Crocetta si autosospende da presidente Procura smentisce. Lui: «Volevano farmi fuori»

«Mi auto-sospendo immediatamente da presidente della Regione». È la decisione del governatore della Sicilia Rosario Crocetta, travolto dalle polemiche dopo la pubblicazione delle intercettazioni nella quale l’allora primario dell’ospedale di Palermo Villa Sofia Matteo Tutino gli avrebbe detto: Lucia Borsellino «va fermata, fatta fuori. Come suo padre». Tuttavia l’autosospensione non è prevista dallo statuto della Regione Sicilia. L’articolo 10 elenca i casi possibili: «dimissioni, rimozione, impedimento permanente o morte del Presidente della Regione». In tali eventualità «si procede alla nuova e contestuale elezione dell’Assemblea regionale e del Presidente della Regione entro i successivi tre mesi». Intanto sia la Procura di Palermo che l’avvocato di Tutino affermano che l’intercettazione incriminata non è agli atti dell’inchiesta.

Secondo la ricostruzione del settimanale L’Espresso, che ha anticipato i contenuti della conversazione, Crocetta non avrebbe replicato all’affermazione fatta da quello che era il suo medico personale prima dell’arresto con l’accusa di truffa, peculato,abuso d’ufficio e falso. Il quotidiano nazionale, dopo la nota della Procura, ha confermato quanto pubblicato stamani, sottolineando che la frase risale al 2013. Ma il presidente Crocetta passa al contrattacco: «Volevano farmi fuori – dice – Chi ha costruito questo dossieraggio su di me? Bisogna capirlo. Oggi è stata una giornata terrificante per me e tutto quello che è accaduto fa capire su quale bomba siede oggi il presidente della Regione siciliana». Parole che la diretta interessata, Lucia Borsellino, ha commentato ai microfoni del Gr Rai: «Non posso che sentirmi intimamente offesa e provare un senso di vergogna per loro», ha affermato riferendosi a Crocetta e Tutino. 

Intanto all’Assemblea regionale siciliana sono ore caldissime. Nel primissimo pomeriggio i vertici del Pd hanno incontrato il presidente Giovanni Ardizzone. Successivamente il gruppo democratico si è riunito. All’uscita, il nuovo capogruppo Antonello Cracolici si è detto «sgomento e sbalordito». Soprattutto dopo la nota della Procura. «Immaginare che l’Espresso abbia preso una simile cantonata mi lascia sbalordito. Dalle dichiarazioni che leggo della Procura c’è una smentita, si esclude che nelle intercettazioni sia contenuta la frase in questione. Sono sgomento – continua – non riesco ad immaginare. Gli elementi più probanti, al momento sono quelli de Procuratore di Palermo. La Procura dichiara di avere risentito tutte le intercettazioni che riguardano questa inchiesta». Novità potrebbero arrivare dall’esecutivo regionale del Pd, convocato alle 19 dal segretario Fausto Raciti, in via Bentivegna a Palermo. 

Crocetta aveva inizialmente commentato con poche parole. «Sto inviando una richiesta alla Procura di Palermo per avere un incontro con lo scopo di verificare la portata dell’intercettazione che riguarda Tutino». Annunciando che l’interim sarebbe stato assunto da Baldo Gucciardi, esponente del Partito democratico e neo assessore alla Sanità, subentrato proprio a Lucia Borsellino dopo le dimissioni rassegnate pochi giorni fa. Gucciardi si è recato a palazzo d’Orleans; ad accompagnarlo i deputati etnei del Pd Luca Sammartino e Valeria Sudano. Ai giornalisti presenti ha però detto di non sapere niente dell’incarico. «L’interim? Non so ancora nulla. Potrò essere piu’ preciso dopo aver parlato con il presidente della Regione». Sempre lo statuto della Regione, all’articolo 9, prevede che sia solo il vicepresidente, attualmente Mariella Lo Bello, «a sostituire il presidente in caso di assenza o impedimento».

Sulle eventuali dimissioni, Crocetta spiega: «Prenderò la decisione finale nel giro di pochi giorni, dopo gli accertamenti». «Non sono legato alla poltrona, ribadisco la mia estraneità a questa vicenda – si difende – Ma quanto sta accadendo è più grave di un attentato fisico. Non intendo mettere la Sicilia nella condizione di subire attacchi, non faccio pagare prezzi al popolo siciliano. Ma di questa vicenda sono solo una vittima». Il suo legale, Vincenzo Lo Re, si trova al palazzo di giustizia di Palermo. L’avvocato attende di potere parlare con i magistrati della Procura. Secondo fonti d’agenzia, il procuratore aggiunto Leo Agueci e il sostituto Luca Battinieri, con il comandante del Nas, sono riuniti nella stanza del capo della Procura, Francesco Lo Voi

A chiedere un suo passo indietro nelle ultime ore sono stati numerosi esponenti politici, regionali e nazionali. Dai vertici del Pd – come Antonello Cracolici, presidente del gruppo Pd all’Ars e il sottosegretario Davide Faraone -, ai rappresentanti di Sel, Movimento 5 stelle, Forza Italia e Nuovo centrodestra. A Lucia Borsellino – che ha lasciato l’incarico proprio dopo l’indagine della procura di Palermo su Matteo Tutino – sono arrivate le telefonate di solidarietà del premier Matteo Renzi e dei ministri degli Interni Angelino Alfano e della Salute Beatrice Lorenzin


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