Rita Borsellino, 5 idee per Palermo

“Palermo deve tornare a essere una città che promuova l’equità e la giustizia sociale, la salute e la solidarietà. Una città a misura di bambini e anziani, che sappia guardare al tessuto urbano con gli occhi delle donne. Per farlo, il Comune deve essere innanzitutto il coordinatore trasparente ed efficiente di una rete che integri pubblico e privato, servizi socio assistenziali, sanitari ed educativi. Ma bisogna anche rimettere al centro delle comunità di quartiere le scuole, gli asili, gli impianti sportivi e più in generale gli spazi di aggregazione”.
Lo ha detto Rita Borsellino, candidata alle primarie del centrosinistra per il sindaco di Palermo, al termine del secondo incontro di “Palermo Bene Comune – Il percorso per il programma”, che si è tenuto all’aula ‘Domenico Lanza’ dell’Orto Botanico. All’incontro hanno partecipato operatori ed esperti dei servizi socio assistenziali e sanitari, del mondo della culturale e dell’educazione e di quello dello sport di base.
Cinque i punti programmatici emersi al termine dell’incontro:

1) Costituzione di una rete di presidi di solidarietà nei quartieri che integri servizi socioassistenziali e sanitari. Promuovere l’impresa sociale e di comunità anche attraverso l’inserimento lavorativo dei disabili nelle cooperative

2) Scuole agibili e aperte anche il pomeriggio. Le scuole come spazi di aggregazione ludica, ricreativa e formativa per la comunità di quartiere.

3) Apertura di nuovi asili per garantire la copertura totale delle liste d’attesa. Creazione di una rete di operatori educativi di nido familiare (Tagesmutter)

4) Riqualificazione e servizi per i parchi urbani e le altre aree verdi. Promozione degli orti urbani.

5) Potenziare l’attività sportiva di base, integrando grandi e piccoli impianti sportivi e palestre scolastiche.

 


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“palermo deve tornare a essere una città che promuova l’equità e la giustizia sociale, la salute e la solidarietà. Una città a misura di bambini e anziani, che sappia guardare al tessuto urbano con gli occhi delle donne. Per farlo, il comune deve essere innanzitutto il coordinatore trasparente ed efficiente di una rete che integri pubblico e privato, servizi socio assistenziali, sanitari ed educativi. Ma bisogna anche rimettere al centro delle comunità di quartiere le scuole, gli asili, gli impianti sportivi e più in generale gli spazi di aggregazione”.

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