Muos di Niscemi, oggi parla il Tar Sicilia

Fitto mistero, ieri, sulla presenza del Console americano Donald Moore a Niscemi. La notizia, coperta dal più stretto riserbo, è stata “passata”, comunque, da alcune emittenti private, ma senza che cittadini o autorità comunali fossero state avvertite in alcun modo.

Questo evento ha destato preoccupazione e sospetti sulle possibili “manovre” americane, sia tra la popolazione di Niscemi, sia tra gli attivisti No Muos già provati dalla tensione e dai disordini vissuti nei giorni scorsi. Il tutto è risultato amplificato da quanto dovrebbe accadere oggi presso il Tribunale amministrativo regionale (Tar) della Sicilia.

Oggi, a Palermo, dove ha sede il Tar è atteso il pronunciamento sulla revoca delle autorizzazioni. La storia è nota. Il Governo regionale di Rosario Crocetta ha disposto la revoca delle autorizzazioni per la realizzazione del Muos. Ma il Governo nazionale – per la precisione il Ministero della Difesa – ha presentato ricorso al Tar.

Fin dalle prime ore del mattino mamme e attivisti No Muos, accompagnati da rappresentanti del Consiglio comunale di Niscemi, si sono presentati a Palermo in via Butera presso la sede del Tar per testimoniare con la propria presenza tutta la rabbia di una popolazione intera e per aspettare, tutti insieme, il verdetto dai giudici amministrativi.

Si tratta di un pronunciamento importante, che vede, l’un contro l’altro”armati”, il Ministero della Difesa ed il Governo della Regione siciliana. Scontro istituzionale, dunque: Stato contro Regione. Chi vincerà?

L’ oggetto del contendere, è ben noto a tutti, come già ricordato, è l’atto di revoca immediata delle autorizzazioni, imposto dal Governo regionale per le autorizzazioni rilasciate in modo piuttosto “avventato” dalla precedente amministrazione regionale di Raffale Lombardo. Queste autorizzazioni hanno permesso l’edificazione ed il quasi completamento delle tre parabole del Muos. all’interno della base americana NRTF-8 di Niscemi.

Ricordiamo che benché il provvedimento sia stato firmato diverse settimane fa, i lavori alle tre parabole non sono mai cessati. Nel contempo, dal Movimento No Muos Sicilia è stato presentato un comunicato ufficiale, inviato a tutti gli organi di stampa. Ecco, di seguito, il testo:

“La questione del MUOS di Niscemi continua a mostrare diversi lati oscuri, primo fra tutti il monitoraggio dell’impianto di antenne esistente. I rilevamenti dell’Arpa di gennaio e di aprile (non abbiamo documenti nel periodo intermedio) mostrano un chiaro superamento del limite imposto dalla normativa italiana in materia di emissioni e.m. I tecnici dell’Agenzia lavorano per dimostrare come i limiti siano rispettati, dimenticando di sottolineare che l’impianto non è mai stato posto alla massima potenza, come imposto dalla legge. In sostanza, i valori rilevati sono costantemente sottostimati”.

”SCIENZIATI E TECNICI COSCIENZIOSI – prosegue la nota – DOVREBBERO LAVORARE SOLO COME PRESCRITTO DALLA LEGGE O RIFIUTARSI DI PARTECIPARE ALLA REDAZIONE DDI STUDI FALSI E TENDENZIOSI”.

“Di più – insistono i No Muos -: gli studi in corso nella commissione dell’Istituto Superiore di Sanità saranno viziati in partenza dalla scarsa attendibilità dei dati forniti dall’Arpa e, cosa non da poco, dal mancato invio da parte degli Usa della documentazione tecnica necessaria, come denunciato dallo stesso ISS”.

“Vorremmo capire – prosegue la nota – come mai il Governo Italiano, COSI’ SOLERTE NEL DIFENDERE LE PREROGATIVE DELL’ALLEATO Usa, non solo non imponga che i rilevamenti vangano fatti a norma, ma addirittura si spinga ad avallare un illecito, quando consente che vengano fatti lavori in spregio alla revoca della Regione siciliana, efficace fino al pronunciamento del Tar”.

“Ma c’è di più – precisano sempre i No Muos -. Un decreto assessoriale pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Regione 54/2012, recependo la normativa nazionale sulleemissioni, inserisce surrettiziamente un’eccezione per le aree militari che, secondo alcuni giuristi, potrebbe essere interpretata come una sostanziale immunità per gli impianti militari in Sicilia”.

“Chiediamo, quindi, al Governo regionale – prosegue la nota – di mettere al sicuro la salute dei siciliani, modificando opportunamente il citato decreto, e al Governo Italiano di pretendere il rispetto della legge non solo da cittadini inermi che ogni giorno manifestano pacificamente, ma anche dal potente ‘alleato’ Usa”.

 


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