Viadotto Ritiro, pronto in due anni e quattro mesi Crocetta: «Due miliardi per le strade e il dissesto»

È cominciato oggi il lungo conto alla rovescia per la riapertura al traffico su entrambe le carreggiate del viadotto Ritiro lungo l’autostrada Messina-Palermo. Quantomeno questa volta non sembrano esserci dubbi. Stamattina, alla presenza del governatore Rosario Crocetta, il Consorzio autostrade siciliane ha consegnato alla Toto Spa Costruzioni Generali i lavori che entro 850 giorni dovrebbero portare alla definitiva messa in sicurezza dell’importante arteria stradale e porre fine all’incubo di quanti percorrono quel tratto, soprattutto nel periodo estivo, quando si creano file interminabili

Dichiarato a rischio sismico dal Genio civile quasi quattro anni fa, il viadotto è stato sottoposto a un forzato restringimento di carreggiata in entrambe le direzioni di marcia. La ditta si è impegnata entro due anni e quattro mesi a riconsegnare il ponte dopo averne adeguata la stabilità. I tempi verranno rispettati? L’ingegnere Sergio Bandieri, direttore generale dell’impresa abruzzese che si è aggiudicata i lavori, è fiducioso. «Faremo di tutto e possibilmente proveremo anche ad anticipare la conclusione. La fase più critica è quella che riguarda l’evacuazione delle persone che abitano sotto il viadotto durante la demolizione chirurgica delle varie porzioni delle campate. Cercheremo di creare pochi problemi all’ambiente sottostante. In più completeremo anche lo svincolo di Giostra visto che, incredibile ma vero, non era stata considerata l’interrelazione col viadotto e la rampa era rimasta incompleta». Si ragiona anche sulla possibilità di oltrepassare il viadotto attraverso la costruzione di una nuova rampa: «Ci vorranno dai sei agli otto mesi per realizzarla – spiega Bandieri -. All’inizio la useremo come strada di cantiere e solo dopo potremo valutare se aprirla alla circolazione dei veicoli privati e far così bypassare del tutto il viadotto».

L’appalto prevedeva come importo a base d’asta 57 milioni 188mila euro, comprensivo di 2 milioni 514mila euro per gli oneri di sicurezza non soggetti a ribasso. La Toto Spa Costruzioni Generali si è aggiudicata i lavori per 43 milioni 522mila euro (con un ribasso del 24,995 per cento). «Abbiamo già realizzato il sottopasso ferroviario di Cefalù. Abbiamo dimostrato – conclude l’ingegnere – la nostra affidabilità nel rispettare i tempi previsti da contratto». Ne è convinto anche il presidente del Cas Rosario Faraci, che sottolinea come «sia stata una corsa contro il tempo per aggiudicare la gara entro il 31 dicembre 2014 e non perdere i finanziamenti» e ironizza sul ricorso presentato dalla ditta arrivata seconda: «Purtroppo in Italia c’è uno sport nazionale, quello di fare ricorso su tutto. Ma siamo certi di aver fatto tutto nel rispetto delle regole. I cittadini dovranno affrontare sacrifici – conclude – è normale quando si realizza un’opera così grossa, ma abbiamo pianificato tutto».

Il presidente della Regione coglie l’occasione per difendere il Cas, da tempo sotto osservazione da parte del ministero che, a causa di un lungo elenco di inadempienze, ha minacciato di ritirare la concessione delle autostrade siciliane. «Tra mille attacchi e polemiche – spiega Crocetta – l’ente è riuscito a imporre una svolta necessaria rispetto al passato, eliminando gli sprechi». Anche l’assessore regionale alle Infrastrutture Giovanni Pistorio, sottolinea i passi avanti. «Siamo in fase di avanzamento: la Agrigento-Caltanissetta sarà conclusa nel 2019; verrà fatto entro tre anni un avanzamento molto serio sulla Palermo-Agrigento; si è sbloccata la Catania-Ragusa in project financing». Non poteva mancare il ponte sullo Stretto: «Sarebbe stata la grande opportunità per rendere l’area metropolitana di Messina il fulcro della mobilità e della trasportistica. Il tema è tornato di moda. Stiamo lavorando a un piano dei trasporti che tenga conto anche di questa ipotesi». 

Infine una battuta sulla visita di domani in Sicilia del premier Matteo Renzi, che riaprirà la carreggiata del viadotto Himera, sull’autostrada Palermo-Catania, rimasta in piedi dopo la frana di un anno fa. «La consegna di oggi e l’evento di domani dimostrano che abbiamo a cuore il problema delle infrastrutture. Abbiamo firmato il patto per la Sicilia che ci darà tra i 10 e i 12 miliardi di euro – conclude -. Due di questi li potremo spendere nel 2016 per il dissesto, le strade, la riqualificazione urbana e potranno essere un’occasione di crescita».


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