Incontro-dibattito di presentazione di un libro curato dal prof. Famoso: si è discusso anche di uso e sfruttamento del territorio e di nuova emigrazione
Sicilia: Mosaico di emozioni e paesaggi
“Mosaico Sicilia. Atlante e racconti di paesaggi”. E’ questo il titolo dell’ultima opera coordinata da Nunzio Famoso. Il volume prende in esame il concetto di paesaggio, inteso nel senso più ampio del termine. L’originalità dell’approccio consiste nel passare in rassegna le diverse articolazioni geografiche e storiche del nostro territorio, non attraverso una classificazione asciutta o meramente cronologica delle trasformazioni che lo hanno segnato, ma attraverso un lungo viaggio immaginario.
Si passa così dalla Sicilia rupestre, ai reperti archeologici, ai primi sistemi difensivi, alle saline, alle tonnare, al barocco, ai diversi tipi di paesaggio, al turismo, componendo un mosaico di memorie e colori.
A quest’excursus immaginario si affiancano poi i viaggi realmente effettuati, fra il XVI ed il XVIII secolo; importante soprattutto quest’ultimo per aver cambiato enormemente il modo di pensare dei viaggiatori, e non solo nei confronti della Sicilia. Vivant Denon e Goethe sono solo due tra i visitatori più noti che hanno contribuito a modificare coi loro resoconti di viaggio l’immagine della regione, scartando il binomio malavita-terremoti per accreditare quella di un “paesaggio colorato ed accogliente” che si consoliderà poi nel tempo.
L’incontro-dibattito non si è limitato alla presentazione del libro, ma è stato caratterizzato da pensieri, interventi, questioni, riguardanti i problemi della Sicilia d’oggi. Si è così lungamente dibattuto sul concetto di modernità e sull’uso (o sfruttamento) del territorio ai nostri giorni. Ad esempio il problema delle trivellazioni in Val di Noto, o quello delle grandi holding degli Iblei che si innestano nel contesto territoriale senza troppi riguardi per l’etica e per il sociale. Questo ci fa capire, hanno sostenuto i relatori, la debolezza della politica nei confronti dell’economia.
Di conseguenza: quali modelli di sviluppo e prospettive proporre? “Forse occorrerebbe un vero sviluppo sostenibile. – esclama Maria Lombardo – Chissà se può essere raggiunto davvero, dal momento che non si fa altro che ripetere questo termine solo perché ‘suona bene’. L’esperienza ci ha insegnato che chi dovrebbe governarci si preoccupa poco o nulla di altre problematiche siciliane, come per esempio quello gravissimo della povertà. Nonostante si sia cercato di ignorare il problema, gli ultimi dati ISTAT ci dicono che abbiamo ben il 29,9% di famiglie indigenti. E’ la percentuale più alta del Mezzogiorno intero e della media nazionale. Si assiste pertanto a una ripresa del fenomeno migratorio. I giovani tornano ad emigrare proprio come i loro bisnonni”. “L’unica differenza è che non emigrano con la valigetta di cartone sostenuta da una corda “, esclama con un pizzico d’ironia Famoso.
Tutte problematiche che finiscono col convergere sul tema della formazione. “Di concreto si fa poco. Non abbiamo la capacità di inserire processi di cambiamento all’interno della nostra Università”, afferma il professore. Troppo pochi infatti, a suo parere, quelli che si specializzano nel settore della tutela e della valorizzazione dell’ambiente e ancor meno i mezzi concreti per risolvere positivamente i problemi del territorio siciliano. E’ una sfida che Famoso si dice intenzionato a perseguire con determinazione. In effetti la speranza è che gli stimoli scaturiti dal dibattito sul libro e sulla complessità del paesaggio siciliano non si limitino solamente all’analisi, ma contribuiscano a determinare svolte concrete.