Quando, subito dopo le scosse, circolava quella voce, priva di ogni fondamento – «Rinvieranno le elezioni perché c’è stato il terremoto» – molti quasi tiravano un sospiro di sollievo. Aneddoto che la dice lunga sul clima in cui pare essersi incagliata la politica a Zafferana Etnea. Manca meno di un mese alla presentazione delle liste per le Comunali – si vota il 28 aprile – eppure le operazioni propedeutiche sono avvolte da una bolla di circospezione. A partire dallo scenario più stuzzicante, la fine dei tentennamenti dell’ex procuratore Salvatore Scalia. Colui che, da quel terribile 26 dicembre, è diventato la voce dei terremotati, nei panni di presidente del comitato cittadino di Fleri e Pisano. Finora il magistrato in pensione ha sempre allontanato una candidatura a sindaco in cui, tuttavia, vari pezzi di società zafferanese continuano a sperare. E a pressare, di conseguenza, sull’uomo che ha dato alle vittime del sisma una tanto apprezzata veste di garbo e sobrietà, non senza pragmatismo.
L’ipotesi rimane comunque impaludata in un quadro di generale cautela, imparentato con la reticenza. Uno degli effetti, qualcuno azzarda, dei lunghi anni sotto il «partito unico» di Alfio Vincenzo Russo, il sindaco che lascia dopo dieci anni di regno, di cui cinque condotti senza opposizione in un Consiglio che ha finito addirittura per autodistruggersi. Le dimissioni di massa dei consiglieri, seguite alle liti nella maggioranza delle elezioni del 2014, quelle con la sola lista di Alfio Russo in campo, paiono aver fatto piazza pulita del vecchio ceto di amministratori.
Ad andarci di mezzo, sembrerebbe, è innanzitutto colui che per anni è stato considerato l’erede naturale del sindaco, Giovanni Di Prima. Vicino al deputato Ars del Pd Anthony Barbagallo, l’attuale vicesindaco si è ritirato dalla corsa «sfiduciato» dai troppi mugugni sul suo nome. Ad avvantaggiarsene un altro uscente, l’assessore ai Lavori pubblici Salvo Russo. Dalla sua ci sarebbe un profilo ritenuto più aggregante, oltre alla simpatia del primo cittadino uscente e dei locali esponenti di Forza Italia. E malgrado la continuità di fatto con la giunta uscente, l’idea di Russo sarebbe di dare al gruppo nuova identità, a partire dai nomi in lista. Fra gli ex consiglieri dovrebbe esserci il solo Sergio Alampo, mentre fra le novità si parla del presidente del Comitato dell’Ottobrata, Salvo Coco.
L’imperativo, al momento, resta appunto la circospezione. Lo spirito con cui l’altro nome più accreditato in campo pare altresì muoversi, ovvero Rosaria Coco. In passato consigliera comunale, figlia di Alfio Coco, sindaco negli anni Sessanta, vanta un rapporto di lunga durata con l’ex senatore Pino Firrarello, nelle ultime settimane spesso avvistato a Zafferana Etnea. La candidatura Coco è ipotesi concreta da tempo, di giorno in giorno in via di rafforzamento ponendosi come l’unica vera alternativa alla continuità con l’amministrazione uscente. Un altro polo avrebbe voluto crearlo Mario Torrisi, sfidante di Alfio Russo nel 2009 da candidato dell’allora Pdl, ma il suo attivismo non sta riuscendo a tradursi in lista vera e propria. Analogo destino parrebbe toccare alla potenziale lista del Movimento 5 stelle. Il meet up locale – uno dei volti è l’attivista Paola Lo Re, protagonista di un confronto a muso duro con il vicepremier Luigi Di Maio durante la visita a Fleri – si troverebbe stretto nella carenza di potenziali candidati. «Ma la lista è confermata, ho avuto rassicurazioni dagli attivisti di Zafferana», dice il senatore giarrese Cristiano Anastasi, in contatto con il gruppo.
Fuori dai due nomi più accreditati, si entra nel campo di ulteriori incognite. La più grossa risponde all’esponente Udc – oltre tremila voti alle ultime Regionali – Alfio Barbagallo. Già onorevole per un anno e mezzo in era Crocetta, tempo sufficiente per guadagnarsi una notorietà suo malgrado nazionale grazie al suo discorso-gaffe d’esordio. Il suo radicamento è forte, specie nelle frazioni terremotate dove ha tanto contribuito alla nascita del comitato presieduto da Scalia. Senza il procuratore in campo – ed esclusa sia la candidatura in prima persona che quella del suo fedelissimo, il commercialista Giuseppe Messina – restano tutte da decifrare le sue eventuali mosse elettorali.
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