Stanno ammazzando i greci: nuovi tagli micidiali, ad Atene è guerra

Con 153 voti su 300 (299 presenti) il parlamento greco ha approvato ieri, mentre il mondo era attento solo alle elezioni americane, tagli per un valore pari a 13,5 miliardi di euro. Per renderci conto dell’enormità di questi tagli è bene comparare i dati greci con l’Italia. Il PIL (Prodotto Interno Lordo) annuale greco vale circa 160 miliardi di euro: grosso modo un decimo di quello italiano e due volte circa quello siciliano.

Fatte le debite proporzioni il taglio equivarrebbe quindi a qualcosa come 135 miliardi di euro in Italia, oppure 7 per la sola Sicilia. Va detto inoltre che questo taglio arriva dopo anni e anni di passione, famiglie rovinate, morti e feriti, suicidi in serie: l’economia greca è in forte recessione da sei anni, con una decrescita che ha portato la ricchezza degli abitanti ad una riduzione del 12% del PIL pro-capite dal 2008 a oggi, nonostante la ripresa dell’emigrazione.

Secondo EUROSTAT, il PIL greco è regredito a una media del 5% annuo dal 2009 al 2012 con un picco negativo del 7,1 % nel 2011. E’ difficile fare una stima dei tagli imposti finora alla Grecia dalla troika europea per salvare le proprie banche, che comunque ammonterebbero ad almeno 76 miliardi di Euro, cioè più del 40% del PIL annuale greco. Per renderci conto delle proporzioni con l’Italia si tratta di tagli equivalenti a 760, dico 760, miliardi di Euro se fossero stati fatti in Italia.

Nessun Paese può resistere a questo salasso per pagare i propri debiti. L’ultima volta che un capo di governo si è messo in testa una cosa simile, Ceaucescu in Romania, un Paese ridotto alla fame ha lanciato una sanguinosa rivoluzione che ha cambiato il corso della storia europea.

La disoccupazione in Grecia è arrivata a livelli insostenibili: 1 milione e 262 mila greci sono ufficialmente disoccupati, cioè equivale a quasi il 12% della popolazione totale, e al 25% della forza-lavoro. E’ più che ovvio che, almeno nel breve-medio termine, questo ulteriore e massiccio taglio finirà di distruggere l’economia greca. E’ probabile che gli effetti del taglio di oggi non saranno solo sull’economia ma metteranno in dubbio le capacità di reggere della Grecia in quanto stato moderno. Insomma, il caos finale della Grecia è ormai dietro l’angolo. Tutto questo non garantisce nemmeno che la Grecia rimanga nell’Euro, anzi.
Non stupisce quindi che un’ulteriore, grande manifestazione davanti al parlamento greco sia degenerata tra ieri e oggi in altri atti di violenza. Mentre in un parlamento spaccato si discuteva animatamente di tagli macroscopici per ingraziarsi la Merkel e le banche tedesche, nella piazza Sintagma ad Atene si producevano scontri tra polizia e dimostranti con lancio di bombe molotov direttamente sui poliziotti. Sono già apparse foto sul web con agenti avvolti dalle fiamme. Ad esempio sul Guardian, (da cui è tratta la foto in pagina che mostra un poliziotto in fiamme in seguito all’esplosione di un ordigno fatto con petrolio) uno dei pochi giornali europei a seguire veramente con passione e puntualità le vicende dei nostri cugini ellenici.
Il popolo greco che manifesta fa però un grosso errore. Dovrebbe muoversi e organizzare manifestazioni a Berlino, Bruxelles e Francoforte, anziché ad Atene. I veri centri decisionali europei sono, ormai, le sedi del governo tedesco, di quello dell’UE e della BCE (Banca Centrale Europea) e non più i parlamenti nazionali e regionali: le manifestazioni vanno fatte nei veri centri decisionali. E sarebbero manifestazioni gigantesche perché parteciperebbero anche molti siciliani insieme a tutti i popoli europei.

Hai un tumore e sei greco? Muori…


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