Il Tribunale amministrativo regionale ha deciso: Gianbattista Scirè, il giovane studioso che nel 2012 si vide scavalcato nella graduatoria, avrà il posto di ricercatore in Storia contemporanea all'ex facoltà di Lingue di Ragusa. La commissione giudicatrice aveva originariamente assegnato il posto a Melania Nucifora, laureata in architettura, a differenza del ricorrente, che è specializzato in storia moderna e contemporanea
Unict e quel posto da ricercatore illegittimo Il Tar sconfessa i membri della commissione
Il risultato del concorso per un posto di ricercatore in Storia contemporanea all’ex facoltà di Lingue di Ragusa vinto da Melania Nucifora è illegittimo. A due anni di distanza dalla denuncia del secondo classificato, Gianbattista Scirè, il Tar ha dato ragione al ricorrente: la vincitrice non aveva i titoli per ottenere quel contratto a tempo determinato. Una sentenza storica che sconfessa l’operato della commissione giudicatrice, formata dai professori Simone Neri Serneri, dellUniversità di Siena, Luigi Masella, dellateneo di Bari, e Alessandra Staderini, dellUniversità di Firenze, scelti dall’ex rettore Antonino Recca. Il caso sollevato da Scirè è diventato di portata nazionale, arrivando anche in Parlamento con l’interrogazione parlamentare del deputato del Pd Corsini all’allora ministro dell’Istruzione Francesco Profumo. Adesso la sezione di Catania del Tar dichiara «illegittima l’attribuzione del punteggio assegnato alla candidata Nucifora, così come «illegittima la sua individuazione come miglior candidato della selezione». Viene accolto dunque il ricorso e annullati i provvedimenti della commissione. Scirè potrà essere reintegrato e subentrare nel ruolo di ricercatore, visto che la durata del contratto era di cinque anni totali, a partire dal 2012. Ma c’è di più, il Tar invierà la sentenza alla Corte dei conti regionale, per verificare se esistono responsabilità personali nel danno erariale che l’Università di Catania e Scirè stesso hanno subito.
«Il tribunale amministrativo mi dà ragione in toto, hanno accolto tutti gli elementi che avevamo evidenziato – commenta Scirè – Al di là del mio caso personale, è una sentenza dettagliata e storica perché il Tar toglie ogni potere decisionale alla commissione. Spero che il nuovo rettore voglia dare un segnale forte applicando la sentenza. Da questa vicenda ho subito conseguenze negative nella mia vita personale, nonché ritorsioni che mi hanno impedito di prendere l’abilitazione».
Nella sentenza, il Tar ripercorre tutta la vicenda. Mette a confronto il curriculum del ricorrente, Scirè, (laureato in storia, in possesso di un dottorato di ricerca in studi storici per l’età moderna e contemporanea e con un curriculum incentrato sugli studi storici) e della controinteressata risultata vincitrice, Nucifora, (laureata in architettura e con un curriculum incentrato su studi di architettura, urbanistica e storia del territorio). Quindi definisce «palesemente illogiche alcune affermazioni e conclusioni espresse dalla commissione giudicatrice sulla congruenza con il settore scientifico-disciplinare per il quale è stato bandito il concorso». In particolare «la commissione, operando una lettura eccessivamente inclusiva del settore scientifico disciplinare in questione e richiamando studi di storiografia italiana internazionale, ritiene che anche la storia delle trasformazioni ambientali e territoriali (su cui la Nucifora è specializzata ndr) sia riconducibile alla storia contemporanea». Queste conclusioni sono errate perché «il decreto ministeriale dell’ottobre 2010 inserisce la storia dell’architettura (Icar 18) nell’ambito dell’area ingegneria civile-architettura».
Di conseguenza a 14 titoli della vincitrice del concorso «è stato illegittimamente assegnato un punteggio. In particolare – continuano i giudici – l’attribuzione di ben sei punti al contratto di docenza per l’insegnamento di Storia dell’architettura costituisce un’evidente ed eccessiva forzatura del parametro della congruità, che non trova alcun supporto giuridico nella normativa di riferimento e nei criteri previsti dal bando di concorso e manifesta l’evidente travisamento dei fatti».