Altre nove poltrone per la Lombardo-band

L’onorevole Riccardo Minardo, presidente della prima commissione legislativa dell’Assemblea regionale siciliana – Affari istituzionali – e, soprattutto, esponente di spicco del Movimento per l’autonomia, dopo aver superato qualche problema, ha riacquistato il dono della parola. Peccato che le considerazioni che ci regala risultino non soltanto un po’ di parte, ma anche tutte da provare. Il tema che Minardo affronta in questi giorni nella sua provincia – Ragusa – riguarda tutta la Sicilia: l’abolizione delle Province regionali.
Stupisce, da parte del presidente della prima commissione dell’Ars, la ‘leggerezza’ (non quella i ‘illuministica memoria tanto amata da Leonardo Sciascia, ma l’altra, quella, come dire?, meno letteraria…) con la quale affronta un tema che, per la complessità che presenta, meriterebbe, forse, maggiore riflessione. Dice il presidente Minardo che le Province dell’Isola vanno abolite per risparmiare.
Minardo appoggia un governo regionale – il governo Lombardo – che, a parole, dice di avere tagliato un sacco di spese, ma che, alla prova dei numeri – che è l’unica prova per capire se una comunità spende di più o di meno – risulta essere un governo che è stato bravo solo ad aumentare le spese correnti & le poltrone. Basti pensare alla sanità: il governo ha sbaraccato ‘pezzi importantissimi di sanità pubblica per ‘risparmiare’ (così ci hanno detto Lombardo, Massimo Russo e compagnia bella), per poi scoprire che le spese sanitarie della Sicilia, invece che essere diminuite, sono aumentate. A dire questo non siamo noi: a sottolinearlo è quella Corte dei Conti che né l’onorevole Minardo, né Lombardo, né Massimo Russo possono smentire.
Ebbene, davanti a un governo che non ha ridotto, ma semmai ha solo aumentato le spese correnti, è del tutto singolare che ci si preoccupi di ‘risparmiare’ tagliando le Province.
Tra l’altro, visto che Minardo è presidente della prima commissione legislativa dovrebbe sapere che, Statuto alla mano, l’Ars è già intervenuta sulle Province della Sicilia: e lo ha fatto nel 1986 con la legge numero 9. Si tratta di una legge che impegnò l’Aula per alcune settimane, proprio perché si interveniva in ottemperanza all’articolo 15 dello Statuto che, com’è noto, prevede non l’abolizione dell’ente intermedio (intermedio tra Regione e Comuni), ma la trasformazione dell’ente intermedio in “liberi consorzi di Comuni”.
E’ interessante rileggere oggi l’articolo 3 di questa legge (che, detto per inciso, è una grande legge – nel senso che è molto importante – che consta di ben 64 articoli). Recita l’articolo 3 della legge regionale numero 9 del 1986: “Ordinamento degli enti locali territoriali – L’amministrazione locale territoriale nella Regione Siciliana è articolata, ai sensi dell’art. 15 dello Statuto regionale, in comuni ed in liberi consorzi di comuni denominati province regionali”.
Come si può notare, già con la legge regionale n.9 scompaiono le vecchie Province che, in accordo con quanto prevede lo Statuto (che, ricordiamolo, è ‘costituzionalizzato’), vengono sostituite da “liberi consorzi di Comuni denominati province regionali”.
Dunque, onorevole Minardo, Lei, il presidente Lombardo e tutto il governo volete abolire non le Province, ma i “liberi consorzi di Comuni denominati province regionali”. Dunque, con una legge ordinaria dell’Assemblea regionale siciliana si vuole elimina una previsione staturaria realizzata con la legge regionale numero 9. Complimenti vivissimi!
Detto questo, vediamo perché questo governo Lombardo che a Sala d’Ercole conta su una maggioranza trasfomista – ma che deve ancora dimostrare di essere maggioranza nel ‘corpo’ elettorale (e lo sta dimostrando male, se è vero che la maggioranza che all’Ars regge le sorti del governo Lombardo a Palermo – cioè nel capoluogo della Sicilia – non ha né la forza, né il coraggio di trovare uno straccio di candidato a sindaco…) – vuole abolire le Province.
Perché li vuole abolire? Per un motivo semplice: per sostituire i nove attuali presidenti delle Province regionali eletti dal popolo con nove commissari regionali scelti da Lombardo, Lumia e Cracolici o da altri ancora se in questi giorni cambieranno gli equilibri di potere del governo. In ogni caso, siamo davanti a tre personaggi – Lombardo, Lumia e Cracolici – che, cominciando ad avvertire la mancanza di terreno sotto i piedi, si illudono di creare il consenso attorno a loro incamerando poltrone su poltrone.
Lei dirà: le competenze delle Province sciolte senza passare dallo Statuto autonomistico (che, lo ripetiamo, prevede la presenza degli enti intermedi) verranno delegate ai Comuni. Qualcuno, però, dovrà passare le competenza delle Province ai Comuni: e questi ‘qualcuno’ non potranno che essere i commissari scelti, lo ripetiamo, dal governo della Regione. E tutto questo avverrà – guarda caso – proprio mentre governa Lombardo d’Aula. Un trasferimento di competenze – scommettiamo? – che si concluderà dopo e non prima le prossime elezioni regionali. Dando modo al ‘bulimico’ governo Lombardo (alias mai sazio di poltrone) di gestire le elezioni controllando le nove amministrazioni povinciali.
Noi, però, vorremmo tranquilizzare Lombardo, Lumia e Cracolici – e vorremmo tranquillizare anche l’onorevole Minardo -: toccherà agli elettori siciliani esprimere un giudizio su questo governo regionale di ‘sfasciacarrozze’ che sta finendo, per l’appunto, di sfasciare definitivamente l’Autonomia siciliana (altro che Movimento per l’autonomia…), ora massacrando la sanità pubblica, ora autorizzando la realizzazione di quello scandalo internazionale che è il rigassificatore di Porto Empedocle, ora avallando le spericolate operazioni di Girgenti acque (ne abbiamo parlato qualche giorno fa di questa incredibile vicenda), ora appiattendosi sui guerrafondai americani del Muos di Niscemi, ora gestendo allegramente le 34 (e no 14) società collegate alla Regione. E gli elettori, onorevole Minardo, non si faranno impressionare da nove poltrone in più o nove poltrone in meno.
Guardi che sta sucedendo a Palermo, onorevole Minardo: da una parte c’è un governo regionale che controlla tutto: fondi regionali, fondi europei, soldi da erogare agli enti locali, società regionali, persino un assessore regionale – il povero Andrea Piraino (povero di idee e di virtù politiche in senso aristotelico, s’intende) – che dovrebbe essere vicino all’Udc e che, invece, si scopre essere Lombardo-dipendente (o poltrona-dipendente, che è la stessa cosa); dall’altra parte c’è soltanto una donna – Rita Borsellino – senza potere e senza poltrone, armata soltanto della simpatia che riscuote presso la gente: ebbene, onorevole Minardo, questa donna sta mettendo in ginocchio Lombardo, Lumia e Cracolici che oggi controllano tutte le poltrone & tutti i fondi pubblici della Sicilia.
Vogliamo dire, onorevole Minardo, che al cuore delle istituzioni, oggi, si arriva passando dal cuore della gente e non con i ricatti della volgare politica politicante. Ciò significa che oggi gli elettori siciliani hanno delle istituzioni – compresa l’istituzione autonomistica – un’idea molto più nobile di quella espressa dalla politica della quale lei fa parte. Ci rifletta, onorevole Minardo, visto che lei è il presidente della commissione legislativa Affari istituzionali dell’Ars.

 


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