Elezioni: per chi voterà la mafia?

Con chi si è schierata la mafia in questa campagna elettorale? Va da sé che i mafiosi non lo comunicheranno. E nemmeno i politici che si accingono a prendere i loro voti. Nel silenzio generale spiccano le parole pronunciare qualche settimana fa dal giudice Ignazio De Francisci. Da dove viene fuori che le liste elettorali – non tutte, ovviamente – sono piene di personaggi che forse sarebbe bene tenere lontano dalla politica. Ma tant’è.

“La mafia – diceva Michele Pantaleone – è un fenomeno indiziario”. Così, a noi, per provare a capire dove va la mafia in queste elezioni, non ci resta che andare alla ricerca di possibili indizi. Che non sono poca cosa, però.

Intanto – come più volte scritto da altri autorevoli giornali – in molte liste, soprattutto tra i Partiti politici tradizionali, non mancano gli inquisiti. E fin qui, tutto già visto.

Sbagliato pensare di escludere dalle liste gli inquisiti. E’ giusto essere garantisti. Andrebbero fatte, però, alcune eccezioni. Gli inquisiti per mafia, per esempio, non dovrebbero andare in lista. Proprio nel nome del garantismo: un garantismo che non può funzionare solo per i candidati, ma che deve valere anche per i cittadini-elettori.

E’ un fatto di opportunità: un inquisito per mafia dovrebbe avere la sensibilità di non presentarsi al cospetto degli elettori. Proprio perché le accuse che la magistratura muove nei suoi confronti sono pesanti e gravi. Questa è una scelta garantista: perché la magistratura non muove accuse di mafia con leggerezza. 

Detto questo, torna la domanda: dov’è la mafia in questa campagna elettorale? Ieri, per esempio, abbiamo pubblicato i nomi di due dirigenti regionali che ad Agrigento hanno ‘dimenticato’ – che sbadati! – di far costituire un ente pubblico parte civile in processi di mafia al Tar e al Cga. Superfluo aggiungere che questo è avvenuto mentre a governare la Regione è Raffaele Lombardo.

Due fatti gravi. Ma non ci sembra di aver registrato indignazione. Anzi. Anzi, in questa campagna elettorale i voti di Lombardo – inquisito per mafia – sono molto contesi. Dovrebbero andare a Gianfranco Miccichè. Ma ieri Nello Musumeci ha detto che se l sta prendendo Rosario Crocetta.

Insomma: i voti di Lombardo ‘gireranno’ tra Miccichè, Musumeci e Crocetta. Complimenti a tutt’e tre!

Qualche settimana fa, a Trapani, un esponente dell’Udc che ha guidato la Provincia regionale è andato via ‘dimenticandosi’ di far costituire la stessa Provincia parte civile in un processo per mafia. Dall’Udc e dal Pd – due Partiti alleati in questa campagna elettorale – un silenzio assordante. Bersani e Casini e Roma, Antonello Cracolici, Giuseppe Lumia e Giampiero D’Alia in Sicilia non sembrano particolarmente appassionati, in questo periodo, di antimafia.

Anche in questo caso, a parte gli esponenti della Sinistra – Rita Borsellino e Giovanna Marano – silenzio totale da parte dei Partiti tradizionali.

Infine, ancora qualche considerazione sul Pd siciliano. E sull’Udc. Due Partiti che hanno governato con Lombardo, il presidente della Regione siciliana uscente inquisito per mafia. L’Udc, a un certo punto, ha mollato il Governo. Il Pd è rimasto. E ancora oggi ‘armeggia’ con la formazione professionale.

Strano Partito, il Pd. Quando c’era cuffaro era contro il ‘cuffarismo’. Con Lombardo è stato il protagonista del ‘lombardismo’. Accuse di mafia c’erano ai tempi di Cuffaro. E accuse di mafia sono state registrate con Lombardo presidente della Regione.

E’ cambiato l’ordine degli addendi, ma il ‘prodotto’ politico siciliano è rimasto immutato. A mutare, invece, è stato il Pd, che dall’opposizione al Governo Cuffaro è passato nella ‘stanza dei bottoni’ con Lombardo. Nemmeno le accuse di mafia a Lombardo hanno convinto il Pd a lasciare il Governo. Il potere prima di tutto: è vero onorevole Cracolici e onorevole Lumia?

Dopo quattro anni ‘esaltanti’ con Lombardo, Pd e Udc hanno presentato Rosario Crocetta quale candidato alla presidenza della Regione. A noi questo personaggio non piace. Non provavamo per lui particolare simpatia quando era Sindaco di Gela. Non ci piace oggi.

Ricordiamo perfettamente gli anni della sua sindacatura. Ricordiamo la retorica (tanta) e gli atti concreti (pochi e da rileggere).

Sarebbe piaciuto, Crocetta, a Girolamo Li Causi e a Pio La Torre? Intanto il personaggio piace a Cracolici, a Lumia, a D’Alia e a Casini. Bei personaggi, no? Affidabili, soprattutto…

 

 

 

 


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