Differenziata, la Sicilia unica nel Sud a peggiorare Rifiuti Zero: «Fallimento totale del governo Crocetta»

Più che fanalino di coda, vera e propria pecora nera. È lo status che spetta alla Sicilia, dopo l’ultimo rapporto sulla gestione dei rifiuti urbani pubblicato dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra). Dall’elaborazione dei dati raccolti per il 2014 da Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione europea, emerge un quadro desolante nel quale la Sicilia contribuisce in negativo rallentando i timidi miglioramenti registrati dal Meridione.

Prima di passare in dettaglio il caso siciliano, va detto che il rapporto 2015 registra per l’Europa – Italia compresa – una tendenza alla riduzione della produzione dei rifiuti urbani. I ricercatori sottolineano come le rilevazioni siano influenzate anche da fattori economici: «È necessario domandarsi – si legge nel documento – se tale trend sia legato esclusivamente alla crisi internazionale, che penalizza i consumi o se, invece, si stiano affermando modelli di consumo e produttivi più virtuosi e attenti alla prevenzione e al contenimento della produzione dei rifiuti in linea con le politiche comunitarie di settore». A mettere in guardia dall’influenza di fattori macroeconomici è anche un’altra riflessione. Mentre tra il 2012 e il 2013, gli indicatori riguardanti il Pil, le spese per la famiglia e la produzione di rifiuti hanno registrato un calo proporzionale, nell’ultimo anno «a fronte di una contrazione del Pil pari a -0,4 per cento, si rileva una crescita dello 0,3 per cento sia per le spese delle famiglie che per la produzione dei rifiuti urbani». 

Passando alle cifre riguardanti il conferimento in discarica, nel 2013 (ultimo aggiornamento disponibile per la statistica su base nazionale, ndr) ogni italiano ha conferito 181 chilogrammi, sedici in meno rispetto all’anno precedente. Numeri nettamente inferiori rispetto ai dati, più aggiornati, riguardanti la Sicilia: nella nostra regione, infatti tra 2013 e 2014 si è passati da 467 a 460 chili di rifiuti pro capite. Come detto, però, ciò che più allarma è il livello della raccolta differenziata: mentre la media nazionale nel 2014 è stata del 45,2 per cento – quasi tre punti in più rispetto al 2013, anche se la crescita rimane inadeguata visto che la normativa vigente fissava per il 2008 il raggiungimento della soglia del 45% -, in Sicilia le cose vanno molto peggio. La nostra regione è infatti l’unica tra quelle del Sud a registrare un saldo negativo rispetto al 2013, passando da 13,3 a 12,5 per cento. Percentuali molto lontane rispetto alla media del Meridione, dove la raccolta differenziata è al 31,3 per cento.  

Guardando alle province siciliane, Siracusa è quella dove si registra il miglioramento più evidente (+0,7 per cento), mentre Caltanissetta (0,3) ed Enna (0,1) crescono di pochi decimali. Differenziata in calo, invece, nella provincia di Trapani (-1,66), che rimane tuttavia quella con la percentuale di differenziata più alta (24,2 per cento), a Palermo (-1,4), Ragusa (-1), Catania (-0,7) e Agrigento (-0,2). Mentre resta invariata Messina. In termini assoluti, la provincia dove si differenzia meno è Enna (6,1 per cento), seguita da Siracusa e Palermo (entrambe 7,8 per cento). Pessima performance anche per quanto riguarda il conferimento in discarica: se a livello nazionale i rifiuti urbani smaltiti in questo modo sono infatti il 31 per cento di quelli prodotti (- 6 per cento rispetto al 2013), in Sicilia si ricorre alla discarica nell’84 per cento dei casi. Un dato simile a quello del 2012, ma comunque migliore del tragico 93 per cento registrano l’anno precedente.

A commentare il report Ispra è l’associazione Rifiuti Zero Sicilia, che lancia l’allarme: «In questi dati c’è il fallimento totale del governo Crocetta che dovrebbe a questo punto dimettersi. Nessuno era riuscito a fare peggio – si legge in un comunicato -. Siamo fortemente preoccupati perché assistiamo quotidianamente al totale silenzio da parte di questo governo che tra le altre cose si appresta a rispondere al ministero dell’Ambiente in merito all’aggiornamento del Piano rifiuti. Il tutto – prosegue Rifiuti zero – continua ad avvenire nelle segrete stanze dell’assessorato senza coinvolgere minimamente le associazioni». A preoccupare, poi, è la volontà di affidarsi agli inceneritori: «Alla Sicilia servono gli impianti di compostaggio – commenta il presidente dell’associazione Danilo Pulvirenti -. Senza di questi anche il miglior porta a porta è destinato a fallire».


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