La madre del piccolo di otto anni ucciso nel novembre del 2014 cambia versione dei fatti. Ma non lo fa davanti ai magistrati. Le sue dichiarazioni in carcere sono state rese note ieri dalla trasmissione Quarto grado. Irritazione della Procura per la fuga di notizie
Panarello: «A uccidere Loris è stato mio suocero» La donna avrebbe parlato davanti a una psicologa
«È stato mio suocero, Andrea Stival, a uccidere Loris. Eravamo amanti. Ho ricordato tutto quando sono andato a trovarlo al cimitero, ma non l’ho detto prima perché avevo paura che uccidesse anche il bimbo più piccolo». Sarebbe questa la nuova versione di Veronica Panarello, la madre del piccolo Loris Stival, ucciso il 29 novembre del 2014 nella loro casa di Santa Croce Camerina. La donna è a processo per omicidio premeditato e occultamento di cadavere.
Le nuove frasi Panarello non le ha mai pronunciate davanti a un magistrato, ma le avrebbe dette a gennaio a una psicologa del carcere di Catania, sostenendo che il bambino avrebbe visto qualcosa che non doveva vedere e che per questo è stato strangolato con un cavo elettrico dall’uomo. Ma nessuna telecamera riprende l’uomo entrare in casa quel giorno. Affermazioni divulgate ieri dalla trasmissione Quarto grado. Una ricostruzione che il suocero bolla come «l’ennesima follia della donna». «Sono tranquillo – precisa Andrea Stival – la mia posizione è stata vagliata da investigatori e magistratura dettagliatamente».
Panarello avrebbe chiesto alla direzione del carcere di informare la Procura di Ragusa, cosa che accade, ma quando si presenta il pubblico ministero, la donna non dice nulla di rilevante, nessuna novità. Sostiene solo che «è diventata famosa e che la conoscono anche a Hollywood». L’8 febbraio, davanti ai periti inviati dal giudice per valutare la sua capacità di intendere e di volere, invece avrebbe parlato, cambiando ancora la sua ricostruzione: avrebbe incontrato Andrea Stival per caso, tornando da scuola, e lui sarebbe salito in auto con lei, sdraiandosi sul sedile posteriore per non farsi notare. Sarebbero saliti a casa dove c’era Loris che, sostiene Veronica, minacciava di rivelare al padre la relazione tra sua nonno e sua madre. Per quello lui lo avrebbe ucciso, usando un cavo elettrico, e avrebbe costretto lei a mettergli delle fascette nella mani per farlo stare fermo. E insieme, poi, si sarebbero liberati del corpo gettandolo nel canalone. Non avrebbe parlato per paura di ritorsioni sul figlio più piccolo.
«La ricostruzione di Veronica Panarello – afferma il legale di Andrea Stival, l’avvocato Francesco Biazzo – è assolutamente irrilevante, frutto della sua fantasia, e non lo dico io, ma lo dicono gli atti del processo e le indagini che hanno escluso responsabilità di Andrea Stival. Lo dimostrano i tabulati telefonici e la testimonianza della sua compagna, Andreina. Veronica Panarello ha sposato una tesi giornalistica e l’ha fatta propria. Una relazione tra loro? Tutto falso, una grande bugia. L’ennesima». La Procura fa sapere che «non farà, sul punto, alcuna dichiarazione, continuando a lavorare come ha sempre fatto». Negli uffici giudiziari traspare l’irritazione per la fuga di notizie che ufficialmente non sono ancora state depositate agli atti dell’inchiesta.