetuta violazione delle leggi e riformerà il settore intraprendendo l’iter parlamentare?

Dopo lo scoglio del bilancio preventivo, che dovrebbe essere approvato entro la fine dell’anno, l’esecutivo Crocetta, se mai supererà le sabbie mobili del rimpasto politico voluto dagli alleati, dovrebbe dare il via alla partita della riforma della formazione professionale. Guarda caso in perfetta armonia con la scadenza delle elezioni europee che si celebreranno nella primavera 2014. Una casualità o una mossa a scacchi?

 


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