Una piantagione di marijuana nei sotterranei dello Zen, proprio nelle vicinanze della caserma dei carabinieri, cocaina, hashish e un'attività che continuava anche quando uno dei due fratelli era in carcere. Questo era il market della droga degli Arizzi, a cui i militari dell'Arma hanno messo fine stamattina con sette provvedimenti
Zen, quando la droga è un affare di famiglia Arrestato un intero nucleo dedito allo spaccio
I carabinieri non mollano lo Zen. Altra operazione stamattina, questa volta denominata Under square, che ha portato in manette tre persone, prodotto ulteriori tre obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria e una persona posta in stato di libertà vigilata. A essere colpito è stato un intero nucleo familiare, gli Arizzi, dedito – pare – al traffico di droga. Un vero e proprio market, il loro, secondo gli inquirenti che seguono la famiglia dal 2017 dopo l’arresto di Davide Arizzi, trovato nel suo appartamento con due chili di marijuana, 400 grammi di hashish e 18 grammi di cocaina
Da lì, l’inizio delle attività tecniche, con intercettazioni telefoniche e ambientali, grazie alle quali si sono ricostruiti gli assetti e le dinamiche criminali dell’intera famiglia. Ognuno aveva un ruolo che andava dal reperire fondi per l’acquisto all’ingrosso della droga o per arrivare allo smercio vero e proprio eseguito anche con l’aiuto di soggetti estranei al nucleo familiare, come Semire Ben Dhaou, collaboratore 22enne della famiglia Arizzi, legato da un rapporto di amicizia con i due fratelli, Davide e Antonj che ha dato il suo contributo nella coltivazione della marijuana e nel confezionamento in dosi. Ed era lo stesso Davide Arizzi a dare consigli dal carcere per fare crescere bene la piantagione di famiglia, tramite i parenti che lo andavano a trovare durante il periodo di detenzione.
Sempre i carabinieri della stazione San Filippo Neri, all’interno di un cunicolo situato al di sotto di un padiglione dello Zen, proprio di fianco alla caserma dei militari, hanno individuato una botola ricavata sul pavimento di un vano condominiale, che formava, per l’appunto, un passaggio sotterraneo di collegamento con il locale dove erano custodite venti piante di marijuana dall’altezza di un metro circa, con lampade e reattori, impianti di condizionamento ed aspirazione e quant’altro necessaria per la coltivazione, oltre a venti dosi di cocaina, circa 800 grammi di marijuana e quasi un chilo e 500 grammi di hashish. Proprio dal rinvenimento di questa piantagione di marijuana che l’indagine prende il nome.
Nell’ultima fase dell’attività degli Arizzi, inoltre, vista la piccola crisi affrontata dalla famiglia, è stata riscontrata la pianificazione di una rapina, da parte di Antonj Arizzi, Ben Dhaou e Giovanni Palazzolo che, a causa della mancanza di denaro dopo i numerosi sequestri subiti, intendevano mettere in atto un colpo in un centro scommesse a Balestrate. Rapina sventata dall’intervento dei carabinieri ancor prima di verificarsi, con Palazzolo finito in libertà vigilata. A finire in manette oggi sono stati i fratelli Arizzi, Davide ed Antonj, di 26 e 27 anni, e Semire Dhaou. Il gip ha invece disposto la misura cautelare dell’obbligo di firma per: Carmelo Arizzi, 59 anni, Chiara Giuseppa Arizzi, 29 enne e Santa Lo Iacono, 56 anni. Per tutti viene contestato il reato di detenzione illecita di ingenti quantità di stupefacenti.
«L’operazione odierna è l’ennesima dimostrazione che non esistono zone franche dell’illegalità – ha detto il colonnello Antonio Di Stasio – e che l’opera delle forze dell’ordine deve essere costante e concreta perché lo Stato continui ad essere un riferimento insostituibile e tangibile».