Votare tutti per votare meglio?

Non sarebbe meglio se gli tutti gli studenti potessero concorrere direttamente alla votazione del rettore dell’Università di Catania, pur con voto ponderato rispetto al numero di docenti, anziché affidarsi a rappresentanti ad hoc? Chiuse le votazioni dei grandi elettori e in attesa dei verdetti ufficiali, abbiamo fatto nostra la proposta di alcuni lettori sul forum. Abbiamo così deciso di girare il quesito ai presidi delle diverse facoltà dell’Ateneo oltre che, naturalmente, ai due candidati per ora in gioco per la poltrona maxima.

 

Tutti gli interpellati che hanno risposto al nostro quesito hanno espresso sfaccettature diverse sulla proposta di una forma di elezione diretta del Rettore da parte degli studenti.

 

Se il preside della facoltà di Farmacia, Angelo Vanella, afferma di essere “favorevole all’elezione diretta degli studenti, con voto ponderato, perché così si voterebbe in maniera autonoma con una minore politicizzazione delle elezioni”, Luigi Arcidiacono, preside di Giurisprudenza, da buon tecnico giurista, tende a puntualizzare che “l’elezione diretta da parte degli studenti è un sistema estremamente difficile per quanto concerne la raccolta dei voti di oltre 65.000 studenti. Inoltre – secondo il preside di Giurisprudenza – il sistema delle liste capta molto più l’attenzione dello studente”. Più attenzione, d’accordo, ma anche potenziali fenomeni di “voto di scambio” coi candidati. Sulle differenze di fondo dei due sistemi e sulla questione della coloritura politica che le liste possono enfatizzare, Arcidiacono precisa che “le liste possono essere politiche o meno e si potrebbe dare una coloritura politica all’elezione del Rettore, ma questa la si può dare anche attraverso l’elezione diretta. L’apprezzamento di un sistema elettorale in confronto ad un altro si fa in base all’obiettivo che si vuole ottenere. Per me l’obiettivo sarebbe quello di realizzare una maggiore scoloritura politica dell’elezione del nuovo Rettore, ma questo si può fare anche attraverso le liste. Quello del voto diretto e della rappresentanza dei grandi elettori sono due sistemi elettorali che non possono essere confrontati”.

 

Sul tema dell’informazione lato sensu si sofferma Giuseppe Vecchio, preside di Scienze Politiche.

“Per quanto riguarda la rappresentanza studentesca – dichiara Vecchio – la forma attuale è troppo debole. C’è un’asimmetria informativa fra gli studenti che vengono eletti in rappresentanza e che si trovano ad affrontare argomenti che spesso non conoscono, non padroneggiano o che sono troppo lontani dai loro interessi, e questo accade per i rappresentanti eletti in senato accademico, in consiglio di facoltà e oltre. Io non so quali possano essere le forme più adeguate ­– conclude il prof. Vecchio – certo è che una partecipazione estemporanea degli studenti, come avviene in questo momento con i grandi elettori, non funziona. La rappresentanza degli studenti è un elemento essenziale  nella vita universitaria,  bisogna dialettizzarla di più per renderla meno coinvolgente nei confronti di questi rappresentanti che, spesso, si trovano ad essere coinvolti in decisioni per le quali non provano interesse”.

 

Com’era ovvio aspettarsi, non si sono tirati indietro nell’esprimere il proprio giudizio gli attuali unici candidati alla poltrona di Rettore: i professori Antonio Recca e Antonio Pioletti, ex presidi di Ingegneria e di Lingue.

Secca la risposta del prof. Recca sull’ipotesi di elezione diretta del Rettore da parte degli studenti, intesa come una “forma che ­– dichiara – renderebbe ancora più difficile la macchina delle elezioni. Ho recepito una richiesta da parte di tutti gli studenti affinché a votare per le elezioni del rettore vadano i rappresentanti degli organi di governo, che sono circa 150. In questa maniera si porrebbe fine ad una competizione onerosissima come questa, che solo all’Ateneo costa 100.000 euro ogni tre anni. Senza considerare le spese che sostengono le varie associazioni studentesche per le campagne elettorali. Comunque mi rimetterò alle decisioni degli studenti.”.

 

Il prof. Pioletti insiste invece sulla necessità di “aprire una nuova fase costituente, modificando lo statuto e i regolamenti. Per quanto riguarda le elezioni del Rettore – specifica Pioletti – oltre a considerare la revisione del meccanismo elettorale (voto ai rappresentanti o partecipazione diretta) sono per una modifica quantitativa della quota di voti attribuita agli studenti, che a mio parere è troppo bassa, così come occorre dare più peso al personale tecnico-amministrativo”.
Secondo l’ex preside di Lingue il problema di una insufficiente partecipazione degli studenti non riguarda solo il meccanismo elettorale, ma  anche “il clima” del dibattito sulla gestione dell’ateneo e la scarsa trasparenza che non favorisce un confronto approfondito e che ha portato a logiche politicistiche imposte dall’alto. Ad esempio, ci sono liste che si sono confrontate e altre che hanno categoricamente rifiutato un qualsiasi confronto, il che fa sorgere il legittimo dubbio che abbiano scelto a priori. Comunque rispetto profondamente il risultato di queste elezioni, ma credo debba essere previsto un meccanismo che permetta di valorizzare di più i contenuti avanzati dagli studenti. Una forma che permetta di far votare tutti i membri collegiali – conclude Pioletti – potrebbe essere una proposta sensata”.


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