Una giornata ordinaria in comunità

di Giovanni Albanese

Quantunque io soglia destarmi non dopo le ore 5, o al più tardi non dopo le ore 6 del mattino (solamente molto di rado m’è avvenuto di alzarmi alle 7 del mattino) ciò non pure non mi cruccia, ma è addirittura un sollievo-sempre considerando ch’io non vado a letto quasi mai dopo le ore 21,vuoi perché ho il tempo di fare talvolta una doccia, vuoi perché così ho il tempo di sintonizzare la radio da radio Margherita giovane o da radio Italia – dove sta sintonizzata durante la giornata – a radio Latte e miele, dove dalle 6 in poi ho modo di ascoltare una serie di trasmissioni,le quali m’interessano e mi talentano.

Per occupare il tempo, finché l’operatore notturno si svegli anch’egli (il che non suole avvenire innanzi le 7 del mattino), per preparare il caffè e somministrare la terapia, è mia consuetudine fare dello stretching, cioè della ginnastica dolce, la quale m’aiuta a muovere e a svegliare dall’intorpidimento notturno le mie povere gambe colpite da sclerosi multipla, e dipoi a deambulare più speditamente.

Io non faccio colazione, perché di mattina ho per lo più nausea; ma, chi la fa mangia latte e biscotti. Bevuto il caffè e assunta la terapia, quasi non paghi del poco, cui ce ne beviamo dentro, io e il mio compagno di camera, recandoci al bar, ne beviamo dell’altro: io lo prendo talvolta normale, talvolta decaffeinato Hag.

Tornati in comunità, ciascuno occupa il tempo, come meglio vuole o può o come meglio crede di poterlo trascorrere: io, verbigrazia, dapprima fo dell’altro stretching; poi leggo letteratura italiana o scrivo, o, nei giorni stabiliti, vo a fare fisioterapia, intesa a diminuire gl’incomodi della sclerosi multipla.

Poi, ecco, giunge l’ora del pranzo. Finito il quale, chi si riposa, chi conversa con l’operatore; mentre io faccio dell’altro stretching, e poi, nuovamente, mi dedico alla letteratura italiana e allo scrivere, a penna o al computer: possedendo un piccolo personal computer e una magnifica stampante, e stante che io scrivo per due giornali diversi.

Ciò è quanto io fo fino all’ora della cena; consumata la quale, io mi distendo a letto,ascoltando musica con le cuffie fino all’ora della terapia serale, assunta la quale,definitivamente, così concludendo la giornata, mi corico per dormire.

Durante tutto l’arco della giornata non ometto di recitare preghiere, soprattutto con l’intenzione di suscitare in Dio l’intenzione di guarirmi da questa sciagurata malattia.

 

 


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