Al centro dello scontro questioni legate all'autorizzazione per l'appuntamento organizzato dal candidato alla presidenza della Regione. «Non ho firmato nulla», dice il primo cittadino che è in corsa alla Camera per la Lega. Guarda il video
Tensione al comizio di De Luca a Furci Siculo Faccia a faccia con il sindaco Matteo Francilia
Scazzottata politica tra Matteo Francilia, sindaco di Furci Siculo e nelle liste della Lega Prima l’Italia, e Cateno De Luca candidato alla presidenza della Regione Sicilia. Trasformato in un ring, il palco del comizio dell’ex primo cittadino di Messina giunto in paese per la campagna elettorale. A innescare lo scontro Francilia che accusa De Luca di non avere presentato la richiesta per la manifestazione elettorale. «Essendo il sindaco di Furci – ha detto Francilia – sono colui che autorizza lo svolgimento del comizio. Nonostante non sia arrivata una richiesta presso il Comune, io ho fatto assolutamente finta di niente perché credo nella democrazia e accolgo tutti gli esponenti politici che vogliono parlare al popolo e credo che sia giusto così. Questo ciò che è avvenuto nonostante i miei solleciti».
Non passano, però, neanche quaranta secondi e dallo staff di Cateno De Luca viene mostrata la comunicazione, trasmessa al Comune tramite posta elettronica certificata. A quel punto Francilia passa in difesa. «L’autorizzazione – risponde – devo darla io» e chiede rispetto. «Io non ho firmato l’autorizzazione» sottolinea. De Luca non ci sta e ribatte dicendo: «Nei giorni precedenti al voto non serve l’autorizzazione ma solo la comunicazione». I toni si scaldano. La platea si infiamma. Il sindaco di Furci ribadisce la necessità di presentare una richiesta e chiede rispetto per le Istituzioni. «Chi insulta un sindaco – tuona – insulta un paese». Pronta la risposta di De Luca: «Ma chi ti ha insultato? Allora dato che affermi – evidenzia rivolgendosi a Francilia – che non c’è l’autorizzazione, vai dai Carabinieri a denunciare». Tra i due volano i vaffa e gli «stronzo».
Ma concluso il round, lo scontro prosegue sul piano prettamente politico-elettorale. «Ci sono delle persone – continua Francilia – che mi votano per ciò che ho fatto. Io sono l’unico candidato del territorio che può essere eletto alla Camera dei deputati perché la Lega è un partito nazionale». Anche su questo punto, De Luca non si risparmia e ribatte: «Ho fatto una disamina tecnica. Prima c’erano sette seggi. Adesso sono tre. Prima di arrivare alla Lega, ci sono altri». Il confronto torna ad infuocarsi su aspetti tecnici. Francilia rivendica di essere il «capolista perché Valeria Sudano è all’uninominale di Catania ed è già eletta perché il centrodestra ha i voti». E riferendosi al progetto di De Luca, Francilia afferma: «a livello nazionale non avete neanche lo 0,01 per cento. Quello dato a voi è un voto perso. Mentre quello dato a noi è un voto utile». Concluso l’intervento, Cateno De Luca inizia a ragionare a voce alta e spiega il sistema elettorale e come avviene la ripartizione dei seggi. «Non mi permetto di entrare nel merito della persona ma il fatto che sia sindaco non lo autorizza ad entrare in un pubblico comizio. Accetto la provocazione ma salire su un palco e non sapere l’abc di come funzionano i comizi, mi cadono le braccia. Noi comunichiamo in ogni Comune per come è previsto dalla normativa». Per ciò che riguarda i risvolti della legge elettorale, De Luca tira dritto: «per l’affermazione a livello nazionale del nostro progetto, serve che almeno un siciliano su tre scelga la lista De Luca sindaco d’Italia In questo modo noi possiamo entrare nel Governo senza avere concessioni ma con i nostri numeri».