Erba e bastoni a Valverde

Nonostante il nostro sia un paese che,a livello sportivo,vive quasi esclusivamente di calcio, vale la pena dirigere la nostra attenzione su uno sport antico e nobile, l’hockey su prato. Mettiamo subito le cose in chiaro: non parleremo di uno sport per “fighetti”. Questa immagine è obsoleta e assolutamente fuorviante. L’hockey su prato è uno sport meraviglioso, che viene giocato da tutte le fasce sociali e a tutte le età. Per di più, ormai, l’equipaggiamento non è più costoso come una volta e viene per la maggior parte fornito dai club.
Ebbene questo è davvero un gioco affascinante, che cattura l’attenzione degli spettatori e, soprattutto, si mostra subito piacevole da praticare. Non per niente più di 100 paesi in tutto il globo non si farebbero mancare il loro bravo divertimento su prato per tutto l’oro del mondo.
Il fatto stesso che l’hockey sia sport olimpico dal 1908 per gli uomini e dal 1980 per le donne la dice lunga sulla sua importanza, tradizione e “nobiltà” a livello mondiale.

In territorio catanese l’hockey su prato nasce a Valverde nei primi anni settanta. E’ il sig. Antonino Lo Faro il promotore di questa nuova disciplina nel piccolo centro etneo. In pochi anni sono quasi un centinaio i ragazzi che si appassionano a questo sport e che riempiono per interi pomeriggi il campo comunale.
Vengono bruciate le tappe e negli anni 1976 e 1977 l’Elnagh Valverde, questo il nome della società, con una squadra costituita interamente da giovani tra i 15 e i 17 anni, partecipa alle finali per la promozione in serie A che non viene ottenuta per un soffio.
Nel 1978 impegni lavorativi costringono il presidente Lo Faro a non poter più seguire la società e da qui purtroppo si arriva al suo scioglimento.
Nel 1984 alcuni ex atleti, oramai cresciuti, decidono di riprendere l’attività agonistica e nasce così la sezione Hockey della Polisportiva Valverde, costituitasi questa nel 1974.
La società riesce ad iscriversi appena prima dell’inizio del campionato di serie B che viene poi chiuso inaspettatamente al 1° posto, così come quello di serie B indoor che permette di partecipare alla finale nazionale di Roma.

Questi risultati invogliano il gruppo a darsi una organizzazione e ad intensificare l’impegno. Vengono costituiti così un settore giovanile che darà negli anni a seguire ottimi risultati e quello femminile.
Nel 1985/86 viene nuovamente vinto il campionato di serie B prato e questo permette la partecipazione, nella stagione successiva, al campionato di serie B interregionale appena istituito dalla Federazione Hockey.
Negli anni successivi continua la crescita del settore giovanile che otterrà diverse finali nazionali e costituirà l’ossatura della squadra che nella stagione 1992/93, raccogliendo i frutti degli anni precedenti, otterrà la promozione in serie A2.
Succedono diverse stagioni che vedono delle valide partecipazioni al campionato di serie A2 e a diverse finali giovanili e femminili.
Incominciano ad emergere nel contempo gravi problemi di natura economica e organizzativa.

Si sono infatti oramai diffusi i sintetici e quello di Valverde che doveva essere realizzato nel 1990 tarda ad essere costruito per lungaggini burocratiche ed inettitudini amministrative. Ciò comporta una difficoltà sempre maggiore nel reclutamento e cura dei giovani e un quasi totale spostamento dell’attività sul campo di Catania, perdendo il contatto col territorio.
Arriva così nella stagione 1999/2000 la retrocessione in serie B.
Dopo il tentativo di risalita nella stagione successiva (sconfitta di misura nello spareggio conclusivo contro l’HT EUR Roma!) e il passaggio nel 2001/02 della maggior parte degli atleti all’H.C. Giardini Naxos, inizia la riorganizzazione societaria e nella stagione 2002/03 si ha la risalita in serie A2,categoria nella quale la formazione etnea continua tuttora a militare.

Uno sport, dunque. Ma anche un importante momento di crescita e aggregazione, filosofia che trova massima espressione nelle parole dell’attuale presidente del Valverde,Antonino Corsaro:” Il buon giocatore deve possedere tre qualità tecnico-tattico-fisiche basilari: destrezza, agilità e capacità di valutazione tattica del gioco. Ma il plus determinante di questo sport è da ricercare in ambito culturale. L’hockey è, infatti, sport da veri gentiluomini, dove le doti morali e comportamentali sono messe al primo posto. Non rispettare le regole fondamentali, decoubertiniane direi, proprie di qualsiasi sport, equivale a non poter mai giocare a hockey su prato”.


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