Le prebende dei politici appapponi

E’ giusto che gli ex parlamentari percepiscano un vitalizio che, in quanto tale, gli verrà erogato per tutta la vita? In tempo di crisi, con la gente furente – soprattutto con i ceti medi non certo felici per essere stati colpiti, ancora una volta, dalla manovra del governo nazionale – la domanda sembra quasi una provocazione. Noi la risposta la lasciamo dare ai nostri lettori.
C’è, poi, un’altra domanda che riguarda solo la Sicilia: è giusto che ex deputati di Sala d’Ercole che oggi svolgono il ruolo di parlamentari nazionali percepiscano il vitalizio di ex deputati dell’Ars, cumulando l’indennità di parlamentari nazionali con il vitalizio di ex ‘inquilini’ di Sala d’Ercole? In questo caso – anticipando i nostri lettori – rispondiamo noi: no, non è giusto.
Ed è per questo che non riusciamo a comprendere come mai quattro parlamentari nazionali eletti in Sicilia, Mirello Crisafulli, Calogero Mannino, Sebastiano Burgaretta e Salvo Fleres non abbiano trovato giusta – così almeno si acconta – la decisione adottata dal consiglio di presidenza dell’Ars – con in testa l’attuale presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Francesco Cascio – di tagliare i vitalizi a chi, attualmente, svolge le funzioni di parlamentare nazionale.
Se è vero che questi quattro parlamentari nazionali – come si racconta – sarebbero infastiditi per aver perduto il vitalizio, beh, la cosa ci rattrista un po’ per loro: si vede che hanno perso il senso della realtà. Se è vero – sempre come si racconta – che si vorrebbero rivolgere alla Giustizia, perché convinti che il vitalizio sia un loro diritto, la cosa ci fa, invece, sorridere.
Se la gente, con i tempi che corrono, già mal sopporta l’erogazione di un vitalizio agli ex parlamentari, figuriamoci cosa deve pensare di parlamentari nazionali in carica che pretendono di cumulare la loro indennità di senatori o di deputati nazionali con quella di ex parlamentari dell’Ars. Signori, come si dice alle nostre parti, è bonu u ventu ‘nchiesa, ma no p’astutari ‘i cannili… (ben venga un po’ di vento in chiesa, ma non fino al punto di spegnere le candele…).

 

 


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