Formazione: con la mossa sul ritiro dell’accreditamento il Governo Crocetta si sta rimangiando l’accordo con l’Ars

MA QUALE ‘MORALIZZAZIONE’! L’ESECUTIVO STA SOLO PROVANDO A MANDARE A CASA 10 MILA PERSONE PER IMPOSSESSARSI DEI FONDI DEL PIANO GIOVANI

Nella politica siciliana, a cura del Governo regionale di Rosario Crocetta (e del senatore Giuseppe Lumia), tanto per cambiare, va in scena una grande mistificazione. E’ la sceneggiata della revoca, anzi delle prossime revoche, dell’accreditamento agi enti.

Ha aperto i ‘giochi’, due giorni fa, il ritiro dell’accreditamento allo Ial Sicilia, il più grande ente formativo della Sicilia. E altri ne seguiranno a ruota. Ufficialmente, il Governo regionale prende la scusa che si tratta di enti che non pagano il personale. Storia che potrebbe essere magari vera per qualche ente. Ma che rischia di innestare un contenzioso micidiale. Perché molti enti non pagano perché a pagare non è la Regione.

Ma il tema, oggi, non è questo. Rinviando a stasera un ulteriore approfondimento su questo tema spinoso, vogliamo far riflettere i nostri lettori su alcuni punti di questa storia poco chiara nella quale, come già detto, non mancano le mistificazioni.

Il primo punto sui quali invitiamo i nostri lettori a riflettere riguarda la natura del finanziamento della seconda annualità del cosiddetto Avviso 20. Facciamo qualche passo indietro per provare a rendere chiaro ciò che oggi il Governo regionale di Crocetta sta cercando di rendere oscuro.

Lo scorso anno il Governo regionale di Raffaele Lombardo, per mancanza di soldi – e non per libera scelta politica – ha deciso di finanziare tutti i corsi con le risorse del Fondo sociale europeo. Dunque, dalla gestione con la legge regionale n. 24 del 1976 (intervento diretto della Regione, senza bandi) si è passati a un bando da 287 milioni di euro.

Solo che l’anno scorso le risorse del Fondo sociale europeo erano già scomparsi. Questo ‘particolare, chissà perché, non lo ricorda nessuno. Così il Governo Lombardo ‘raschiò’ i soldi di qua e di là. Quello che scriviamo è provato dal fatto che, ancora oggi, molti enti e molte società non hanno ancora ricevuto il completamento dei soldi della prima annualità dell’Avviso 20.

Quest’anno – altro elemento che, chissà perché, non ricorda nessuno – la seconda annualità dell’Avviso 20 non viene finanziata con le risorse del Fondo sociale europeo. Si tratta, è vero, di circa 400 milioni di euro del Fondo sociale europeo destinati alla Sicilia che il Governo Lombardo, un paio di anni fa, ha dirottato a Roma.

Questi soldi, destinati alla formazione professionale siciliana, non sono stati dirottati a Roma per essere “messi in sicurezza”, come dicevano gli esponenti del Governo Lombardo. Ma per sfuggire alla rendicontazione di Bruxelles.

Il passaggio, cari lettori, non è di poco conto. Questi 400 milioni di euro, che ‘nascono’ come fondi europei targati Fse, oggi non sono più considerati fondi europei. Sono stati depositati presso un conto dello Stato (per la precisione, nelle ‘casse’ del Miur). E sono diventati un’altra cosa.

Che significa questo? Due cose.

Prima cosa: la spesa di questi fondi, se utilizzati, per esempio, per finalità diversa dalla formazione professionale in Sicilia non va rendicontata a Bruxelles.

Seconda cosa: questi soldi “messi in sicurezza” nelle ‘casse’ del Miur non avrebbero dovuto essere utilizzati, contrariamente alle promesse, per la formazione professionale siciliana. Tant’è vero che il Governo regionale di Crocetta, di Lumia e di Confindustria Sicilia ha fatto di tutto (e anche di più) per non utilizzare queste risorse finanziarie per la formazione professionale siciliana.

