Un milione e 400mila metri cubi di materiale da ricollocare, l'area del torrente Acquicella da bonificare, e i controlli dell'Arpa e dell'azienda Cada sulla presenza di sostanze altamente inquinanti. Pietro Viviano, direttore dei lavori della nuova darsena, parla a tutto tondo del grande progetto in corso di realizzazione nella zona sud del porto di Catania e tranquilizza tutti: «Non ci sono sostanze inquinanti nel porto, non esistono. Voglio dirlo a chiare lettere»
Darsena, parla il direttore dei lavori «Al porto nessun pericolo, lavori regolari»
«Non ci sono sostanze inquinanti nel porto, non esistono. Voglio dirlo a chiare lettere». Così Pietro Viviano, direttore dei lavori per la costruzione della nuova darsena a Catania, nonché direttore responsabile del Genio civile opere marittime Sicilia. È la conferma della regolarità dei lavori che si stanno conducendo al porto per la realizzazione della darsena destinata ad ospitare i traghetti. «Questo progetto ha avuto tutte le autorizzazioni possibili dal punto di vista ambientale dopo ripetute analisi e indagini condotte da enti pubblici come l’Arpa e l’Ispra e da laboratori privati. Ma ricordiamo che c’è stato anche il benestare del Ministero dell’Ambiente e quello della Regione».
«L’Arpa, che si occupa dei controlli a terra – spiega Viviano- svolge circa il 10 per cento dei controlli, mentre la parte restante è a carico dalla società Cada (azienda specializzata in depurazione acque, ndr)». All’Ispra, invece, è conferito il compito di controllare le acque e i sedimenti. Eppure Viviano si dice un po’ preoccupato, perché sono in tanti ad avere chiesto maggiori spiegazioni circa la pericolosità o meno del porto. «E’ assurdo parlare di allarme, e l’impresa lo sa bene perché le indagini sono state effettuate anche prima dell’inizio dei lavori, in fase di progetto esecutivo», afferma. Dalle indagini effettuate si evidenzia la duplice distinzione del materiale derivante dai lavori, riconducibile alle disposizioni di legge previste nelle cosiddette tabella A e tabella B. «In entrambi i casi non possiamo parlare di materiali inquinanti perché nel caso di tabella A può essere scaricato al largo oppure usato per il ripascimento, nel caso della tabella B la legge ne permette un utilizzo in aree commerciali e industriali», dichiara. «Anche se ci sono alcuni metalli pesanti, ad esempio, sono in quantità talmente piccole da non costituire preoccupazione».
Un milione e 400mila metri cubi è il totale del materiale da ricollocare e di questo, la maggior parte sarebbe riconducibile alla tabella A, secondo i dati forniti da Pietro Viviano. Dal porto di Catania quindi, circa 350mila metri cubi sono destinati al ripascimento nella zona di Carlentini, circa 820mila finiranno a largo, mentre dei circa 200mila metri cubi di materiale ricadente nella tabella B, sono già finiti nei piazzali. «Abbiamo prima provveduto a filtrarlo e poi a sistemarlo attraverso l’uso di vasche conterminate. – spiega Viviano – Si tratta ovvero di vasche in cui il vecchio materiale non viene a contatto con quello che immettiamo grazie all’utilizzo di teli impermeabili».
Le operazioni di bonifica per la nuova darsena al porto di Catania riguardano anche l’area del torrente Acquicella. Secondo quanto riferisce Pietro Viviano «i lavori sono già iniziati e con la loro conclusione si provvederà alla sistemazione della zona del torrente in parco urbano mentre si creerà un impianto di fitodepurazione per il trattamento delle acque della zona».