Edilizia, Ance: in Sicilia un crollo verticale degli appalti

I NUMERI DIFFUSI DALL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE COSTRUTTORI EDILI ‘DISEGNANO’ UNO SCENARIO DI GRANDE CRISI

E’ un crollo senza fine: la crisi del sistema degli appalti in Sicilia sembra di essere in un tunnel del quale non si vede la fine. I dati diffusi dall’Ance disegnano uno scenario terribile, con un blocco, pressoché totale, del numero di gare e di importi a base d’asta.

In sei anni, nel periodo gennaio-agosto, si è registrato un crollo del 79,10% del numero di gare e del 77,88% degli importi a base d’asta. Dalle 818 gare del 2007, si è passati alle appena 171 opere bandite nei primi otto mesi di quest’anno. La media annuale del calo di gare bandite è stato del 30%. Analogo il trend del valore in euro degli appalti, passato dagli 890 milioni del 2007 ai poco meno di 200 milioni dei primi due quadrimestri dell’anno in corso. Meno appalti, nei primi 8 mesi del 2013, rispetto all’anno precedente, con un calo del 22,97%, ma, soprattutto, di molto più piccola entità, se è vero che il valore delle opere è sceso quasi della metà, il 44%, per la precisione.

Dei 196 milioni di euro messi a gara quest’anno, 34,6 sono concentrati solo su 4 opere con importo superiore alla soglia di interesse comunitario (5 milioni): il raddoppio della linea di trattamento biologico del depuratore della raffineria di Gela (5,5 milioni), il centro commerciale Roccella a Palermo (7,6 milioni), la condotta fognaria tra Acicastello e Catania (15,8 milioni) e i lavori lungo la Sp 28 “Panoramica” di Enna (5,5 milioni).

Un calo inferiore soltanto a quello registratosi nel 2008, quando si registrò una diminuzione dei bandi del 30% e del 46% del loro valore.

In questo scenario lunare, ci sono province dove le gare d’appalto sono quasi scomparse, come a Siracusa, con un importo delle gare di soli 8,07 milioni di euro contro gli 82 dello stesso periodo del 2012, cioè il 90,18% in meno, e Ragusa, con 2,1 milioni, l’87,03% rispetto dei 16,8 milioni del 2012.

Il settore delle costruzioni, in Sicilia, rappresenta il 12% del trssuto imprenditoriale siciliano, ma i dati dell’Osservatorio economico di Unioncamere Sicilia fotografano con la precisione dei numeri la dimensione della crisi. Nei primi tre mesi del 2013, il numero di nuove iscrizioni di aziende è diminuito del 21%, rispetto allo stesso periodo del 2012, le cessazioni sono state pari al 12%, con un tasso del 22% in più rispetto ai primi tre mesi del 2012 dinamiche per altro molto peggiori di quelle osservate a livello nazionale. “Il comparto delle Costruzioni – si legge nel report sull’andamento del tessuto imprenditoriale siciliano nel primo trimestre 2013 di Unioncamere Sicilia – mostra dunque un andamento complessivo particolarmente preoccupante, data la contrazione di oltre il 20% delle iscrizioni e l’aumento dello stesso ordine di grandezza delle cessazioni”. Il calo degli addetti si è attestato all’8%.

E, mentre il settore annaspa e molte aziende sono in crisi, fa effetto scoprire che, in Sicilia, ci sono appalti fermi per un valore di cinque miliardi e mezzo di euro. L’Ance Sicilia definisce incoraggianti gli incontri avuti col governo regionale che, dice il presidente di Ance Sicilia Salvo Ferlito, “si è impegnato a sbloccare entro fine anno opere pubbliche per 2,5 miliardi di euro”. Certo, meglio che niente, sempre che Palazzo d’Orleans mantenga la promessa, alla luce dell’incapacità di spesa mostrata fino a oggi. Ma, è ai comuni che l’Ance rivolge un appello e uno stimolo. “E’ necessario – dice Ferlito – l’impegno di tutti i livelli della classe politica e dirigente del Paese; non da ultimo quello comunale, che deve essere capace di attrarre investimenti e finanziamenti di ogni tipo: ad esempio, i 100 milioni disponibili a livello nazionale sul programma ‘6.000 campanili’ o i 16 milioni del Piano regionale di messa in sicurezza delle scuole”.


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