Il Governo regionale avrebbe già mandato a casa tutti i 10 mila lavoratori del settore. Non l’ha fatto perché lo scorso aprile, l’Ars, in sede di approvazione di Bilancio e Finanziaria, ha costretto il Governo a finanziare la seconda annualità dell’avviso 20 con i 400 e passa milioni del cosiddetto “Piano giovani”. Cioè con i già più volte citati 400 e passa milioni di euro finiti nelle ‘casse’ del Miur.

I lettori ricorderanno che, a un certo punto, la maggioranza di Sala d’Ercole avrebbe voluto approvare un articolo di legge, da inserire nella manovra di Bilancio, stabilendo che questi soldi – che sono della Sicilia: depositati a Roma, ma sempre della Regione Sicilia – sarebbero stati spesi per la seconda annualità dell’Avviso 20.

Su questo punto c’è stata una mediazione. Poi il presidente Crocetta si è impegnato con l’Aula a utilizzare questi soldi per finanziare la seconda annualità dell’Avviso 20. Poi, con i sindacati e le associazioni degli Enti si è impegnato a completare entro il 30 giugno i pagamenti agli enti, istituendo pure un ufficio ad hoc: l’ufficio stralcio.

Ma, ovviamente, dopo aver firmato gli accordi con sindacati e associazioni degli enti formativi il Governo si è guardato bene dal mantenere la parola data. Tant’è vero che – e siamo già a settembre – l’ufficio stralcio non ha mai funzionato e i pagamenti vanno molto a rilento. Insomma, tutto in perfetto ‘stile’ Governo Crocetta. 

Ora il Governo, prendendo la scusa che gli enti non hanno pagato i dipendenti, sta procedendo alla revoca degli accreditamenti. Di fatto questa è una scusa: di fatto il Governo Crocetta sta disattendendo gli impegni assunti con l’Assemblea regionale siciliana. E lo fa – e qui siamo all’apoteosi dell’ipocrisia – nel ‘nome’ dei lavoratori.

A parole, il Governo Crocetta dice di difendere i lavoratori. In realtà, distruggendo gli enti sta creando i presupposti per licenziarli tutt’e diecimila.

E’ veramente brutto, tutto quello che sta succedendo. Quando, due giorni fa, il Governo ha annunciato il passaggio di tutto il personale dello Ial Sicilia e degli enti di Messina al Ciapi di Priolo ha fatto solo un’operazione demagogica. Il Ciapi di Priolo, in quanto ente strumentale della Regione, non può partecipare ai bandi della Regione. Perché la Regione non può mettere a bando i fondi europei per la formazione e poi far vincere se stessa. Né può procedere in house.

Come al solito, questa storia del Ciapi di Priolo è un’altra bufala. Così come è una bufala l’idea, che già circola sulla rete, che la Regione assumerà i dipendenti dello Ial Sicilia e degli enti formativi di Messina. la Regione si accinge a licenziare personale perché è sull’orlo del fallimento, non ad assumere. Questa è un’altra mistificazione: il fare le cose lasciando intendere chissà che.   

Qui l’obiettivo è chiarissimo: buttare fuori tutti gli enti con la scusa che non hanno pagato il personale (in molti casi, il personale non è stato pagato perché non sono stati pagati gli enti: il gatto che si morde la coda: storia che darà luogo a lungo a contenziosi che, con molta probabilità, vedranno soccombere la Regione (quando, forse, la Regione siciliana non ci sarà più…) e utilizzare altrimenti i soldi depositati al Miur, cioè i soldi del ‘Piano Giovani’.

Altro che moralizzazione della vita pubblica. Quella che il Governo Crocetta sta portando avanti è una manovra da pescecani: mandare al massacro 10 mila dipendenti e arraffare tutto il ‘malloppo’ del ‘Piano Giovani!

Poi ci sono i risvolti squisitamente politici di questa incredibile storia. ma di questo parleremo stasera.

 


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