Vampolieri, emergenza infiltrazioni C’è il progetto, mancano i soldi

Un progetto per la regolamentazione delle acque e la stabilizzazione delle aree di Vampolieri interessate dai fenomeni di instabilità geologica e geomorfologica. Questo il tema dell’incontro di questa mattina tra i sindaci dei Comuni in cui la via ricade, Filippo Drago di Acicastello e Ascenzio Maesano di Acicatena. L’obiettivo è quello di fare un’opera che finalmente eviti lo scivolamento del terreno argilloso della collina di Vampolieri verso il mare ogni volta che piove. Durante le precipitazioni la conseguenza più visibile è un fiume giallino – perché insieme all’acqua c’è l’argilla che compone il terreno – ma ci sono anche danni strutturali a strade ed edifici.

Il progetto dovrebbe essere finanziato con i fondi europei derivanti dal Po Fesr 2007/2013. L’iter è partito circa due anni fa, ma il decreto di finanziamento regionale per istituire la relativa gara d’appalto tarda ad arrivare. Una volta approvato, «ci vorranno circa due anni perché l’opera venga completata», spiega Filippo Drago.

«Dobbiamo evitare infiltrazioni diffuse perché dobbiamo scongiurare il riproporsi di vecchie situazioni che potrebbero causare nuovi dissesti. È un problema di sicurezza per i nostri cittadini», afferma Maesano. Con questo progetto di circa quattro milioni e mezzo di euro, si vuole differenziare la rete nel sottosuolo per la raccolta delle acque bianche nelle aree urbanizzate in modo che l’attuale rete fognaria venga utilizzata solo per le acque nere. Quelle bianche quindi verranno direttamente convogliate attraverso una rete superficiale nei tre torrenti nel territorio – Ciccuni, Barriera e Abramo – per i quali il sindaco Drago dice sicuro: «Con questi lavori miglioreranno anche loro». Si tratta di un sistema drenante vicino al centro abitato che dovrebbe riuscire ad abbassare le pressioni delle acque sotterranee, creando una sorta di barriera a protezione del centro abitato.

Il problema della regimentazione delle acque nella zona di Vampolieri è annoso e di difficile soluzione. Non solo il terreno è argilloso – e quindi di per sé instabile -, ma il reticolo superficiale di raccolta delle acque è disordinato e inadeguato, nonché non regimentato nelle zone verdi a ovest del centro abitato. Proprio nella zona più urbanizzata si verificano maggiori problemi dovuti proprio alla mancata e adeguata regimentazione delle acque. «Ci muoviamo in nome della sicurezza – conclude Drago – e anche per questo abbiamo previsto un sistema di depurazione delle prime acque di pioggia».


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