A Trapani la 30esima Giornata della memoria per le vittime di mafia: «Questi nomi devono graffiare le coscienze»

«Dobbiamo dirci con amarezza che l’80 per cento dei familiari delle vittime di mafia non ha ancora avuto verità. E senza verità non si può avere giustizia». È iniziato con queste parole del fondatore di Libera don Luigi Ciotti il corteo della 30esima Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie a Trapani. Il vento della memoria semina giustizia è il titolo scelto per il 21 marzo di quest’anno. Un appuntamento nato da una domanda che fece proprio a don Ciotti la mamma di Antonino Montinaro, il caposcorta di Giovanni Falcone, in occasione del primo anniversario della strage di Capaci. «Perché il nome di mio figlio non lo dicono mai? È morto come gli altri». A trent’anni di distanza da quella richiesta di riconoscimento di una identità negata, oggi i nomi delle vittime innocenti delle mafie che vengono letti sono 1101 e al corteo a Trapani partecipano più di 12mila tra studenti e studentesse.

«Questa lettura dei nomi deve graffiare le coscienze – ha aggiunto il fondatore di Libera – E ci sono molti giovani con cui abbiamo lavorato in questi mesi. I giovani ci sono quando proponi loro cose vere, cose vive». Al corteo – che è partito stamattina dal lungomare di Trapani e che arriverà fino al palco montato in piazza Vittorio Emanuele – partecipano più di 50mila persone e oltre cento scuole di ogni ordine e grado di tutte le province dell’Isola. «La scuola siciliana testimonia ancora una volta il suo impegno», si legge in una nota dell’ufficio scolastico regionale. Nel pomeriggio, dalle 14.30 alle 17 sono previsti dei seminari di approfondimento in diversi spazi della città: dibattiti, momenti di riflessione, letture, proiezioni di film, spettacoli teatrali, canti, flashmob, ma anche incontri con magistrati, giornalisti, scrittori, rappresentanti delle istituzioni, imprenditori. «Tutte iniziative – affermano dall’ufficio scolastico regionale – che hanno il fine di sensibilizzare i giovani sul valore storico, istituzionale e sociale della lotta contro tutte le mafie e le forme di corruzione».

Prima di salire sul palco dove saranno letti tutti i nomi delle vittime della mafia, don Ciotti ha rivolto un pensiero all’Isola. «Dobbiamo chiedere scusa a questa terra perché siamo arrivati ​​troppo tardi. Dovevamo arrivare molto prima per ricordare le tante vittime innocenti di mafia che ci sono state in 
Sicilia. Dobbiamo ricordarli tutti con la stessa forza e con la stessa intensità». Non solo memoria, quella di Libera è anche una giornata di impegno. «Il miglior modo per ricordare le vittime è quello di impegnarci di più tutti ogni giorno. Dobbiamo evitare la retorica della memoria, perché la vera memoria deve tradursi con l’impegno quotidiano», ha concluso il fondatore dell’associazione antimafia.

«La Sicilia  ha pagato un prezzo altissimo alla criminalità organizzata – ha dichiarato il presidente della Regione Renato Schifani in un comunicato – ma grazie al sacrificio di tanti uomini e donne, magistrati, forze dell’ordine, giornalisti e semplici cittadini, abbiamo fatto passi avanti. Tuttavia – ha aggiunto – la battaglia non è finita: serve l’impegno di tutti, soprattutto delle nuove generazioni, affinché la cultura della legalità diventi parte integrante della nostra identità collettiva».


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