Listino e squadra di governo, Micari fa i nomi Fuori Ardizzone, dentro Abramo e Torregrossa

Fuori i centristi dal listino di Fabrizio Micari. Il rettore candidato alla presidenza della Regione in conferenza stampa annuncia i nomi che compongono il listino del presidente: oltre al suo, tre quote per il Pd, una per Sicilia Futura, una per il Megafono e una per Ap. Non c’è spazio, insomma, né per Giovanni Ardizzone, né per Carmencita Mangano. I sei nomi sono la capogruppo del Pd all’Ars Alice Anselmo, il deputato di Sicilia Futura Nicola D’Agostino, la vicepresidente della Regione Mariella Lo bello, il responsabile organizzativo del Pd Antonio Rubino, la deputata del Pd, ex Articolo 4, Valeria Sudano, il deputato di Alternativa popolare Vincenzo Vinciullo.

Si tratta di una lista di nomi certamente destinata a far discutere, a cominciare dall’esclusione dei Centristi di Giampiero D’Alia (ma la presenza di Vinciullo nel listino potrebbe garantire in caso di vittoria il seggio a Sorbello su Siracusa) e dai nomi individuati in quota Pd. Né Sudano, né Rubino, infatti, sarebbero dovuti apparire nelle liste dem. Ma evidentemente lì a fare gioco forza sarebbe stato, nel caso di Sudano, l’esigenza di rafforzare la lista su Catania (dove invece Forza Italia ha schierato un plotone di portatori di voti) e l’esigenza su Palermo di non operare una scelta tra i due big in corsa: Antonello Cracolici e Peppino Lupo, virando invece su Rubino. Intanto il segretario Fausto Raciti incassa il grazie di cento dirigenti dem per avere indicato Rubino: «La scelta di Antonio Rubino – scrivono – rappresenta in modo chiaro ed evidente la faccia del Partito Democratico nella battaglia per Fabrizio Micari presidente della Regione. Se prima eravamo motivati adesso lo siamo di più».

«Abbiamo completato – sottolinea invece Micari – con tempi e modalità serene il listino del presidente. Con una discussione che certamente c’è stata, che tiene conto delle sollecitazioni giunte dai diversi partiti e che rispetta i vincoli della parità di genere».

Micari presenta anche i primi quattro assessori designati in caso di vittoria. Riconfermato Alessandro Baccei all’Economia, «gli dobbiamo larga parte del merito di un bilancio risanato», dice il candidato presidente; Emiliano Abramo, responsabile della comunità di Sant’Egidio, alle Politiche Sociali; il giovane imprenditore Giuseppe Biundo, vicino al sottosegretario alla Salute Davide Faraone, alle Attività Produttive; e la scrittrice Giuseppina Torregrossa alla Cultura. «Sto cercando di caratterizzare questa candidatura – sottolinea Micari – con idee e contenuti, non inciampando nelle polemiche, ma cercando di proporre progetti».

Anche qui, i nomi degli assessori sono destinati a sollevare scontento. Se in casa Centristi si sceglie la via del «no comment», segno di panni sporchi che si preferisce lavare prima in casa, ecco che diverse voci di corridoio confermano che i partiti della coalizione avrebbero appreso la notizia dei quattro assessori designati dalla stampa. Tolto Baccei, la cui riconferma appariva assodata, e Biundo, rimasto fuori dal listino e rientrato dalla finestra della giunta, Torregrossa e Abramo sarebbero, insomma, i nomi in quota Micari. «A questo punto – si sussurra dalle parti degli alleati di Micari – i nomi che mancano spettano ai partiti».

Intanto a margine della conferenza stampa, ecco il candidato alla presidenza commentare le ultime polemiche in tema di abusivismo edilizio: «Inutile girarci attorno, c’è una normativa. Quello che non è consentito dalle normative, per me non va bene». A chi chiede a Micari se i candidati di Arcipelago Sicilia confluiranno nelle liste del Megafono, il rettore replica senza indugio che «si fa la lista del presidente, su questo non ci sono dubbi. Sto cercando di fare in modo che, accolte tutte le disponibilità alla candidatura, si lavori per massimizzare il risultato. Bisogna organizzare le liste in modo tale che il risultato sia il massimo possibile». Nella lista del presidente ci saranno innesti da altri partiti? «Se sono utili per ottimizzare il risultato, sì. Per raggiungere l’obiettivo – conclude ironicamente – di certo non stiamo impiegando il minimo sforzo, ma sono certo che arriveremo al massimo risultato».


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