Formazione 2/ Zagarella (Cobas): “Ennesimo suicidio pilotato da un sistema che fa perdere la testa ai lavoratori”

 In una lettera aperta alle istituzioni il dirigente sindacale denuncia la degenerazioni che vanno in scena ogni giorno da troppo tempo

Dopo Alcamo e Palermo arriva Caltanissetta. È l’ennesimo suicidio pilotato nel settore della Formazione professionale? È l’interrogativo che lancia Alberto Zagarella (nella foto a sinistra), componente della segreteria regionale Cobas formazione professionale e responsabile provincia di Caltanissetta. Parole che costringono alla riflessione per capire realmente cosa sta accadendo in uno dei settori economici più chiacchierati e bersagliati degli ultimi anni in Sicilia. La riflessione del lavoratore è spinta dal dolore per la scomparsa del collega Fabio Bordonaro

Pubblichiamo di seguito la lettera aperta alle istituzioni pubbliche e private, a firma di Alberto Zagarella.

Sì, cari amici e colleghi oggi più che mai mi sento di iniziare a pensare che questi suicidi sono pilotati da un sistema cosi ben organizzato che a far perdere la testa ad un lavoratore non ci pensa due volte.

Caro presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta, cari membri del gruppo dell’assessorato alla formazione professionale, cari assessori Nelli Scilabra e Ester Bonafede, cari sindacati confederali o firmatari di contratto: pensate che quello che e già successo, cioè di vedere tre morti in meno di due mesi possa bastare o dobbiamo aspettare di vederne altri 8 mila lavoratori prendere altre decisioni, prima di sederci intorno a un tavolo e discutere seriamente di un problema cosi grande?

Se non ne abbiamo le competenze, diamo spazio ad altri, affinché si possa mettere fine a questa carneficina sociale.

Io oggi dico e penso che nessuno possa esimersi dalla responsabilità di quanto sta succedendo in questo comparto. Non si può esimere la politica e non si possono esimere i sindacati, i quali comunque sono coloro che fanno accordi e proposte e prendono decisioni. Venendo a conoscenza di quanto accaduto a Caltanissetta, rimango non più sbalordito, ma schifato dalla mancanza di responsabilità di chi per mesi ha parlato di legalità, di trasparenza, di diritto al lavoro di correttezza ,e poi rimane estraneo e immune davanti a degli episodi cosi gravi e pericolosi .

Penso che sia arrivato il momento per qualche sindacalista o politico che parla di Costituzione di iniziare seriamente a leggere e a valutare la parola Costituzione. Diteci a tutti noi lavoratori quale piano diabolico é stato studiato a monte, o preferireste saperlo da noi stessi? Bene, non e un problema. Qualcuno di noi, pur non essendo scienziato, o possessore di 3 lauree, magari ottenute con i punti della Miralanza, ha capito bene quale sia il piano. Oppure dovranno essere gli stessi lavoratori a consegnare gli enti al malaffare visto che nessuno ne ha competenza? Oppure arrivare a compiere gesti così estremi come il suicido.

Atteggiamento voluto? Visto lo stato di depressione in cui ci state buttando è possibile anche questo. Oppure il piano è quello di costringerci a spendere centinaia di milioni per cause di lavoro nei Tribunali della Sicilia e danneggiare “mamma Regione” per gli ingenti esborsi per danno erariale? Tanto chi paga se non noi poveri siciliani?

E’ facile così alimentare la mala gestione, tanto paga pantalone. E diciamocela tutta, è inutile continuare ad dare la colpa solo a enti di formazione per dare qualcosa da mangiare a quella che si chiama opinione pubblica. Diciamo la verità ai lavoratori: ci sono enti che vantano crediti per più di 400 mila euro da parte di mamma Regione e sono stati messi alle porte, o meglio il personale dipendente buttato sul lastrico.

Mi scuso per lo sfogo, ma rimango rammaricato e disgustato da tanta leggerezza. La stessa che in questi è stata utilizzata per affrontare la crisi nel settore della Formazione professionale. Lo stesso settore che ha già registrato diversi suicidi di colleghi lavoratori che hanno perso la speranza del futuro per sé e per le proprie famiglie compiendo il gesto estremo.


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